Quei troppi tecnici e antisportivi che mortificano il basket nazionale

30.10.2013 12:59 di Umberto De Santis   vedi letture
Quei troppi tecnici e antisportivi che mortificano il basket nazionale
© foto di Foto Giorgio Scarfi

Nuove regole arbitrali. andiamo subito al nocciolo del problema. Lunedì sera a Siena dopo aver ricevuto in tre azioni consecutive colpi proibiti, Daniel Hackett ha avuto un moto di stizza nei confronti dell'arbitro che gli è costato un tecnico ingiusto e il ribollire in panchina dove Crespi l'ha giustamente relegato per evitare guai peggiori.  Nella giornata della domenica molte decisioni degli arbitri avevano lasciato l'amaro in bocca a giocatori "incolpevoli" di aver toccato una palla di troppo o di non aver apprezzato le cure di un avversario. "Non si può continuare così. Lo stillicidio di falli tecnici e antisportivi sta rovinando lo spettacolo. La gente si lamenta e ha ragione, non è più basket. Ne parlerò in Lega con gli
altri proprietari, dobbiamo fare qualcosa": così Stefano Landi, patron della Grissin Bon, aveva commentato dopo la fine del
match tra la sua squadra e Montegranaro.

Detto, fatto. I massimi dirigenti dei team di serie A si sono sentiti fra di sè subito dopo la conclusione del terzo turno di campionato, che ha visto ancora il largo uso di provvedimenti disciplinari inflitti direttamente sul parquet dalle terne arbitrali. Terne che stanno semplicemente applicando, probabilmente un po' troppo alla lettera, il regolamento. Ma qualcosa adesso sembra muoversi, i coach che avevani chiesto queste nuove regole, sotto la pressione anche dei proprietari dei club oltre che dagli scarsi risultati ottenuti, sembrano aver cambiato idea.

E' in programma oggi un incontro al vertice tra il presidente federale, Gianni Petrucci, quello della Lega di serie A, Valentino Renzi, e il massimo responsabile del Cia, Gaetano Laguardia. Si deve discutere della cosa, questa "nuova"
impostazione frutto di rigidità data dagli organismi arbitrali al regolamento. Fattore destabilizzante dunque, che colpisce in primis i giocatori sul parquet, abituati a una maggiore tolleranza sia nelle situazioni fallose che nell'esplicitarsi delle proteste. La linea dura paga contro gli atteggiamenti da prima donna di qualche cestista, ma penalizza tutti: e lo stress misto a fatica che aleggia naturalmente sui parquet fa il resto, ma negativamente per lo spettacolo e per gli atleti. tutti gli atteggiamenti sopra le righe sono stati sanzionati in maniera diremo draconiana. Quo vadis? Finora nessuno si è lamentato della discrezionalità maggiore degli arbitri per evocare preferenze o combine. Certo che queste possibilità sono aumentate, come quella di falsare incontri e campionato involontariamente. Mettiamo un pò di ordine, e un pò di tolleranza.
La misura giusta nelle cose rende il basket quel mix irresistbile dello sport che è.