Serie A - Power Rankings, dall'ottava alla prima posizione

29.09.2016 11:10 di  Alessandro Palermo   vedi letture
Serie A - Power Rankings, dall'ottava alla prima posizione

La nuova stagione di Serie A è ormai alle porte, l’anno accademico 2016-’17 partirà ufficialmente il 2 ottobre con la prima partita di campionato. Ai nastri di partenza abbiamo voluto stilare una nostra griglia ipotetica, di seguito il "Power Rankings" dalla posizione numero 8 alla numero 1. Per leggere il Power Rankings dalla 9 alla 16 (CLICCA QUI)

8) AQUILA BASKET TRENTO
Con Cantù e Varese si giocherà un posto ai playoff ma soltanto due delle tre ci andranno, più favorita invece Torino che non dovrebbe faticare troppo a centrare la post-season. Trento, dopo due anni ricchi di soddisfazione, ha stravolto il proprio roster: 8 giocatori nuovi, soltanto 4 i reduci della scorsa stagione. In un ipotetico starting five composto da Craft, Lighty, Gomes, Baldi Rossi e Jefferson, per 4/5 il quintetto sarebbe inedito. Di fatto i nuovi citati prendono il posto dei 4 titolari dello scorso anno che, per la disperazione dei tifosi, hanno emigrato verso altri lidi. Stiamo parlando delle partenze di Julian Wright, Trent Lockett, Dominique Sutton e, soprattutto, quella pesantissima di "Dada" Pascolo. La squadra ne esce ridimensionata, indebolita, ma i vuoti lasciati sono stati colmati da giocatori interessantimi e che potrebbero stupire. Uno su tutti: Aaron Craft. Con lui - nel ruolo di playmaker titolare - Trento fa un bel salto di qualità, retrocedendo Toto Forray in panchina e acquistando più qualità in regia. Per i playoff sarà davvero molto dura, aspettarsi la "solita" Trento sarebbe sbagliato. Ma una cosa è certa, si può fare ancora affidamento su coach Buscaglia. Se Trento ha conquistato il nostro "immaginario" ottavo posto, è gran parte merito di questo straordinario allenatore.

7) PALLACANESTRO VARESE
Ci sono mille motivi per non vedere Varese tra le possibili prime otto. Se si guarda il roster - profondo (Bulleri terzo play), esperto (Kangur, Cavaliero) e di talento (Maynor, Eyenga, Anosike) - allora Varese è da primi sei posti, senza se e senza ma. Poi, però, se si valutano altri aspetti emersi nell'ultimo mese, cambia tutto. Come l'andamento nel pre-campionato, decisamente poco rassicuarente. Complice di questo, però, una rosa falcidiata dagli infortuni. Nelle amichevoli, così come l'andata del turno preliminare col Benfica, Varese ha dimostrato molte lacune, soprattutto difensive. Anche l'intensità e l'approccio iniziale non ha per niente entusiasmato (vedi l'imbarcata presa con Siena al Trofeo dei Consorzi e il primo quarto con Capo d'Orlando). Gli infortuni di Anosike, Campani, Maynor ed Eyenga, però, hanno condizionato oltre che i risultati anche la preparazione e la coesione della squadra. Ma se si chiudono gli occhi e si pensa soltanto al valore dei giocatori, al bravissimo Paolo Moretti in panchina, alle rotazioni biancorosse ed al carismatico nucleo di italiani, allora è tutto più bello. C'è da dire anche una cosa, Varese grazie allo spareggio col Benfica, arriverà pronta all'inizio del campionato. Vero che i portoghesi non sono una squadra temibile ma giocare partite come queste, con una posta in palio importante che può determinare un'intera stagione, aiuta molto. A proposito dell'impegno internazionale, le fatiche di coppa probabilmente peseranno in negativo sul campionato della OJM ma il roster è lungo e potrebbe anche non essere un problema. Comunque se Varese parte favorita per un posto ai playoff è merito dello splendido mercato fatto dal GM Coldebella. I playoff, dopo esserci andati vicino per 3 anni consecutivi, non sono più un miraggio.

6) AUXILIUM TORINO
Squadra che, dalla scorsa stagione, ne esce molto più rafforzata. Un roster tutto nuovo, caratterizzato dal talento e dalla leadership del trio americano Wright-Washington-DJ White (quest’ultimo è l’unico superstite dell’anno passato). Oltre ai “Big Three”, da non sottovalutare il nucleo “Made in Italy” composto dal carisma e dall'esperienza di Peppe Poeta e Davide Parente, e dalla coppia Mazzola-Alibegovic in rampa di lancio. Per la qualità degli interpreti e per un Frank Vitucci che ha potuto lavorare bene fin dall'inizio (lo scorso anno era arrivato a stagione in corso), la squadra può staccare il pass per i playoff con qualche giornata di anticipo. L'ottavo posto è l'obbietivo minimo quest'anno, per una squadra ambiziosa come è diventata l'Auxilium, il desiderio sarebbe quello di farlo senza sudare sette camicie. Tutto ciò è figlio di un mercato eccellente che merita una piacevole ricompensa sul campo, dopo i tanti investimenti fatti in estate. L'asse Chris Wright-DJ White può essere davvero devastante. Nella Mole hanno alzato l'asticella.

