EuroLeague - Il punto dopo sei giornate: il Khimki e il Maccabi diventano grandi, il Fenerbahce scricchiola e Milano delude ancora

Le prime impressioni dopo le sei giornate iniziali di EuroLeague
12.11.2017 09:00 di  Fabrizio Fasanella  Twitter:    vedi letture
EuroLeague - Il punto dopo sei giornate: il Khimki e il Maccabi diventano grandi, il Fenerbahce scricchiola e Milano delude ancora
© foto di Foto: Euroleague.net

Tra sorprese, conferme e delusioni rispetto alle attese di inizio stagione, l’EuroLeague 2017/18 è giunta alla sesta giornata di Regular Season. È tempo, quindi, di dare uno sguardo alla classifica per fare i primi bilanci in vista dei prossimi turni.

 

IL CSKA LIMITA I DANNI - Al primo posto in classifica c’è un CSKA Mosca che non sempre si è rivelato brillante in questo avvio di stagione (vengono in mente le partite contro Milano, Madrid e Kaunas). La squadra, però, è nuova ed è ancora un cantiere aperto che deve trovare una dimensione. Per ora, gli uomini di coach Itoudis hanno limitato i danni cavalcando il buon momento di Nando De Colo (16,3 punti di media) e Will Clyburn (14,3 punti e 6,5 rimbalzi). Alcuni alti e bassi, invece, per il nuovo arrivato Sergio Rodriguez (12,8 punti e 4,5 assist).

LE AMBIZIONI DEL KHIMKI - Al secondo posto, forse un po’ inaspettatamente, solo per la differenza punti troviamo un Khimki in grande spolvero con cinque vittorie e una sconfitta. È vero che il calendario ha per ora aiutato la compagine russa (quattro gare in casa e due in trasferta contro un solo team di prima fascia), ma i segnali incoraggianti da parte dei gialloblu non si possono nascondere. Mosca ha trovato un successo importante sul campo del Real Madrid ed è sempre più la squadra di Alexey Shved (19,3 punti di media), che grazie al suo talento ha spesso risolto situazioni piuttosto complesse. I ragazzi di coach Bartzokas sono terzi in EuroLeague per produzione offensiva e stanno mostrando anche un discreto approccio difensivo. Gli aggiustamenti da fare in vista dei prossimi turni sono tanti, ma i moscoviti non devono porsi nessun tipo di limite. Da non dimenticare, infine, gli apporti dei due americani Anderson e Robinson.

REAL E FENERBAHCE - Rispettivamente al terzo e al quarto posto, con un bilancio di 4-2, sono posizionate due “big” che stanno facendo un po’ di fatica a esprimersi sugli stessi livelli dello scorso anno. Stiamo parlando del Real Madrid e del Fenerbahce Istanbul di Datome (top scorer dei turchi con 13,7 punti di media) e Melli. Gli spagnoli si stanno godendo un Luka Doncic in formato MVP (21,2 punti; 6,7 rimbalzi; 4 assist) ma sono ancora difficili da giudicare per via degli infortuni: Sergio Llull e Ognjen Kuzmic (crociato anteriore) potrebbero non rientrare fino al termine della stagione, Anthony Randolph ha saltato alcune gare per via di un problema alla spalla e Gustavo Ayon rimarrà ai box per quattro mesi (la squadra ha acquistato il lungo Tavares in emergenza). Nelle ultime due sconfitte contro il Khimki e il Maccabi, al di là delle assenze, ci sono stati diversi campanelli d’allarme, specialmente a livello difensivo. I campioni d’Europa, invece, hanno vissuto qualche difficoltà fisiologica per chi ha vinto l’anno precedente (insuccessi a Malaga e ad Atene), mostrando una scarsa lucidità nei finali di partita. Nelle ultime due settimane, però, contro Valencia e Bamberg sono arrivate due prove di forza incoraggianti. Ricordiamo, infine, che Bobby Dixon non ha ancora fatto il suo esordio stagionale.

IL MACCABI È TORNATO NELL’EUROLEAGUE CHE CONTA, L’OLYMPIACOS ATTENDE SPANOULIS - Sembra funzionare il nuovissimo Maccabi Tel Aviv (4-2, quinto posto), che in questo avvio di stagione ha passeggiato sul campo del Bamberg e ha battuto il Real Madrid. Gli israeliani sono primi in EuroLeague per rimbalzi catturati e possono finalmente puntare in alto dopo il disastro della scorsa annata. Tyus pare rinato sotto le plance, Thomas e Jackson sono due bocche da fuoco di altissimo livello e il due volte campione NBA Norris Cole sta giocando un basket molto solido in cabina di regia. Al sesto posto (4-2) c’è un Olympiacos ancora orfano di Vassilis Spanoulis, fermo per un infortunio al ginocchio. I Reds hanno iniziato col botto grazie a quattro vittorie consecutive, ma hanno fatto due passi indietro a Barcellona e al Pireo nel derby di Atene. Fatta qualche eccezione, l’attacco dei greci è stato spesso poco produttivo (ultimo in EuroLeague per punti) e la difesa si è sfaldata nei momenti chiave degli incontri: urgono aggiustamenti in vista del doppio turno della prossima settimana.

