A2 - Fortitudo Bologna, Pozzecco presenta la gara con Piacenza

Fonte: bolognabasket.org
A2 - Fortitudo Bologna, Pozzecco presenta la gara con Piacenza

Le parole di Gianmarco Pozzecco alla vigilia della gara casalinga con Piacenza.

“Sono molto contento della settimana di lavoro, i ragazzi sono stati molto disponibili e responsabili. E’ anche vero che è emersa una condizione fisica non al massimo, ma in questo periodo dell’anno ci sta: questo ha portato a qualche infortunio, condizionando gli allenamenti. Problemi di affaticamento per via della nostra mole di lavoro importante, e sono quasi contento che qualcuno si sia affaticato con dolori classici tipo schiena e cervicale, prova di impegno. Dispiaciuto invece perché speravo in uno stato di forma un attimo migliore, ma non fa niente. Continueremo a lavorare per vincere queste due partite e i playoff. Non mi interessa leggere o sentire che si stanno facendo calcoli per la griglia playoff, sono cose che non faccio. Alle Olimpiadi giocammo contro l’Argentina l’ultima del girone, quindi contro amici: si pensava che la vincente avrebbe incontrato gli USA, squadra da evitare. Vinciamo con Delfino che sbaglia un layup da solo, difficile capire se facendo apposta o no. Poi però Portorico batte gli USA e la griglia cambiò. A questo aggiungo che, comunque, abbiamo necessità di lavorare indipendentemente da calcoli: vero che lo scorso anno la Virtus andò fino alle fine con grande merito, ma facendo primi turni non difficili. E, ad ogni modo, per vincere devi battere chiunque. Parlando poi di singoli, molto contento di Cinciarini: qualcuno ha detto che considero americani Mancinelli e Rosselli, ma c’è anche lui, bravo a coinvolgere i compagni e difensore migliore di quanto non pensassi.”

Hai capito i motivi dei blackout? “Mi sono confrontato con altri, in questi giorni, e questi alti e bassi sembrano un classico di tutte le squadre di A2. Ma tutta la pallacanestro in generale è fatta così, perché ci sono grandissimi tiratori da 3 punti in campo, in tutti i ruoli, incidendo sulla possibilità di recuperare in fretta: con tre cesti fai nove punti e non sei, andando a condizionare molto su come difendi. Dobbiamo lavorare sui nostri momenti di down, stando più tranquilli e dando maggiore peso ai nostri possessi in attacco: certe palle perse rischiano di essere un macigno. E c’è un problema di condizione fisica, che ci porta a tratti ad essere in debito di ossigeno provocando difese non adeguate e concessione di contropiedi.”

In squadra sembra ci siano giocatori che ti seguono ed altri no, come il fare fallo nell’ultima azione. “Mancinelli ha commesso un antisportivo, ma ci sono tante regole che cambiano e spesso non è facile capire, così come i passi. Cinciarini voleva fare fallo, ma il rischio è che ci fosse un intenzionale, quindi le tempistiche del commetterlo devono dipendere anche dall’evitarlo. Poi è vero che ci sono giocatori esperti e altri meno, ma anche gli esperti possono fare errori: a Roseto ce ne sono stati, da parte di alcuni di questi, e che io ho notato perché ero un play. Possono sbagliare tutti: l’esperto spesso pensa di più, ma può non essere decisivo, a volte vinci con l’incoscienza.”

A Roseto ci sono stati minutaggi molto alti dati a Mancinelli e Rosselli. “A me piace che i giocatori giochino, quindi non è stato del tutto un caso, anche se i problemi di falli dei lunghi hanno portato Mancinelli a giocare da 5 quando sarebbe dovuto stare in panchina. Ma giocare è allenante, di me hanno sempre detto che mi allenavo durante in partita… E’ vero che ora non capita più tanto, comunque. Rosselli, anche lui ha giocato un po’ troppo, è allenante pure questo, ma sono cose da rivedere”

Chi starà fuori? “Non ho ancora deciso, dipende anche da quali saranno le condizioni fisiche degli ultimi acciaccati. Ho qualche idea ma aspetto, ripetendo che ogni scelta è sempre legata alla singola partita, dato che non vedo nessuno più scarso di altri.”

Come stai vedendo McCamey? “Facciamo chiarezza: non è un playmaker, non lo utilizzerò mai come play anche perché viste le recenti difficoltà non lo aiuterei, sarebbe un suicidio collettivo. Deve giocare guardia, e non è così semplice perché noi giochiamo in un certo modo, abbiamo bisogno di certezze, e lui in questo momento è un po’ in difficoltà. Oltretutto è il classico giocatore che da linguaggio del corpo non produce nell’immediato: se domani si svegliasse in qualsiasi squadra con bisogno di punti, farebbe 15-20 di media in un attimo, ma non è quello che gli posso concedere io. Però non è una situazione chiusa, continuo a sostenerlo in allenamento, forse a Roseto ho sbagliato a dargli poco spazio perché devo conoscere i miei giocatori anche se, come detto, non mi fa impazzire il suo linguaggio del corpo. Anche Delfino, o Alessandro Gentile, hanno questo tipo di ‘problema’, ma ciò non toglie che non siano giocatori straordinari. Invece, con McCamey, la conoscenza deve ancora esserci, e ha bisogno di qualcuno che si fidi ciecamente di lui. Dovrebbe giocare 25’ da guardia per andare bene, gliene posso dare 15’, ma giocando 15’ è talmente un bravo ragazzo che preferisce aspettare il suo momento senza agire, non è quello che entra e subito fa qualcosa. Capisco che la cosa risalti, e che deve essere recuperato. Di certo, garantisco che la squadra non lo ha scaricato, e ho visto che quel suo linguaggio del corpo lo ha palesato anche in gare buone… Abbiamo in squadra degli psicopatici, io per primo, ma nessuno che metta da parte un compagno per convenienza. E se ne avessi sarei molto in difficoltà, per la mia concezione di sport: non riuscirei ad allenare qualcuno di cui non mi fido. Ma farei fatica a metterlo fuori squadra, io ci sono stato e ho sofferto le pene dell’inferno, forse risolverei non prendendo un giocatore simile. Ma in generale le brutte persone non sono buoni giocatori.

Settimana scorsa avete fatto allenamenti forti prima e soft poi, è stato uguale anche negli ultimi giorni? “Grande lavoro nei primi giorni, poi giovedì abbiamo messo su un campo medico rifiatando. Cercando di fare un po’ di più tra ieri e oggi.”

E’ un periodo della stagione in cui si parla più di playoff che non della partita del giorno dopo. “E’ normale fare schemi ma non è che ci si debba far condizionare. Non stiamo parlando di Piacenza, ma non perché ci manchi il rispetto nei loro confronti, visto che hanno gente che merita tanto. E’ una squadra quadrata, con due americani ben inseriti e allenata bene, ma la partita di domani deve essere, possesso per possesso, una tappa nel percorso del nostro miglioramento. Ma deve essere vinta: se domani si perde, Mantova non ci regalerà niente ed è un attimo arrivare quarti. Noi stiamo crescendo, vorrei vedere la continuazione del nostro percorso, ricordando che loro saranno un osso duro.”