Fiba vs Euroleague, la nuova schermaglia si chiama Adriatic League

Una settimana fa, con un freddo comunicato stampa, la FIBA annunciava che: «Fiba Europe conferma il riconoscimento della Balkan League mentre disconosce la Adriatic League». La spiegazione ufficiale è che: «il rinascimento di una lega può essere ritirato se non si rivela conforme ai requisiti previsti. La Lega Adriatica non ha fornito informazioni sufficienti su alcuni punti relativi a precise richieste di Fiba Europe e Fiba». Il riconoscimento della Balkan League (che prevede squadre di Kosovo, Romania e Albania) ha ovviamente destato scalpore, anche se secondo i media serbi la decisione non sarebbe definitiva, ma solo il manifestarsi di un’intenzione, visto che l’Assemblea Generale della FIBA non si è mai espressa tramite un voto, come invece dovrebbe essere. 

Di fatto, la questioneè da interpretare in un quadro ben più ampio. Non  è un mistero come Euroleague (unitamente ad altri campionati europei) non abbia accettato il calendario approvato da Fiba per le qualificazioni internazionali dal 2017-2018: «Fiba sta pianificando progetti senza pensare a quelli che sono i veri catalizzatori del basket: i club. Questa è una mancanza di rispetto» il commento di allora del CEO Jordi Bertomeu. Schermaglie di una guerra che ha preso il via nel 2000, quando la Federazione Internazionale si ritrovò tagliata fuori dall’organizzazione della competizione più importante del mondo dopo l’Nba, l’Eurolega appunto. 

Come si inserisce la Adriatic League in tutto questo? Come la VTB, è un campionato internazionale che ha una stretta relazione con Euroleague, visto che ha posti garantiti nella massima competizione continentale come dovrebbe spettare ai soli campionati nazionali. Ma a differenza della VTB è più debole a livello economico, e più facile dunque da colpire.

Insomma, una vera e propria nuova dichiarazione di guerra della FIBA ad Euroleague, tanto che sotto sotto, secondo il sito Eurohoops, la federazione internazionale si starebbe muovendo con alcune leghe nazionali per rilanciare un possibile campionato continentale alternativo. Un po’ come nel 2001, quando l’Europa venne divisa in due: la Euroleague da una parte, la Suproleague dall’altra.