Il disinteresse mediatico verso il basket italiano

la vittoria dell'Under 20 un cameo per pochi intimi (o quasi)
23.07.2013 11:17 di Umberto De Santis   vedi letture
Il disinteresse mediatico verso il basket italiano

La sordina è stata messa al basket: evidentemente il calcio nella sua ansia di divorare tutte le risorse disponibili ha involontariamente o meno messo in un angolo tutto il resto dello sport. E immancabilmente ne abbiamo avuto la riprova televisiva con la squadra dei giovani del nostro basket.

"La nazionale Under 20 sta alla nazionale maggiore di basket così come la nazionale Under 21 sta alla nazionale maggiore di calcio". Una massima alla Catalano che giustamente stava stamattina su La Provincia di Como. Dove si è ricordato che la pallacanestro è pur sempre il secondo sport di squadra in Italia, anche se relegato in abissi siderali.

Nessuno si attendeva un trattamento mediatico paragonabile a quello degli azzurrini di calcio, ma la vittoria, pur essendo passata per la televisione, è rimasta circoscritta ai pochi "bene informati" delle cose del basket. Un trionfo, quello di Della Valle, Landi, Imbrò & C., tra l'altro televisivamente bellissimo e intrigante con due squadre che non si sapevano superare e poi nell'ultimo periodo lo show di Della Valle che farebbe entusiasmare i ragazzini come i gol di Maradona (se ci passate l'impudenza del paragone), televisivamente "minore".

L'inattesa medaglia d'oro azzurra in Estonia ha preso in troppi in contropiede, salvo rarissime eccezioni, perché non la credevano possibile: tra l'altro i nostri erano anche sfavoriti per la stupenda quanto composta presenza di tanti spettatori lettoni che si erano fatti la passeggiata fino a Tallin.

Così l'intera avventura degli azzurrini nel Baltico è rimasta relegata in un angolo (nonostante le ragazze dell'Under 20 avessero centrato la loro finale, anche qui da outsiders) eppure il successo che ha il basket universitario NCAA dovrebbe farci pensare qualcosa sugli eventi del basket giovanile.

Ma la copertura mediatica dei Campionati europei giovanili 2013 è solo l'ultima tappa del progressivo inaridimento della televisione verso tutto il mondo del basket. Se il governo non difende l'occupazione e l'industrializzazione è logico che le aziende delocalizzano e i lavoratori diventano disoccupati. La stessa cosa vale nel basket: questa omologazione buonista che viviamo, questa assenza di verve polemica (in fondo solo Scariolo ha ... movimentato le lingue), questo disinteresse istituzionale per difendere la nostra pallacanestro dall'insaziabilità dei palinsesti ha creato disinteresse mediatico.

Non sta a noi insegnare il mestiere a Gianni Petrucci, ma è tempo di contrattaccare con proposte e iniziative. Come le vicende dell'economia insegnano, quando certe produzioni industriali sono trasferite all'estero non torneranno più dove erano nate e avevano dato i frutti migliori. Grazie, Sacripanti e grazie, ragazzi dell'Under 20, quelli in campo e quelli che, giocandoci insieme o contro, hanno permesso a questi ragazzi di elevarsi fino al titolo continentale: la palla adesso passa al sistema basket italiano.