5) REGGIO EMILIA
"Per i nostri ragazzi era arrivato il momento, dovranno imparare a cavarsela da soli". Questa frase - pronunciata da coach Menetti ai nostri microfoni - descrive meglio la Reggiana 2.0, priva dell'esperienza di due colossi come Kauekanas e Lavrinovic. Oltre alle due leggende lituane, pesano anche le partenze di Silins e Veremeenko. La Grissin Bon quest'anno ha perso tanto, sia in termini di gioco e di roster che di peso specifico nello spogliatoio. Punto e a capo, inizia un nuovo ciclo. Nuovo nuovo, però, non è. Sotto il PalaBigi sono rimasti comunque Aradori, Della Valle, Polonara e De Nicolao, diventati dei simboli per tutto l'ambiente biancorosso. Con questi quattro, se ci aggiungiamo il figliol prodigo Riccardo Cervi, formiamo il super quintetto titolare di Reggio. A preoccupare, però, è la panchina. Tolti Derek Needham e Stefano Gentile, resta un acerbo Arturs Strautins ('98) ed i due nuovi della Grissin Bon: Delroy James e Sava Lesic. Quest'ultimi sono sicuramente buoni giocatori, per carità, il primo conosce già il nostro campionato e con la sua fisicità può incidere, il secondo è un'incognita ma ha conquistato il cuore di Menetti (pur qualcosa vorrà dire, no?). Il fatto, però, è che non sono due innesti che colmano il vuoto lasciato dalle partenze illustri. Premessa: sostituire Lavrinovic, Silins e Veremeenko era davvero difficile. Ma Reggio non ci è andata nemmeno vicino. In conclusione, perchè quinta? Perchè ripetersi, dopo aver perso 2 finali scudetto consecutive non è facile. Molto dipenderà dagli stimoli di chi è rimasto.

4) SCANDONE AVELLINO
Discorso, quello del "ripetersi", simile a quello della Reggiana. Dopo un'annata storica, fatta di 12 vittorie consecutive in campionato, i "Lupi" proveranno a cavalcare l'onda, facendosi trasportare dall'entusiasmo della piazza. Dopo le tante soddisfazioni della stagione 2015-16, la Sidigas si è ripresa il suo pubblico, guadagnandosi sul campo il loro aiuto. Tornando al valore della squadra, i biancoverdi in Supercoppa hanno saputo dimostrare di poter essere l'anti-Milano. Non per giocarsi il primo posto (vedi il passivo impietoso della finale) ma per essere superiore alle altre. Perchè, dunque, un quarto posto e non un secondo? Per il discorso fatto in precedenza, Avellino avrà ancora la forza e la fortuna di ripetere la straordinaria stagione dello scorso anno? Difficile ma con un mercato eccellente si può sognare in grande. Il DS Alberani ha portano in Irpinia un reparto lunghi tutto nuovo da fare invidia all'intera Serie A: Cusin, Fesenko e Zerini, i quali - insieme alla permanenza di Leunen - possono fare cose clamorose. Da Avellino è partito Nunnally, MVP dello scorso campionato, ma la dirigenza ha individuato in Adonis Thomas il sostituto perfetto. Quest'ultimo sarà in grado di raccogliere la pesante eredità?

3) REYER VENEZIA
Al Media Day della Supercoppa - presso gli studi SKY di Milano - tutti, ma proprio tutti, hanno citato la Reyer come favorita per i primi posti. Gli addetti ai lavori, gli allenatori, i giocatori ed i dirigenti, dopo l'Olimpia, facevano tutti il nome di Venezia. Anche questo pur qualcosa vorrà pur dire. I lagunari sono temuti ed il motivo è semplice: si sono rafforzati molto sul mercato, nonostante le partenze di Phil Goss e Mike Green. Gli arrivi di Marquez Haynes, Tyrus McGee, Ariel Filloy e Jamelle Hagins possono dare tanto, ma ancora più importante è la permanenza nel roster di elementi fondamentali come Michael Bramos, Melvin Ejim e Stefano Tonut. Perchè questa squadra può fare male? In primis, come detto, per il mercato fatto. In secondo luogo, da tenere conto assolutamente, i giocatori sono quasi sempre gli stessi. Di rivoluzioni, Venezia, non ne fa. Certo, quest'anno come anche la scorsa stagione, arrivano sempre delle facce nuove ma il nucleo rimane sempre lo stesso. In laguna sono rimasti ancora Ress, Ortner e Viggiano, per il trio ex Siena si tratta della terza stagione in Reyer. Anche Peric ha sposato ancora la causa orogranata, per lui questa sarà addirittura la sua quarta stagione. Così facendo Venezia ha scelto di puntare sull'unione, sul feeling di una squadra che si conosce ormai da anni. Cosa rara, visto che le ultime squadre a farlo erano Siena e Cantù dei tempi d'oro (Stonerook, McIntyre, Sato, Kaukenas e Ksystof Lavrinovic da una parte; Mazzarino, Markoishvili, Leunen dall'altra). La storia, i fatti, dicono che questo alla lunga paga.

