Danny Ainge, quasi un capolavoro la ricostruzione dei Celtics. Con Datome?

26.04.2015 12:57 di  Umberto De Santis  Twitter:    vedi letture
Danny Ainge, quasi un capolavoro la ricostruzione dei Celtics. Con Datome?

Nessuno ride delle decisioni, spesso controverse, che prende Danny Ainge a Boston. La ricostruzione del 2003 dei Celtics, che portò al titolo 2008, è considerata dagli addetti ai lavori un piccolo capolavoro. Perciò nessuno trova incomprensibili la scelta di un allenatore esordiente, Brad Stevens dopo aver scambiato Doc Rivers per una prima scelta dei Clippers. O il trasferimento di Ganett, Pierce e Terry verso altri lidi per collezionare cinque prime scelte. O nel 2015 scambiare Rajon Rondo, Jeff Green e altri Celtics per ringiovanire la squadra e aumentare la flessibilità salariale. Nel corso dei prossimi cinque draft avrà diritto a 26 scelte di cui 12 al primo giro.

Ma è stupefacente come, dopo aver incassato in estate il no di Kevin Love per fare coppia con Rondo, Ainge sia riuscito a dare a Stevens un roster capace di approdare ai playoff con dignità, anche se la spintarella dei Cavaliers è sembrata evidente: non era scontato pur nella derelitta Eastern Conference che elargiva possibilità di accesso ai record negativi. Anche la deadline di febbraio è stata un successo per Ainge: dopo l'interessante inserimento di Crowder, è arrivato quello di Jerebko e, perchè no, quello di Gigi Datome.

Ainge si è espresso in termini lusinghieri sull'ala italiana, arrivando a far intendere che in estate, quando Datome avrà chiuso il contratto con Boston diventando free agent, ci potrebbe essere un posto per lui ai Celtics, partendo dalla panchina. Molto dipenderà se dalla free agency potranno arrivare quegli elementi-chiave per fare il salto di qualità: già nella stagione 2015-16 si potrebbe vedere una Boston da titolo.