Tre anni fa il saluto del Professor Dido Guerrieri

Il 1 febbraio 2013 il Professore lasciava orfani gli appassionati di basket.
01.02.2016 15:20 di Laura Pecoraro   vedi letture
Tre anni fa il saluto del Professor Dido Guerrieri

Giuseppe Guerrieri, detto Dido, era nato a Civitavecchia il 21 maggio 1931. La sua carriera di allenatore inizia  in serie C nel 1959 alla Libertas Forlì che porta in cinque anni in Serie A. Dal 1969 al 1973 è Tecnico Federale del Settore Squadre Nazionali Maschili. E' stato assistente allenatore di Giancarlo Primo ai Campionati Europei Senior 1969 (Napoli) e 1971 (Essen, Medaglia di Bronzo). Medaglia d’Oro agli Europei Cadetti di Nocera del 1969 e Medaglia d’Argento agli Europei di Juniores di Zara del 1972. Allenatore dell’Anno nel 1983 (Vigevano, in A2) e nel 1986 (Torino, in A1), nel 1987-88 ha allenato il Banco di Roma.
Guerrieri fu vice di Cesare Rubini nell'epoca d'oro dell'Olimpia Milano, sponsorizzata Simmenthal, prima di diventare coach dell'altra squadra meneghina, la Pallacanestro Milano. Ma il nome del Professore rimane associato in maniera indelebile alla sua esperienza nell'Auxilium Torino, dove riuscì, tra il 1983 e il 1986, a portare la squadra per tre volte consecutive in finale. Il viaggio dell'Eternauta, come spesso si definiva, ha toccato in altre due occasioni la città della Mole, riportando l'Auxilium in Serie A1 nel 1989-90, soltanto dodici mesi dopo essere riuscito nella stessa impresa alla guida di Desio. Dal 1990 era anche Allenatore Benemerito d’Eccellenza. Assieme a Massimo Turconi aveva dato alle stampe, nel 1996, il libro "Il Taccuino" che raccoglieva gli articoli coi quali Dido, ogni settimana, ci deliziava dalle pagine di Superbasket. Guerrieri chiuse la sua carriera a quota 599 panchine in Serie A: nel 2011 è stato inserito nella Hall of Fame del basket italiano. Torino la curva del PalaRuffini porta il suo nome. 

Ci sarebbero mille pensieri con il quale ricordarlo. Impressi in modo indelebile nella mente e nel cuore quei valori che ha sempre tenuto alti nel basket come il rispetto e l’importanza dell’uomo prima del giocatore. Ne scegliamo uno a caso che sembra ormai non andare più di moda: la coerenza. Ci manchi Professore.

"Il lavoro va scelto, selezionato, non accumulato senza criterio. Se bastasse la quantità, allora tutti allenerebbero la squadra ventiquattr'ore al giorno. Magari venticinque. Siccome questo ragionamento ha rotto le scatole, in passato da qualche collega stakanovista fu anche messa in giro la voce che i miei allenamenti fossero leggiadri e leggeri. Domandatelo, o grulli, al mio capitano Zanatta, che di allenatori ne ha avuti molti. Se il successo si pensa di ottenerlo con le parolacce o trattando i giocatori come gli schiavi delle galere da combattimento turche, ci si sbaglia di grosso. E, tanto per parlare di due che vanno di moda, Peterson strema forse la sua squadra? O Sales si sfoga insultando i giocatori? E allora, bricconcelli, un pò di coerenza, prego..."
Dido Guerrieri.