NBA Eastern conference, si riparte dal coming back di LBJ

28.10.2014 14:02 di  Amedeo Confessore   vedi letture
NBA Eastern conference, si riparte dal coming back di LBJ

Paul Celan è stato uno scrittore ebreo, nato in Romania ma di lingua tedesca. Tra i suoi versi più noti ne esiste uno che diventa ora, il post it principale dal quale prendiamo le mosse per lanciare uno sguardo investigativo sulla Eastern Conference della NBA: “La poesia è una specie di ritorno a casa”. Vero.

Ed è vero che il ritorno a casa può diventare poesia per una nazione, un popolo,una comunità. Il primo Ottobre del 1984, usciva sul mercato “The Unforgettablefire” degli U2, un album in cui urgenza espressiva e impeto sonoro, venivano anestetizzati dal lavoro di produzione di Brian Eno e Daniel Lanois. Il messaggio della band irlandese era sempre diretto e viscerale, espresso questa volta con un linguaggio non noto ai seguaci dell’epoca. Quel disco si apriva con una traccia simbolo della loro produzione discografica, “A Sort of Homecoming”, coniugava un tappeto di percussioni tribali e il pulsare del basso con i tipici suoni di chitarra di The Edge. 

E’ il ritorno agli affetti, quelli intimi e personali che si riflettono nelle aspirazioni della comunità alla quale appartieni. E’ il percorso di Lebron James che ritorna a Cleveland. 

E’ lo stesso desiderio degli U2, di raccontare chi sei e da dove vieni, cosa puoi fare per la gente che ti vuole bene e in che modo lo farai.

I due titoli vinti con i Miami Heat, e più in generale l’idea di una onnipotenza cestistica che più di qualche volta ha fatto capolino, hanno legittimato il desiderio di LBJ di ritornare da dove tutto è partito, in quello che è il comeback più romantico degli ultimi anni (almeno così ci piace credere).

Ogni tipo di discorso sulla Eastern Conference quest’anno, non può che partire da Cleveland, Ohio.

Nella città che ospita la Rock and roll Hall of Fame (gradi di separazione tra James e gli U2 decisamente pochi), i Cavaliers decidono di non credere alle parole di Lana Del Rey (young and beautiful), e decidono nell’azzardo di una scommessa, di disfarsi delle prime due scelte Wiggins e Bennett, per far arrivare dal Minnesota, Kevin Love, in quella che è la replica di uno schema che vuole tre grandi giocatori per una franchigia vincente.

Il resto a Est è da scoprire lentamente, riusciranno i Pacers a trovare l’identità di team anche senza il loro miglior giocatore ?

Coach Thibodeau a Chicago dovrà lavorare sulla ricostruzione mentale di Rose prima che su quella fisica, ma i Bulls sulla carta rimangono una presenza ingombrante nella Division di appartenenza e una mina vagante per le aspirazioni di tutti, l’arrivo di Pau Gasol lima l’impeto fisico caratteristico delle squadre di Coach Thibodeau, e illuminerà d’eleganza la casa che è stata di MJ.

Per il resto ci troveremo di fronte nobili decadute ( Celtics, Pistons e '76ers), le promesse mai compiute degli Atlanta Hawks, e franchigie in attesa di un loro identità (Heat e Nets su tutte).

Poi ci sarebbero i Knicks di Phil Jackson, e qui, mi perdonerete,vorrei defilarmi, perché è sempre difficile parlare (in questo caso scrivere), di quello che si ama: Un libro, una musica o un film o magari l’eruzione verticale dei grattacieli di New York vista da una avenue a caso.

I Knicks, potrebbero ma non sono, mettono il vestito della festa non conoscendo l’indirizzo del party.

Insomma New York City Serenade, ancora una volta.