Europa - Venezia manca il poker, ma chi gioca ha sempre ragione

20.10.2016 11:30 di Umberto De Santis Twitter:    vedi letture
Europa - Venezia manca il poker, ma chi gioca ha sempre ragione

Il primo verdetto di Champions League è beffardo per chi, come Trento e Reggio Emilia, nella tempesta solare della guerra FIBA - Euroleague ha deciso di stare a casa. L'esito della partita tra Varese e l'Asvel, con la tripla di Kangur a dare la vittoria ai biancorossi con 0,7 secondi alla sirena in diretta televisiva, è uno spot per il basket giocato che la pallacanestro delle mille polemiche e delle guerre clandestine non potrà mai avere. E forse ci aiuterà ad avere un numero maggiore di dirette televisive, chissà... una su quattro davvero pochino, nonostante il blasone di Sassari e l'irruzione di Avellino nell'olimpo del basket italiano.

Peccato anche per la Reyer, accreditata di favori ed invece improvvisamente scopertasi distratta e in ritardo di forma in appena cinque giorni: sarebbe stato un enplein beneaugurale, dopo la vittoria milanese in apertura di Euroleague contro il Maccabi. Ma è positivo anche per De Raffaele e la società, visto che l'impegno è lungo e le possibilità di recupero totalmente intatte. E per la verità ci sorprende un pò anche la vantata coerenza del presidente Longhi di Trento, che alla fine potrebbe aver scambiato una ribalta internazionale per fare la picca di un ragazzino presuntuoso e scocciato...

Ci ha sorpreso, e lo avevamo già scritto, la rinuncia di Reggio Emilia per una "retrocessione" dal'Eurocup alla Champions League che non si è voluta digerire. Non è che due anni di passivo milionario con stacco assegni di ripianamento siano la vera causa del ridimensionamento delle ambizioni, in attesa che dalla biglietteria e dal marketing arrivino nuove risorse senza doversi extra-frugare in tasca a fine stagione? L'epopea delle due finali scudetto, in fondo, nasce dall'entusiasmo e dalla consapevolezza guadagnate sul campo con la vittoria dell'Eurochallenge, la "Coppetta" che è tale per chi non l'ha in bacheca e sminuendola, ammette che rosica.

Iscriviamo il presidente Longhi nel novero di chi, come noi, si domanda se è giusto che si giochi o meno l'Euroleague senza avere meriti sportivi (Darussafaka docet). Lo dice in un passaggio su L'Adige (qui). A noi ci viene però un dubbio. Stefano Sardara, lavorando nei mesi passati per poter giocare Eurocup, si sarà reso conto che il record 1-19 della sua Dinamo Sassari nella storia della massima competizione, seguendo pedissequamente le istruzioni di Bertomeu non sarà migliorabile da parte della squadra se non con una rivoluzione di marketing e di bacino di utenza che possano generare almeno 20-25 milioni di ricavi? E lo stesso Longhi, che difende Eurocup a spada tratta, si è reso conto che il fine dichiarato (chiaramente dichiarato) di Bertomeu è quello di una Euroleague a 24 squadre che rottamerà la seconda coppa ECA? Perché a quel punto Euroleague Basketball avrà raggiunto quelle dimensioni con una sola maifestazione che oggi non ha sommandone due. E per una realtà come l'Aquila Trento - e i soliti 20-25 milioni di ricavi che ci auguriamo trovino comunque - un traguardo irraggiungibile. Fare oggi il gioco dell'ECA per ritrovarsi tra due anni a dover chiedere il permesso a Baumann per rientrare in Champions League non sarà un'altra bella figura, per di più senza aver guadagnato nulla. A meno di continuare a fare la parte del ragazzino di cui sopra.

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