Gli scienziati del CTS non vogliono pubblico negli stadi e nei palasport

01.09.2020 09:21 di  Umberto De Santis  Twitter:    vedi letture
Gli scienziati del CTS non vogliono pubblico negli stadi e nei palasport

Semmai non fosse chiaro a tutti, ci ha pensato a spiegarlo bene il coordinatore del CTS Agostino Miozzo che sulle pagine della stampa nazionale si è schierato contro alla riapertura al pubblico di stadi e palasport, anche in maniera ridotta e con tutte le misure di contenimento previste:

"La priorità è la scuola, ricominciare le lezioni. Il pubblico per gli eventi sportivi, mi spiace, non è una priorità, per ora“.

Quello che è incomprensibile, a nostro giudizio, è il fatto che all'estero i vari comitati scientifici locali si stanno occupando sia della scuola che dello sport agonistico, senza fare tante distinzioni o snobistiche prese di posizione. Francia e Gran Bretagna sono due esempi in proposito.

E che il nostro CTS non stia pensando neanche alla riapertura delle palestre ad uso scolastico - e che gran parte servono anche alle necessità delle società di pallacanestro più piccole. Perché non esiste solo lo sport di vertice.

Il 7 settembre scade il Dpcm attualmente in vigore, per cui il governo sta già preparando le nuove misure guida che saranno ovviamente influenzate dalla recrudescenza del virus delle ultime due settimane e dalla necessità di riapertura delle scuole prevista per il 14 c.m.

Sulla scrivania del CTS e del ministro Spadafora ci sono diversi dossier in merito, tra cui quello della Lega calcio e della FIP. Da un'altra parte, i governatori delle regioni spingono per avere un protocollo nazionale ed evitare quelle riaperture a macchia di leopardo che favorirebbero alcuni club piuttosto che altri. E che deresponsabilizzerebbero gli stessi governatori, naturalmente.