Noi due, così diversi ma uguali

09.06.2017 19:20 di Alessandro Palermo   vedi letture
Noi due, così diversi ma uguali

Questa notte Kevin Durant potrebbe vincere il primo titolo della carriera, coronando così il suo sogno. Un percorso sofferto - quanto discusso e criticato - iniziato la scorsa estate, quando scelse di sposare il progetto Golden State, un progetto con un solo obiettivo: vincere l'anello. Un anello che "KD" non ha mai avuto il piacere di mettersi al dito e che per farlo, o quantomeno provare a farlo, ha scelto di allearsi con i più forti. Una scelta sicuramente poco romantica, che ha spezzato il cuore di milioni e milioni di appassionati, non soltanto dunque dei tifosi di Oklahoma. Durant questa sera potrebbe vincere il suo primo anello, a 28 anni, 29 tra poco più di due mesi, non proprio da giovanotto. Ed è un po' quello che accadde a sua maestà LeBron James (classe '84), quando vinse il suo primo titolo con i Miami Heat nel 2012. Quello stesso LeBron che, in questo momento, è impegnato invece a compiere un'improbabile rimonta, per soffiare il titolo proprio al "35" in maglia Warriors, avanti 3 a 0 nella serie.

Diamo i numeri: 38, 33, 31. No, non siamo pazzi ma i numeri dovevamo darli ugualmente. Quello è il fatturato personale di Durant in queste NBA Finals, dove la stella ex Thunder sta viaggiando a 34 punti di media. Un dominio assoluto, 3 partite perfette e 3-0, titolo ad un passo.

Per arrivare a questo punto Durant ha dovuto rinunciare a qualcosa, un po' come fece anche LeBron nel 2010, quando decise di lasciare la sua Cleveland. L'amore non era, e non lo è tuttora oggi, quantificabile allo stesso modo, Cleveland significa davvero tanto per James ma la scelta fatta da entrambi fu pressoché identica. Due simboli, rispettivamente per Thunder e Cavs, che hanno dovuto però lasciare la loro squadra del cuore per provare a vincere un titolo. E per vincere hanno dovuto condividere lo spogliatoio con i più forti: Dwayne Wade e Chris Bosh nel caso di James; Steph Curry, Klay Thompson e Draymond Green nel caso di Durant. Perché per dei giocatori del genere, vincere è tutto. Questo aspetto può anche non piacere ma è la verita ed è anche piuttosto comprensibile per un campione, nel dubbio schieratevi con Carmelo Anthony, uno che "il vincere" lo ha messo sempre in secondo piano.

Se Durant dovesse vincere l'anello, cosa quasi scontata, la sua carriera potrebbe prendere una piega completamente diversa, ovvero avvicinarsi a quella intrapresa da King James. LeBron, prima di vincere, ha dovuto perdere finali, fare figuracce, cadere e rialzarsi. Poi sono arrivati i trionfi, il primo - ironia della sorte - nel 2012 proprio contro i Thunder di Durant, 4-1 secco, senza storia. Quello fu il primo titolo per James, seguito da un altro successo, subito l'anno seguente. Ed è quello che potrebbe capitare anche a "KD", qualora dovesse vincere il titolo quest'anno. Perché la prossima stagione, con questa squadra così imbattibile, potrebbe arrivarne anche un altro, il secondo di fila. E' presto per perlarne? «Claro que si», direbbero in Spagna, ma fantasticare è bello ed andare oltre il presente è una carratteristica che descrive molto bene la stampa. E allora fantastichiamo: mettiamo caso che Golden State vinca questo anello (fino a qui non stiamo dicendo nulla di strano) e che l'anno prossimo - nel caso in cui Durant accettasse davvero un decurtamento del proprio stipendio - Curry, Thompson e Green decidano di rimanere nella Baia. A quel punto, ipotizzare un secondo titolo consecutivo non sarebbe così folle, i favoriti sarebbero ancora una volta quelli con la maglia gialloblù. Anche perché a Cleveland dicono ci sia puzza di rivoluzione. Ecco, dunque, che Durant potrebbe emulare la carriera di LeBron. Due anelli di fila, proprio come il "Re" ed i suoi Miami Heat.

Come detto in precedenza, per vincere però bisogna anche perdere. Ed, in questo, LeBron e Kevin l'hanno fatto più o meno allo stesso identico modo. Se diamo ormai per scontato il primo titolo di "KD", possiamo fare un ragionamento contorto ma che vi lascerà a bocca aperta per la somiglianza: entrambi i due campioni, prima di vincere, hanno dovuto disputare 6 playoff, perdendo 3 finali. Durant ne ha perse 2 di conference, nel 2011 e nel 2016, mentre ha dovuto rinunciare al titolo nel 2012 nella già citate NBA Finals del 2012. In 6 stagioni ai playoff, prima del titolo anche LeBron ha perso 3 finali, una sola però di conference (nel 2009) e ben due Finals. Una nel 2007 con i colori di Cleveland (4-0 contro San Antonio) e una con Miami, alla prima stagione in maglia Heat, perdendo 4 a 2 contro i Dallas Mavericks di Dirk Nowitzki e Jason Terry. 6 anni, 3 finali perse. Un cammino simile, che potrebbe cambiare per Durant alla settima post season della sua carriera, proprio come fu per LeBron.

Anche a livello personale le cose potrebbero cambiare, perché vincere un titolo può "sbloccare" la carriera, come successo a James, che dal primo anello ha incominciato a battere un record dietro l'altro. Per adesso, i due, sono separati soltanto dall'età (Durant classe '88, James classe '84) ma al termine delle rispettive carriere potrebbero avere una bacheca personale pressoché simile. D'altronde Durant si sta impegnando per provarci. L'asso di Golden State ha vinto una sola volta il premio di MVP della stagione (2014) ma in ben quattro occasioni è stato il miglior marcatore dela Lega (2010, 2011, 2012 e 2014). Per Durant fanno 5 premi, così come 5 sono anche quelli di LeBron, seppur invertiti: 4 volte MVP (2009, 2010, 2012, 2013) e una volta miglior marcatore della regular season (stagione 2007-'08). Piano piano, "KD" potrebbe arrivare ai trofei di LeBron, per i record c'è tempo ma quelli sembrano destinati tutti al Re di Cleveland.
Focus a cura di Alessandro Palermo