L'opinione di Sandro Gamba: Milano e l'illusione di un posto tra le grandi

L'opinione di Sandro Gamba: Milano e l'illusione di un posto tra le grandi

Il grande saggio della pallacanestro italiana Sandro Gamba - è anche di più ma è un Signore che non sente il bisogno di essere incensato a tutti i giri - commenta l'ultima settimana dell'Olimpia Milano sulle pagine de La Repubblica. La lucidità, la schiettezza e la profondità dell'analisi che mancano a tanti ventenni (e anche quarantenni) che si ritengono portatori della luce nella pallacanestro italiana.

"Ci prendiamo la vittoria di Desio contro Trento, che almeno rasserena gli animi dei tifosi - e di qualche giornalista pronto a non far mancare critiche - e non fa perdere di vista l'obiettivo principale all'Armani. Tenere testa alla classifica, consolidare il primo posto, fare di tutto per evitare sorprese ai playoff. Però sono due punti che non tolgono le perplessità. Le squadre forti, davvero forti, sono altro. Sono quelle che per almeno due quarti, a ogni partita, triturano gli avversari, impongono la loro legge, ti fanno capire che qui non si passa.

Devo confessare che, dopo le recenti vittorie anche europee, dall'Olimpia mi aspettavo altra consistenza. Illuso, lo ammetto, che almeno in questo finale di Eurolega potesse dimostrare di essere, non dico al livello delle grandi forze, ma in grado di competerci. Il Real Madrid mi ha riportato sulla terra, ma lo ha fatto soprattutto una prestazione milanese con poco senso, poco gusto, blanda, sbiadita. La forza non si è vista. Non se la sono giocata. Potevi andarci vicino, e perdere: succede. Qui però, a parte un momento nel secondo quarto con le triple di Jerrells e Kuzminskas, la dignitosa prova di Goudelock nel terzo quarto e quella reazione tardiva sul meno 20, la sensazione non c'è mai stata. La difesa è tornata ad essere un problema, a parte la generosità di Tarczewski e Gudaitis e l'attenzione generale, ma solo per i primi 15 secondi dell'azione. Troppo rapida la circolazione di palla del Madrid, troppo capaci di sviluppare il loro contropiede e di bloccare quello milanese. Chi ci ha messo il fisico, chi ha sfruttato i contatti, sono stati i bianchi.

E l'Armani? Dai tre allenatori in panchina, un Pao e due assistenti, mi sarei aspettato un cambio di sistema, una difesa allungata per tre quarti. Non sono arrivati, e vedo ancora insicurezze: una volta negli angoli, una volta nell'area, un'altra sul perimetro, e ho continuate a vederle anche contro la Dolomiti, accentuate da tutti quei rimbalzi difensivi persi dalle proprie mani. Però sabato si è rivisto il Cinciarini fondamentale nel mettere ordine di questo periodo: doveva essere il supplente, si è preso la cattedra di playmaker, stavolta segnando pure. Mano bollente di Micov, che ha aggiustato tutto insieme a Bertans, e ho visto un gran Gudaitis, tra stoppate (5) e rimbalzi (8). Dia qualche mazzata in più, e sarà perfetto."