EuroLeague - Milano/Bologna: luci poche, ombre tante di Carlo Fabbricatore

EuroLeague - Milano/Bologna: luci poche, ombre tante di Carlo Fabbricatore
© foto di Savino Paolella

(di Carlo Fabbricatore). Per le due italiane la stagione di Euroleague è ricca di contraddizioni. Milano nettamente sotto le aspettative al netto degli infortuni che hanno funestato la squadra: l’Olimpia gioca male. La scelta di seguire la strada della difesa come arma principale si è dimostrata errata: troppa difficoltà in attacco. Si dice che l’attacco fa vendere i biglietti e che la difesa fa vincere i trofei ma vince chi segna un punto in più non uno in meno.

Anche Obradovic ha cambiato radicalmente la sua filosofia di gioco adattandosi alla Pallacanestro moderna e questo certifica la sua grandezza e adattabilità al gioco. Troppo macchinosi e prevedibili in attacco. La fase offensiva troppo vincolata al pick and roll senza averne gli interpreti ideali e l’infortunio di Pangos hanno messo a nudo la mancanza di alternative.

Manca un vero playmaker capace di bilanciare la squadra: Mitrou-Long può cambiare il ritmo della partita ma non sa mettere in ritmo la squadra e Baldasso è ancora troppo acerbo per questi livelli. L’innesto di Shabazz Napier potrebbe dare nuova linfa alla regia finora deficitaria dell’Olimpia. Pochi giocatori capaci di trattare la palla: cattivi passaggi e palle perse certificano questo deficit.

L’assenza di Shields mette in evidenza la mancanza di un giocatore capace di trovare una soluzione offensiva fuori dagli schemi di gioco. Milano gioca in modo estemporaneo e spesso prende tiri senza il corretto bilanciamento. Hines, eroico, non si sottrae al passare degli anni e fa fatica contro i centri oversize delle altre squadre di Euroleague.

Dentro l’area Milano pecca di fisicità che non viene garantita da Voigtmann e Davies che spesso subiscono i pari ruolo.

Gli acquisti: Tonut non ha inciso, forse sente la mancanza di Bramos; Pangos non sembra a suo agio con il sistema di gioco; Mitrou-Long non è un regista; Thomas visivamente fuori dal suo ruolo in campo; Voigtmann senza fiducia; Luwawu-Cabarrot gregario non leader; Davies più ombre che luci. Rendimento nettamente insufficiente soprattutto in funzione delle grandi aspettative e proclami di inizio stagione.

Bologna ancora non pronta a sopportare lo stress psico-fisico di Euroleague: alcune partite perse malamente per cali di attenzione. La Virtus è troppo vincolata al “genio” di Teodosic nel bene e nel male.

L’equivoco Belinelli: un’opzione o un peso? Equivoco playmaker: la Virtus ha tante guardie e solo un regista di ruolo, Pajola (non me ne voglia Hackett) che è alla prima esperienza a questo livello . Mannion è un giocatore da lancia in resta e Lundberg è un contorno, personalmente avrei visto bene Markovic come collante.

La squadra è debole vicino a canestro: soffre i centri grandi e grossi. La Virtus gioca, quando Teodosic è ispirato, una buona pallacanestro. Ha alternato, poco, le difese con discreti risultati e non capisco per quale motivo Scariolo non usi maggiormente le difese a zona che gli hanno dato soddisfazioni importanti.

Quando la squadra gioca controllata ha il vantaggio di avere il migliore passatore europeo che farebbe segnare anche il custode della palestra. In transizione ha giocatori che possono essere letali.

Gli acquisti: Cordinier pensavo meglio; Lundberg sta facendo il suo; Mickey a fasi alterne; Ojeleye bella storia; Bako può diventare un giocatore importante, buona presenza difensiva e particolare non da poco per la sua altezza corre bene il campo. Non è un acquisto ma da Shengelia ci si aspetta molto di più. Bologna finora ha avuto un rendimento in linea con le aspettative anche se manca la vittoria che può cambiare la stagione.

Olimpia e Virtus hanno subito molti infortuni che sicuramente incidono sul rendimento di entrambe ma tutte le squadre di Euroleague hanno questi problemi. Troppe partite ravvicinate non permettono di curare adeguatamente la condizione fisica degli atleti che spesso giocano in condizioni precarie.

Altro problema enorme dovuto al doppio impegno (campionato/Euroleague) è la lunghezza dei roster che ormai sono di 15/18 giocatori. Le squadre schierate in campionato non sono quelle che disputano le partite di Euroleague ed è difficile dare una fisionomia omogenea al gioco: sostanzialmente sono due team diversi per conformazione fisica e tecnica.

Roster così lunghi comportano un aumento enorme dei costi: è messa a dura prova la sostenibilità della pallacanestro europea. Cari Club, cari Coach, cari Giocatori diffidate dagli storyteller che un giorno vi incensano e il giorno dopo vi fanno sprofondare nella Fossa delle Marianne e accettate le critiche costruttive ed equilibrate di chi ama la Pallacanestro. Il Club Veci Brontoloni del Basketball ama il Basketball.

Carletto Fabbricatore