EuroLeague - Riflessioni natalizie: la superiorità delle prime otto, la risalita delle greche e la favola dello Zalgiris

Il punto natalizio sull'Eurolega a meno di una settimana dalla fine del girone d'andata
25.12.2017 01:00 di  Fabrizio Fasanella  Twitter:    vedi letture
Sarunas Jasikevicius
Sarunas Jasikevicius
© foto di Foto: @bczalgiris (Twitter)

Rispetto al primo approfondimento di metà novembre, molti equilibri sono cambiati e diversi pronostici non sono stati rispettati. Il bello delle competizioni così lunghe e sfibranti è proprio questo: può succedere di tutto, le sorprese sono l’ordine del giorno e gli alti e bassi sono piuttosto frequenti. Anche oggi, a una partita dalla fine del girone d’andata, sarebbe prematuro e rischioso sbilanciarsi troppo. Perché una squadra che ora è in zona playoff, tra un mese potremmo trovarla a vacillare nei bassifondi della classifica.

È il caso del Valencia, che da un sorprendente record 3-1 è passato a un bilancio vittorie-sconfitte di 3-11 (ultimo posto in classifica). Dall’euforia generale alla crisi, dagli applausi al rischio esonero di coach Vidorreta. Tutto può cambiare nel giro di qualche settimana.

 

I MUSCOLI DEL CSKA. In Eurolega, come nella vita, le certezze sono poche e dobbiamo tenercele strette. Una di queste viene da Mosca ed è rosso-blu. Già, perché il CSKA (11-3) è ancora primo in classifica a guardare tutti dall’alto verso il basso. Dopo aver faticato ad incastrarsi tra loro, gli ingranaggi di coach Itoudis stanno facendo funzionare quella che sembra una macchina (quasi) perfetta: prima per punti segnati, palle rubate, percentuale da due, valutazione e chi più ne ha più ne metta. La differenza, però, la stanno facendo una difesa sempre più solida, i lampi della coppia stellare De Colo-Rodriguez e la continuità degli americani (Clyburn e Higgins). Un collettivo con la “C” maiuscola che ha tutte le carte in regola per puntare alla vittoria finale.

PRIME OTTO E ULTIME OTTO: UN GAP SEMPRE PIÙ EVIDENTE. Un’altra certezza è la differenza palpabile tra le prime otto e le ultime otto. Basti pensare che all’ottavo posto c’è il Khimki Mosca (8-6) e al nono il Baskonia (7-7). I baschi hanno mostrato un notevole cambio di marcia dopo le dimissioni di coach Prigioni (sette vittorie e tre sconfitte con coach Martinez in panchina), ma i russi sono molto più profondi, attrezzati e ambiziosi. In zona playoff troviamo le superpotenze economiche (eccezion fatta per Kaunas): CSKA, Olympiacos, Panathinaikos, Fenerbahce, Zalgiris, Real, Maccabi e il già citato Khimki. Sotto ci sono Vitoria, Malaga, Bamberg, Belgrado, Barcellona, Milano, Valencia ed Efes, con quest’ultima che ha licenziato di recente coach Perasovic per fare spazio ad Ataman. Salvo infortuni clamorosi, almeno sei (se non sette) delle prime otto attuali faranno la postseason. Le caselle che traballano (ad esser generosi) sono un paio e le uniche in grado quantomeno di lottare per salire sembrano essere Vitoria e Bamberg (6-8).

IL CAPOLAVORO DI JASIKEVICIUS. Rispetto a un mese e mezzo fa, i cambiamenti che saltano più all’occhio sono due. Cominciamo dalla straordinaria stagione dello Zalgiris (9-5) di coach Jasikevicius. Dopo un inizio incerto, Kaunas ha preso il volo e ha vinto cinque delle ultime sei partite, superando corazzate del calibro del Fenerbahce e del Panathinaikos. I lituani sono l’ennesima (piacevole) conferma di come si possa costruire un progetto di successo anche senza nomi altisonanti ma con buon quoziente di intelligenza cestistica, avendo idee chiare e atleti disposti a sposarle. Il resto è duro lavoro in palestra e predisposizione a lottare, sudare e giocare per un obiettivo comune. L’organico è composto da giocatori solidi e da professionisti esemplari che insieme formano il terzo miglior attacco dell’EuroLeague. Non stiamo più parlando di una sorpresa, ma di una certezza. E ora, con un Beno Udrih in più, sarà tutto più divertente. 

LE SCINTILLE DELL’OLYMPIACOS E DEL PANATHINAIKOS. L’altro grande cambiamento ha riguardato il rendimento delle due greche. Entrambe, ognuna con i propri difetti, avevano cominciato la stagione in modo tutt’altro che brillante. Ora, invece, occupano rispettivamente il secondo e il terzo posto in seguito a una formidabile seconda metà di girone d’andata. Passano gli anni, ma l’Olympiacos (11-3) è sempre in vetta, grazie alla cultura di squadra che si riflette sul gioco e all’imprescindibile ossatura ellenica (veterani di mille battaglie) su cui coach Sfairopoulos, nel momento del bisogno, può sempre contare. I Reds hanno vinto sette delle ultime otto partite e hanno coronato il loro gran momento mercoledì scorso, battendo in modo convincente i rivali del CSKA Mosca. Solo a causa della differenza canestri, al momento sono secondi con lo stesso record dei russi. Il Panathinaikos, trascinato da un Calathes in formato MVP (è stato eletto miglior giocatore del mese di novembre), sta giocando con un’ammirevole consapevolezza grazie a un roster profondissimo e a una grande identità difensiva. Fate pure otto successi nelle ultime nove uscite: i Greens vogliono tornare alle Final Four, nel caso non vi fosse arrivato il messaggio.

PER CHIUDERE. Qualche considerazione rapida per concludere. Il Real Madrid di Luka Doncic (8-6, tre vittorie in fila) va applaudito perché sta andando oltre a una sfortuna a tratti surreale, mentre il Fenerbahce (9-5) sembra che stia giocando al 60-70% delle sue possibilità per non sprecare energie mentali e fisiche. Secondo l’opinione di chi scrive, i turchi sono ancora i favoriti per la vittoria finale. Ma devono ancora fare un salto di qualità per convincere fino in fondo.

A livello individuale, invece, è doveroso menzionare l’annata di Alexey Shved. Il russo è attualmente il miglior realizzatore dell’EuroLeague con 21,3 punti di media e sta toccando dei livelli stellari, ma il Khimki gioca (molto) meglio quando l’ex esterno dei Knicks non è in versione “salvatore della patria”. Perché nel basket, per fortuna, il collettivo conta più del singolo.

Buon Natale a tutti.

Fabrizio Fasanella