I malumori del Comitato sulla trasferta vietata ai tifosi Mens Sana

I malumori del Comitato sulla trasferta vietata ai tifosi Mens Sana

A seguito della decisione adottata dalla Prefettura di Varese, che ha vietato la vendita ai residenti in provincia di Siena dei biglietti per assistere alla partita di sabato fra Coelsanus Varese e Gecom Mens Sana, il Comitato La Mens Sana è una Fede intende manifestare il proprio dissenso nei confronti di questa ed altre determinazioni che, dopo neppure un mese dall’inizio della stagione 2014/2015, stanno creando forti malumori all’interno della tifoseria biancoverde.

Ci è francamente oscuro il meccanismo che, per due settimane consecutive, ha visto l’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive segnalare gli alti profili di rischio comportati dalla presenza di tifosi mensanini negli impianti delle formazioni che disputano il campionato di Serie B: valutazioni tra di loro apparentemente contrastanti (se oggi si indica l’inadeguatezza dell’impianto di Varese, dieci giorni fa la larga capienza del palasport di Montecatini era invece un dettaglio irrilevante), alimentando la sensazione che si voglia in realtà spegnere la passione di un’intera tifoseria additata, per tanti anni, quale esempio e modello da seguire ma, una volta fatta sprofondare in quarta serie dai reati e dai misfatti tristemente noti, divenuta improvvisamente scomoda e pericolosa per le autorità preposte al mantenimento dell’ordine pubblico. Nonostante questa stessa tifoseria sia composta anche da quei nuclei familiari (domenica scorsa al PalaTerme strideva, francamente, la vicinanza di babbi, mamme e bambini in età scolare con manganelli, scudi, caschi, anfibi e quant’altro) che seguono la squadra del cuore in trasferta anche per compiere una gita fuori porta e creare benefici, seppur piccoli, al tessuto economico che li ospita.

Non entriamo nel merito delle competenze, meno che mai delle professionalità altrui ma, in tutta onestà, nasce spontanea la riflessione che tale cultura del proibizionismo non solo sia negativa per l’immagine del movimento cestistico (e, nel nostro piccolo ridotto, vada a ledere la dignità personale di ciascuna persona), ma finisca pure per non risolvere in alcun modo i problemi di sicurezza dentro gli impianti sportivi, laddove realmente se ne presentino.

Ciò che, infine, ci preoccupa è la prospettiva di una reiterazione nell’adottamento di simili misure, cautelative o restrittive che siano. Le imminenti trasferte di Cecina (16 novembre), Pistoia (13 dicembre) e Livorno (28 dicembre), ad esempio, rappresentano tre appuntamenti ai quali la tifoseria biancoverde vorrebbe poter assistere senza che nessuno si debba ritrovare appiccicata in fronte l’etichetta soggetto pericoloso. Anche perché di pericoloso, in giro per l’Italia (dentro e fuori da un impianto sportivo), c’è ben altro.