Alex Finelli disegna l’Assigeco delle “doppie coppie” sull’asse playmaker­pivot

IL NUOVO TECNICO ATTENDE AL SALTO DI QUALITÀ VENCATO E PUNTA SU FULTZ IN REGÌA E SU POLETTI E CHIUMENTI SOTTO I TABELLONI. «Sandri mette atletismo e forti motivazioni e si può integrare bene con Austin, Jackson è un professionista super, Donzell
27.07.2015 08:13 di  Luca Mallamaci   vedi letture
Fonte: Il Cittadino di Lodi
Alex Finelli disegna l’Assigeco delle “doppie coppie” sull’asse playmaker­pivot

CODOGNO Idee chiare, esperienza e simpatia fortemente intrecciate con sogni e pensieri indirizzati a preparare le intense emozioni da vivere a breve sul parquet. Alex Finelli, 48 anni compiuti lo scorso 14 aprile, ci ha messo meno di un mese, nel gioco di squadra coordinato con la dirigenza lodigiana, a ridisegnare l’Assigeco. Il coach bolognese, da buon direttore d’orchestra rodato da anni vissuti sui palcoscenici più importanti, prepara uno spartito la cui chiave di violino è simboleggiata dalla doppia coppia play e pivot. «Abbiamo pensato, tra conferme e arrivi, a definire il roster con due elementi intriganti nei ruoli fondamentali: Poletti e Chiumenti, per dare solidità e passione sotto i tabelloni, Fultz e Vencato, ragazzi con caratteristiche tecniche e fisiche adatte a iniettare qualità sul perimetro con la possibilità di giocare anche insieme».

Scelte che passano anche da riflessioni legate all’aspetto emotivo. «Per motivi diversi, i due lunghi hanno nel cuore l’Assigeco. Poletti, reduce da un ottimo campionato, è cresciuto con Danilo Gallinari nel vivaio del “Campus”; Chiumenti, il nostro capitano un po’ sfortunato a livello fisico l’anno scorso, inizia la sesta stagione in rossoblu. Sono due giocatori, rispettivamente di 27 e 28 anni, che entrano ora nella fase di maturità: pedine fondamentali, ancora in crescita, tasselli importante della squadra».

Lo stesso vale per i due registi. «Sono “affascinato” da Vencato (altro prodotto del “Campus” tra alti e bassi l’anno passato, atteso dal salto di qualità: è eclettico e duttile con margini di miglioramento tecnico e fisico e il giusto orgoglio per continuare a progredire. A mio avviso è intercambiabile e complementare a Fultz, che ho cresciuto nelle giovanili della Fortitudo Bologna, abile tecnicamente e tatticamente. È una coppia di giocatori intelligenti, adatti a giocare insieme al resto del gruppo».

Un roster variegato nel suo complesso: «Sandri mette atletismo e forti motivazioni nel ruolo di ala piccola: dopo la stagione vissuta a Roma, seguita all’importante campionato a Torino, è desideroso di essere responsabilizzato. Si può integrare bene con Austin, in Italia da due stagioni, che ha punti per le mani e grande carattere: l’anno scorso ha giocato con lo scafoide rotto fino alla salvezza di Latina. Dà esperienza come Jackson, persona e professionista super, che con energia e personalità ci aiuta ad aprire il campo dall’arco con possibilità di aiutare in regìa».

I giovani spingono per un posto al sole. «Donzelli, uno dei tre 1996 più forti in Italia, reduce da due operazioni a entrambe le caviglie è atteso da un lavoro serio e paziente fino a Natale: ha bisogno di tempo per la piena ripresa. Saranno quindi molto utili Rossato, che voglio conoscere bene e allenare, e Pagani, ragazzo serio cresciuto pure lui al “Campus”, a tenere alto il ritmo del lavoro e dell’impegno. Dincic e Brigato sono affiancati alla prima squadra. Costa? In un’ottica di programmazione societaria, come Rossato l’anno scorso, ha bisogno di un’esperienza formativa in prestito in una realtà che possa garantire minuti in campo».

L’assemblaggio del roster è decisamente soddisfacente: «Non vedo l’ora di cominciare una stagione che mi aspetto molto bella e combattuta, sia per l’ingresso ai play off che per la lotta play out. Gli avversari? Dare giudizi con i roster ancora incompleti è prematuro. Di sicuro ci attende un girone impegnativo ed equilibrato con tante trasferte su campi importanti e caldi».

I tifosi lodigiani pregustano già del buon basket: «Punto ad avere una squadra bilanciata nelle due fasi di gioco. La sfida è fondere i due aspetti. In difesa serve efficacia e solidità, prerogativa fondamentale per ottenere risultati in A2; in attacco preferisco utilizzare al meglio il talento dei vari giocatori. Bene la soluzione nei primi secondi dell’azione ma anche far risaltare i punti di forza dei vari protagonisti armonizzandone l’impatto nel contesto del gioco di squadra».

Il punto focale è trovare la giusta chimica di squadra: «Un fattore che conta parecchio, dentro e fuori il parquet. Il lavoro tecnico va di pari passo con le relazioni tra i giocatori che devono anche stare bene tra di loro: aiuta a trovare la giusta soluzione nei momenti di difficoltà. Il coach? Essendo il leader ha le sue responsabilità da questo punto di vista».

Luca Mallamaci