2) DINAMO SASSARI
Il roster è stato formato in fretta, che non è una brutta cosa. La dirigenza si è dimostrata molto decisa, rapida nel prendere le proprie decisioni ed i risultati - almeno nel pre campionionato  - si sono visti fin da subito. Altrimenti la Dinamo non avrebbe battuto per ben due volte (la seconda anche abbastanza nettamente) una grande squadra come il Galatasaray, nel "Città di Sassari" e nel trofeo "Meridiana". Le amichevoli non sempre fanno testo, in questo caso sì però. Queste due vittorie dimostrano proprio come un roster assemblato con largo anticipo può battere anche una big europea. E' la dimostrazione di come una squadra, seppur superiore sulla carta, può fare enorme fatica contro una formazione già amalgata. Questo fattore tornerà utilissimo a Sassari per il primo mese e mezzo di campionato, dove la maggior parte delle avversarie saranno ancora impegnate a prendere confidenza (come potrebbe essere il caso di Cantù per il mercato fatto ad agosto o Varese, per gli infortuni). Aver completato il roster in poche settimane non può che aver aiutato l’allenatore, così come i giocatori stessi. Dopo aver dato fin troppo spazio a questo aspetto, passiamo alla rosa. Sul mercato si poteva fare qualcosa di più, soprattutto nel ruolo di centro. In ogni caso Sassari è l'anti-Milano perchè è la piazza che più di tutte forse ha il desiderio di riscattarsi, dopo il flop della stagione precedente sia in Europa che, soprattutto, in Italia. C'è voglia di tornare fra le prime della classe, di giocarsi un'altra finale scudetto e giocatori come Trevor Lacey, Dusko Savanovic, Darius Johnson-Odom e Josh Carter possono farlo. Il primo potrebbe essere tranquillamente tra gli attaccanti più prolifici della Serie A, il secondo ha un curriculum che parla da solo e gli ultimi due hanno un carisma invidiabile. DJO ha leadership, mentre Carter sa come azzannare il canestro e potrebbe essere tra i giocatori più decisivi del campionato.

1) OLIMPIA MILANO
C'è poco da dire. La squadra da battere, anzi definirla semplicemente favorita alla vittoria finale sarebbe al quanto riduttivo. Milano è la stra favorita e, come roster, non ha rivali. Quest'anno, per la prima volta nella sua storia, l'Olimpia - complice le 30 partite minime in Eurolega - potrà contare su un rosa profonda a tal punto da schierare in campionato la cosiddetta "squadra B". La società ha messo coach Repesa nelle condizioni di poter contare su non una, ma due (grandi) squadre. Milano ha il numero di giocatori giusto da permettersi di far rifiatare tutti, volta per volta. Possibile che ogni domenica ammireremo interpreti differenti. Vista che, a detta di molti, lo scudetto 2017 è già cucito sulle maglie dell'EA7, proviamo ad individuare gli unici scenari che potrebbero non favorire i lombardi. Sforzandoci non poco, però, va detto. Su tutti l'impegno in Eurolega, sarà davvero molto stancante. L'Olimpia giocherà 30 partite di Regular Season in Europa e 30 in campionato. E siamo già a sessanta. A queste aggiungeteci la Supercoppa già disputata, la Coppa Italia, i playoff in campionato e arriviamo già oltre ad ottanta partite stagionali. Poi, se Milano dovesse raggiungere anche i PO in Eurolega, si arriverebbe intorno alle 90 partite... numeri da NBA. Questo potrebbe proprio portare la squadra di Repesa ad arrancare tra maggio e giugno. Anche se, come detto, Milano ha un roster tale da poter affrontare con serenità il doppio impegno. Quindi, questo tentativo di rendere il campionato più equilibrato della realtà, è andato a vuoto. Proviamoci ancora, spernado in un esito migliore. Viste le partite infrasettimanali, Milano (presubilmente) cambierà spesso i titolari e, dunque, anche modo di giocare. Questi tanti cambiamenti e la mancanza di dieci giocatori fissi (a meno che Repesa non decida di utilizzare alcuni giocatori solo in campionato ed altri soltanto in Eurolega) potrebbe anche portare Milano a fare qualche passo falso. L'altra speranza, per le avversarie, è quella che l'Olimpia si ingolosisca, prediligendo l'Eurolega allo Scudetto. Scenari difficili da immaginare, lo sappiamo, ma non impossibili.


Previsione a cura di Alessandro Palermo,
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