LBA - L'antisportivo dopo Varese-Treviso. Fabbricatore: norma troppo opinabile

29.12.2020 12:31 di Umberto De Santis Twitter:    vedi letture
LBA - L'antisportivo dopo Varese-Treviso. Fabbricatore: norma troppo opinabile

Non è ancora stato digerito il fischio arbitrale sul contatto fra Luis Scola e Christian Mekovulu nei convulsi secondi finali di Varese-Treviso. Non solo per la sconfitta dei biancorossi, sopra di tre punti fino a un attimo prima, ma per il fischio in sè. Arbitri eccessivamente fiscali ma nel giusto o errore marchiano che ha condizionato l'esito della gara?

Federico Bettuzzi, su la Tribuna di Treviso l'ha chiesto a Roberto Chiari, per tanti anni fischietto internazionale e attualmente istruttore arbitrale Fiba: "Non è una questione di nuove regole. Credo si tratti piuttosto di una interpretazione delle stesse che si sta affermando sempre di più in Italia, una lettura che ritengo sia errata. Il fallo intenzionale non esiste più e l'antisportivo è un fallo importante che in caso di reiterazione in gara comporta l'espulsione".

Chiari enumera la casistica del fallo antisportivo: "Gli arbitri applicano cinque criteri di riconoscimento in una categoria distintiva da C1 a C5. Il fallo cosiddetto C1 è slegato dal gioco con la palla; il C2 è il contatto eccessivo o pericoloso per i giocatori; il C3 è commesso in transizione per fermare un'azione prima del tiro, il classico passaggio a livello o la spallata in corsa; il C4 è l'unico aspetto modificato dalle ultime norme e riguarda il contropiede, cioè l'interferenza tra chi perde palla ed il suo avversario che, non ancora in possesso della sfera, viene ostacolato; il C5 si applica esclusivamente nei due ultimi minuti del quarto quarto o dei supplementari in situazione di palla ferma sulla rimessa, cioè di contatti che si verificano mentre la palla è ancora nelle mani dell'arbitro o del giocatore che deve rimetterla in campo".

Come è maturata la decisione di contestare a Scola l'antisportivo? "Ipotizzo che attraverso una visione frame by frame, immagine per immagine, i direttori di gara abbiano visto il braccio destro dell'argentino che, senza cercare di giocare la palla, interferiva con il nigeriano: questa è l'unica spiegazione possibile. Il solo criterio applicabile è il C1 prima descritto, non ci sono altre possibilità".

Non vogliamo in questa sede contestare la legittimità della terna di chiamare l'antisportivo con le modalità con cui l'hanno fatto. Non ci sono termini nemmeno per pensarlo. E per fortuna sottolineiamo che nessuno nei commenti ha intravisto una possibile malafede nella decisione. C'è un vulnus però che deve essere sottolineato.

Il nostro opinionista Carlo Fabbricatore a riguardo ha una posizione molto precisa: "Bisognerebbe dire che la regola è suscettibile all'interpretazione dell'arbitro e questo la rende opinabile. L'interpretazione è soggetta a delle variabili che sono la posizione in campo, la platealità del gesto, la posizione dei giocatori, la violenza del fallo, il pathos del momento. Arriverei a definire una limitazione di cosa sia il fallo che ne chiarisca le variabili con una nuova normativa. Prendiamo ad esempio l'infrazione di campo: o c'è o non c'è. Ci possiamo aiutare con la tecnologia, nel dubbio, ma la chiarezza della norma è indiscutibile". Buona pallacanestro a tutti, verrebbe da dire.