Dino Meneghin "L'Italia? E' in stallo, ma non solo nel basket"

Fonte: QN
Dino Meneghin "L'Italia? E' in stallo, ma non solo nel basket"

Intervista a Dino Meneghin che spazia non solo sul basket. Ex presidente della FIP dal 2008 al 2013, fa parte del board della FIBA Europe dal 2010. Dal 2013 è vicepresidente FIBA Europe. E' componente della Competitions Commission FIBA.

Stallo Italia. Il paese sta vivendo una fase di stallo pericolosa. La gente è indecisa: non vede possibilità di investimento o ha paura. Teme un futuro precario. Gli avvicendamenti dei governi non danno regole precise o a lungo termine. All’estero come ci vedono? Bene, come creativi. Ma hanno perplessità sulla tenuta del governo. E come potenza economica facciamo paura. Sicuro? L’impressione è che ci sia un movimento internazionale che cerchi di prendere le aziende migliori. Il rischio è trasformarsi in una colonia. Dovremmo fare come la Fiat, che si è ritagliata uno spazio fuori dai confini.

Meneghin in politica? Accadde a metà degli anni ’80, per le Europee. Il proprietario di Milano, Gabetti, mi chiese una mano. Ma era una sciocchezza.

Presidente FIP. Non ho le capacità dialettiche del politico. La politica pensa, propone, valuta. Poi passano mesi, anni. Non ci riuscirei. Vorrei vedere dei risultati subito.

Non ci sono più i giocatori come Lei. No. ci sono Belinelli. Gallinari. Datome. Ai miei tempi era più facile. Sicuro? «C’era uno straniero per squadra. Gli italiani erano più protetti, poi la Bosman ha cambiato tutto. I giocatori possono circolare, ma hanno meno garanzie.

Personalità. Dipende dal carattere di una persona e dagli insegnamenti ricevuti. Io ho avuto esempi da grandi giocatori, Vittori, Flaborea, Ossola. Grandi personalità che aiutavano gli altri a crescere. E poi grandi allenatori, Nico Messina, Nikolic, Primo, Gamba.

Chi nella NBA con lei? Riva e Villalta. Poi gli slavi, Kicanovic, Delibasic, Dalipagic, Cosic. Tra i russi Belov e Thackenko. E Sabonis».