Un giudizio sulla Final Eight 2017, date a Rimini quel che è di Rimini

20.02.2017 17:41 di Alessandro Palermo   vedi letture
Successone di Legabasket
Successone di Legabasket

Ieri, a trionfare in Coppa Italia è stata l'Olimpia Milano, battuta Sassari in finale 84 a 74. EA7 campione, Ricky Hickman vince l'MVP del torneo con 25 punti nel match più importante. A vincere, però, non sono stati soltanto quelli in maglia Armani.

NO PARAGONI - Anche Rimini e Legabasket hanno vinto. Egidio Bianchi & Co. meritano di ricevere i complimenti di Pianeta Basket, come quelli di altre testate. In tutto questo, però, c'è ancora qualcuno che - anche ad evento finito - critica l'organizzazione e la scelta della sede. La location della Final Eight 2017 (e forse anche del 2018?) può non piacere, ci mancherebbe, ma prima di criticare a priori bisognerebbe aprire gli occhi. L'organizzazione della Lega ha stravinto in quasi tutti gli aspetti, tranne uno che analizzeremo più avanti. Purtroppo, però, qualcuno preferisce tapparsi oltre agli occhi anche le orecchie. Paragonare la nostra coppa a quella spagnola è assolutamente sbagliato, così come mettere a confronto i 15.000 biglietti venduti in quel di Rimini con i 100.000 abbondanti di Vitoria. Un movimento nazionale, quello italiano, ancora troppo indietro rispetto a quello iberico. Non per questo va puntato il dito verso Rimini 2017. La colpa è di altri, per come hanno gestito le precedenti edizioni. Anzi, la colpa è di tutti. Facciamo prima così, senza fare i classici scaricabarile. Il marcio sta alla radice, negli anni passati si è trascurata l'importanza del trofeo in questione. Otto squadre e otto tifoserie diverse, la Final Eight di Coppa Italia ha sempre avuto un potenziale importante che - purtroppo - noi italiani non siamo mai stati in grado di valorizzare. A questo, è giusto dirlo, bisogna aggiungerci la paura (in parte giustificata) degli sponsor nell'investire in qualcosa che anche i media sottovalutano. I flop precedenti non sono stati ancora cancellati, ci vorrà un po' per fare tabula rasa. Fare un servizio in più al telegiornale, dedicare un degno spazio alla Coppa Italia sui social, radio e quotidiani nazionali, non è disonore. Ad oggi, questo, sembra un'utopia.

NOTE STONATE - "Adesso lo sport, ci colleghiamo con il nostro inviato a Rimini per le ultime", frasi del genere non devono restare nel mondo dei sogni. Rai Sport ha svolto un ottimo lavoro ma sarebbe favoloso assistere ad un seguito più massiccio anche su Rai 1, con qualche collegamento come per il "modello calcio". Il basket non deve restare uno sport minore. E tale resterà se non si danno una mossa anche gli appassionati. Ci riferiamo alla Three-Point Contest ed alla gara delle schiacciate di ieri, prima della finalissima. Forse non tutti sono disposti a stare in un palasport per cinque ore (gare + finale) ma con l'ingresso gratuito per tutti e la presenza di stend interessanti era lecito aspettarsi almeno 3.000 persone dalle ore 15.00. Ed, invece, ad assistere alla vittoria di Filippo Baldi Rossi nella gara da tre punti ed al trionfo di Raphael Gaspardo in quella delle schiacciate, c'erano sì e no 600-700 fans. Tra l'altro tutti con l'entusiasmo sotto ai piedi. Tutta colpa loro? No, affatto. Le gare di contorno alla finale sono state spente ed organizzate in maniera molto superficiale. Anche i protagonisti del contest più divertente non si sono impegnati un granché, si salva soltanto Gaspardo. Landry Nnoko ad esempio aveva la stessa voglia di chi deve alzarsi tutte le mattine alle 5 per andare in cantiere.

UN SUCCESSONE - Detto ciò, questa Final Eight ci è piaciuta da matti. Ci sembrava giusto, però, citare anche gli aspetti negativi. Venendo a quelli positivi, invece, Legabasket ha vinto la sfida. Lo scopo era quello di creare un evento che puntasse dritto al cuore dei tifosi e delle famiglie, obiettivo raggiunto con successo. Per ridare credibilità al movimento cestistico Bianchi e compagni hanno saggiamente scelto di puntare sul contorno. Per questo, come avevamo scritto settimana scorsa, la location si è confermata perfetta per accogliere famiglie, appassionati e non. La Fiera, anzi il Festival (come ci tengono a precisare in Lega), è stato coinvolgente. Per questo, se qualcuno ci ponesse la fatidica domanda, risponderemmo: "A Rimini anche l'anno prossimo? Sì, al 100%."

TIFOSI - Per Semifinali e finale ci si aspettava il tutto esaurito che, purtroppo, non è arrivato. In ogni caso, anche in questo caso, Legabasket ha vinto un'altra scommessa: quella delle (non) barriere. Un rischio per alcuni, un azzardo vincente per gli organizzatori. Fortuna vuole, ad esempio, che non ci fossero nella stessa partita tifoserie come quella di Milano e quella di Cantù. Un derby bolognese senza barriere sarebbe folle pensarlo soltanto in partenza. Però, forse la scelta si è rivelata vincente proprio perché Legabasket ha puntato sul fare tutto alla luce del sole. Viene difficile pensare, infatti, che - a partita finita - due tifoserie avversarie si mettano a "far casino" all'interno della fiera, con famiglie, forze dell'ordine e stand. Gli organizzatori sono stati bravi a creare un clima perfetto, di festa e difficile da andare ad infrangere. Forse questo è il complimento migliore che possiamo fare a Legabasket.

CONCLUSIONE - A tal proposito, una citazione in particolare per alcune tifoserie. Onore a brindisini e avellinesi per essere giunti in tantissimi a Rimini (non proprio dietro l'angolo), in un giorno feriale come il giovedì. A loro un bel 9 in pagella. Meglio, però, hanno fatto i bresciani, ai quali va il dieci con la lode per la lezione di tifo che hanno saputo dare in quel di Rimini. Che l'Italia impari dalla loro filosofia, così lontana da quella italiana. Un tifo quasi alla tedesca, come quello adottato dal Brose Bamberg di Trinchieri e Melli. Un tifo che si basa soltanto sul sostenere la propria squadra, indipendentemente dai risultati e - soprattutto - senza mai "colpire" gli avversari. In conclusione, lo ribadiamo, Rimini 2017 è stato un evento assolutamente positivo. Molti di più i pregi che i difetti.

Editoriale a cura di Alessandro Palermo