Pianigiani: 'La mia Italia intrigante. L'Olimpiade? E' giusto crederci'

Fonte: nicola apicella - legabasket
Pianigiani: 'La mia Italia intrigante. L'Olimpiade? E' giusto crederci'

Berlino non è poi così lontana. Meno di cinque mesi (l'esordio è in programma il 5 settembre) e nella capitale tedesca si alzerà la palla a due dell'Europeo azzurro. Dopo l'ottavo posto di due anni fa l'Italia gioca per due obiettivi. Tornare tra le grandi d'Europa e provare a conquistare un biglietto per le Olimpiadi, traguardo che non centriamo dallo storico argento di Atene 2004.

Simone Pianigiani, ct azzurro, un'Italia con un potenziale così non si è mai vista. E' d'accordo? "Il potenziale è un concetto abbastanza vago e che va contestualizzato. Con tutti gli effettivi a disposizione questa è una Nazionale che ha diverse opzioni e che definirei intrigante. Non abbiamo certo il vissuto di altre squadre come la Spagna e la Serbia che da diverse estati giocano insieme e sempre per le medaglie, noi siamo tutti da scoprire e speriamo di essere bravi a ridurre il tempo entro il quale riusciremo ad esprimere il nostro potenziale".

Dica la verità, con quello che è successo negli ultimi anni la prima cosa che fa appena sveglio è controllare che gli azzurri che giocano in Nba stiano tutti bene. "Ahaha (ride). Effettivamente la prima cosa su cui mi aggiorno sono i risultati delle gare della notte, per vedere cosa hanno fatto i nostri però, perché spero che dal punto di vista della sfortuna abbiano tutti già dato".

Come li ha trovati nel recente viaggio in America? "Sereni, erano tutti carichi e con l'energia giusta". Il prossimo Europeo è anche la strada per arrivare alle Olimpiadi. Quante volte glielo ricorda il presidente Petrucci? "Tante. Ed è giusto che sia così. Lo sport è voglia di sognare e di fare l'impresa e per uno sportivo l'Olimpiade è il sogno. Finché non ci elimineranno questa sarà la motivazione per la quale giocheremo. Siamo consapevoli di quanto sia difficile in questo momento ''uscire'' dall'Europa perché, tolti gli Stati Uniti, quasi tutto il meglio mondiale è qui. Proprio per questo ritengo sia giusto che il presidente spinga continuamente a competere per i massimi obiettivi".

Non c'è dubbio che l'Italia sia finita in un girone di ferro. Chi deve preoccuparsi di più, noi dei nostri avversari o loro di noi? "Che il nostro sia il girone più difficile è palese ma lo è anche per la nostra presenza. In ogni giornata potrà succedere di tutto e noi non ci fasciamo la testa. Sono dell'idea che all'Europeo, con la formula delle cinque partite in sei giorni, le ultime tre delle quali a meno di 24 ore l'una dall'altra, l'imprevedibilità è massima. Dipende da tante cose: si tratta di cogliere l'attimo, e se lo cogli tutte le altre considerazioni vanno a farsi friggere. Se poi ''salveremo le penne'' in un girone come questo si apriranno scenari interessanti".

Spagna, Serbia, Turchia, Germania e Islanda. Sulla nostra strada c'è di tutto. "Facciamo poca filosofia, Spagna e Serbia giocano per vincere l'oro come sempre in questi ultimi anni. La Turchia è l'espressione di un movimento in fortissima crescita, di un campionato che è probabilmente il più ricco d'Europa, ha un allenatore espertissimo (Ataman, ndr) e anche giocatori Nba. In più avranno un fortissimo fattore campo data la sicura partecipazione in massa della comunità turca residente in Germania. La Germania sarà effettivamente in casa e con un clima di particolare emozione e motivazione perché questa sarà una delle ultime apparizioni di un campione assoluto come Dirk Nowitzki. L'Islanda è la classifica 'underdog che vorrà vivere il proprio Europeo al massimo e senza nulla da perdere. Dovremo essere prontissimi da subito".

Qualità tecniche a parte mettendo in campo cosa? "Non dobbiamo perdere l'umiltà e il filo emotivo che nelle ultime estati ci ha guidato, a prescindere da chi c'era. Dobbiamo avere una gioiosa responsabilità nell'affrontare l'estate Azzurra, per essere squadra nel senso più vero del termine. La spinta emotiva potrà farci guadagnare quei dettagli che alla fine poi fanno la differenza".

Dopo l'ottavo posto di due anni è arrivato il momento del grande risultato? "Essere tornati tra le prime otto squadre d'Europa è stato importante perché per molti dei nostri ragazzi è stata un'esperienza unica sentire sulla propria pelle cosa significa giocare grandi prestazioni con la Nazionale. Credo che questo desiderio di riviverle sia la migliore motivazione per continuare ad avere credibilità internazionale e per continuare a giocarcela ad alti livelli".

In Italia c'è ancora fame di basket? "Si. E lo dico in maniera convinta. Da un anno e mezzo sono ct a tempo pieno e girando l'Italia vedo quanto sia amata la pallacanestro. Noi dobbiamo fare tutto il possibile perché ciò si mantenga e si alimenti". Per farlo però servono anche giocatori e si fa sempre più fatica a produrne di buon livello. "La nazionale è diventata necessariamente anche un luogo dove fare esperienza internazionale e crescere. Da allenatore dico che la nostra categoria deve concentrarsi per far sì che crescano giocatori migliori, e per questo intendo atleti che possano fare la differenza non solo in Italia ma anche e soprattutto nelle competizioni europee. Per far questo occorre la collaborazione di tutte le componenti del nostro movimento".

Il prossimo 5 settembre, giorno dell'esordio all'Europeo contro la Turchia, cosa dirà alla squadra prima di scendere in campo? "Spero di poter dire loro che fin lì è stata un'estate in cui è stato fatto tutto al meglio delle nostre possibilità e dei nostri mezzi per raggiungere il livello più alto possibile. Quindi di salire con serenità e fiducia i gradini che portano al campo, pronti per cogliere l'attimo e per goderne perché è un privilegio assoluto vivere momenti come questi, unici e difficilmente ripetibili".