CONFERME, NUOVE LEVE E UN PANA CHE DEVE ANCORA TROVARE SE STESSO - Nella parte centrale della classifica, con un record di 3-3, vediamo tre conferme e due nuove squadre spagnole che vogliono (e possono) farsi valere. Vincendo le partite che doveva vincere (Efes, Baskonia e Malaga) e perdendo le gare oggettivamente fuori portata (Khimki, Fenerbahce e CSKA), il Valencia (settimo) ha dimostrato di essere perfettamente in grado di lottare per i playoffs. Subito dopo c’è il solidissimo Zalgiris Kaunas, reduce dall’exploit milanese con 94 punti segnati in trasferta; il talento dei soldatini di coach Jasikevicius è inferiore alla media, ma grazie a un efficiente sistema di gioco la postseason non è utopia. Al nono posto si trova l’altalenante Panathinaikos, che a causa di un paio di sconfitte evitabili (Barcellona e Baskonia) non è dove voleva essere; il potenziale dei Greens è alto, ma ora è importante trovare della sana continuità. Il discorso dell’Unicaja Malaga, che con due vittorie consecutive ha già dimenticato il tracollo contro il Valencia (91-53), è molto simile a quello dei ragazzi di coach Vidorreta: l’obiettivo è entrare tra le prime otto sfruttando la sfacciataggine che solo le “promosse” sanno mostrare. Infine, il Brose Bamberg di coach Trinchieri ha inanellato una serie di tre successi in fila per lasciarsi alle spalle un difficile avvio. L’arrivo di Dorell Wright (10,3 punti di media) ha aumentato la pericolosità offensiva dei tedeschi, che ancora per tre settimane dovranno fare a meno di Daniel Hackett (infortunio al ginocchio). In ogni caso, il divario tra i team in questione e le prime cinque o sei classificate è notevole. Fatta eccezione per il Pana, nessuna di tali compagini può puntare alle zone nobili dell’EuroLeague. Questa, almeno, è l’impressione attuale.

BARCELLONA E STELLA ROSSA - Con un bilancio di 2-4, il Barcellona e la Stella Rossa occupano rispettivamente la dodicesima e la tredicesima piazza. Si tratta di due situazioni molto diverse, visto che i catalani sono decisamente più talentuosi dei serbi. I ragazzi di coach Plaza avevano iniziato la stagione con un’incoraggiante vittoria contro il Panathinaikos. Un successo che si è però rivelato un fuoco di paglia, dato che sono arrivate quattro sconfitte (anche contro team di fascia bassa come l’Olimpia e l’Efes) in cinque gare. Gli spagnoli stanno quindi facendo i conti con i fantasmi dello scorso anno a causa di una chimica di squadra insufficiente: tanti bei giocatori non ancora amalgamati. Belgrado, invece, si è confermata una squadra in grado di dare fastidio a tutti, ma rispetto all’anno scorso sta facendo un po’ più di fatica.

NOTE DOLENTI - Le ultime tre posizioni sono occupate da squadre che, per ora, non hanno quasi mai dimostrato di poter stare al passo delle altre. Il Baskonia Vitoria, quattordicesimo, ha però fatto un cambio di marcia dopo le dimissioni di coach Prigioni, vincendo ad Atene e sfiorando il successo sul campo del Khimki venerdì sera. Al quindicesimo posto troviamo l’Efes Istanbul, che ha perso le prime cinque gare di Regular Season. I turchi hanno avuto diversi problemi in fase offensiva e devono ancora trovare un’identità, ma la stagione è lunga e nulla è perduto. Come alla fine dello scorso anno, Milano si trova a fare la chiudifila della classifica. L’Olimpia ha perso con onore le prime tre gare contro il CSKA, il Fenerbahce (in overtime) e il Real Madrid, per poi battere il Barcellona al Forum grazie a una grande rimonta. Fino a quel punto, la mentalità dei biancorossi sembrava quella giusta. A Tel Aviv e in casa contro Kaunas (62-94), però, sono arrivate due prestazioni caratterizzate da un’inquietante arrendevolezza. I problemi dell’Armani Exchange, sul campo, riguardano in primo luogo un attacco senza idee e circolazione di palla.