Il lungo fine d'anno di Pablo Laso nella crisi del Real Madrid

Dopo le due sconfitte il tecnico vitoriano torna in discussione. Ma aveva mai smesso di esserlo?
16.12.2014 16:08 di Alessandro Luigi Maggi   vedi letture
Il lungo fine d'anno di Pablo Laso nella crisi del Real Madrid

Il Real Madrid non è un club come gli altri. Il Real Madrid 2014-2015, se possibile, lo è ancor meno. E’ da questa certezza che deve partire ogni analisi sul momento della casablanca. Subalterni al compartimento calcio? Assolutamente sì. Ma se da quelle parti è arrivata la “decima”, dal basket è lecito attendersi la conferma, non il contraltare. Eppure, solo un anno fa, la storia ha raccontato di due secondi posti, fallimenti inconcepibili solo qualche mese prima, quando Sergio Llull stendeva il Barcellona nella finale di coppa nazionale. A metà dicembre, bastano due sconfitte consecutive in campionato per mettere tutto in dubbio. Anzi, rimettere. In breve i fatti: Real che cade due volte in Eurolega (Anadolu e Unics), Real che si impantana in due occasioni in campionato nel giro di una settimana (Estudiantes prima, Bilbao nella domenica appena passata). La classifica non piange (primi in Europa, secondi in patria ad una lunghezza da Malaga e a pari punti con il Barcellona), ma in una società importante, la pietra angolare deve chiamarsi fiducia. Una fiducia che a Madrid, come ricorda l’analista spagnolo Javier Maestro su encestando.es, non esiste. Almeno non nella persona di Pablo Laso che, di fatto, lo scorso 1 luglio, era stato ufficiosamente esautorato dal suo ruolo non tanto per l’amarezza di Eurolega, quanto per la resa nella finale di ACB contro l’odiato Barcellona.

In un simile scenario, le voci si sprecano. Da quelle di mercato, con il no del Galatasaray alla cessione di Zoran Erceg, a quelle per l’eventuale successione di Pablo Laso. I profili? Giorgio Bartzokas e Sasha Djordjevic. Il primo è il classico carnefice che si vuole come alleato, per quell’Eurolega vinta nel 2013 con l’Olympiacos proprio ai danni della casablanca. Libero di stato, è stato costretto a dimettersi ad inizio stagione dal Pireo dopo la sconfitta in Coppa di Grecia contro il Pana. L’ex leggenda serba invece, è il nome forte per ogni occasione dopo il grande mondiale di Spagna. Di fatto, un altro carnefice per alcuni elementi del roster.

In un simile scenario, saranno le prossime scadenze a decidere il tutto. 18 dicembre: arriva l’Anadolu per difendere il primo posto in regular season. 28 dicembre: dopo il turno “abbordabile” contro lo Xacobeo del 21, trasferta al Palau Blaugrana. 30 dicembre: arriva l’attuale capolista Malaga. Se Laso fosse il coach del Real Madrid anche il primo gennaio 2015, non si tornerebbe più indietro…