The Prodigal Son - Kevin Durant, la notte stregata di Washington

01.03.2017 09:00 di Alessandro Palermo   vedi letture
(Geoff Burke/USA Today Sports)
(Geoff Burke/USA Today Sports)

LA PREMESSA - Doveva essere la notte di Durant ma è andato tutto per il verso sbagliato. Ecco cosa è successo nella "sua" Washington, tra infortuni e risonanze magnetiche. Un ritorno a casa che si conferma maledetto per KD, si interrompe anche una striscia che andava avanti da 653 partite. Tanto per cambiare c'entra pure l'idolo Zaza Pachulia, come sempre.

Washington Wizards-Golden State Warriors: doveva essere la notte di Kevin Durant, alla fine lo è stata, ma in negativo. "KD" ha fatto ritorno nella sua città natale, per la prima volta dopo la tanto discussa firma con i californiani. Washington, quella stessa città che fu vicino a riabbracciare proprio dopo la separazione da Oklahoma. La scorsa estate i Wizards lo vollero a tutti i costi, ma non furono gli unici a volerlo. La storia la conosciamo tutti, il finale anche. Durant scelse poi di raggiungere Steph Curry, Klay Thompson e Draymond Green, per andare a formare il quartetto più temibile della Baia. Semplicemente stellare.

L'INFORTUNIO - Per questo c'era molta attesa, i tifosi di John Wall e compagni fremevano. C'era una gran voglia di sfidare il figliol prodigo, c'era. Sì, perchè il tutto è durato soltanto pochi secondi. Pronti, via. The Prodigal Son è costretto a fermarsi per infortunio dopo un minuto e mezzo di gioco. Zaza Pachulia e Marcin Gortat sgomitano in area, quest'ultimo spinge il georgiano che - nel cadere a terra - abbatte Durant, il quale non si accorge minimamente del pericolo. Una bella botta, dopo neanche sessanta secondi. L'ex Thunder prova a giocarci su ma, tempo altri due possessi, chiede prontamente a coach Steve Kerr di chiamare time out (10':26''). Fine della sua partita: Durant fa già ritorno negli spogliatoi (restandoci), mentre si tiene vistosamente il ginocchio. La stella di Golden State si dirige ai box (sulle proprie gambe) accompagnato da David West, una guardia della security ed un assistente di Kerr. Nella locker room Durant viene sottoposto ad una risonanza magnetica: "Iperestensione del ginocchio sinistro", questo il primo responso dei medici. Per conoscere l'entità dell'infortunio ed i giorni di stop, però, bisognerà attendere il prossimo bollettino medico. In giornata dovremmo ricevere altre novità.

MALEDETTA WASHINGTON - La prima volta di Durant a Washigton, da neo giocatore di Golden State, non è sicuramente da conservare tra i ricordi più belli della superstar. La capitale degli States si conferma stregata per "KD": l'ultima volta, infatti, che Durant giocò a casa sua, si infortunò al tendine del ginocchio. Stop che lo costrinse a saltare 6 partite. Un segno del destino? Forse. Intanto, questo ultimo inconveniente ha interrotto un record personale di Durant. Si blocca, dopo 562 partite di regular season (653 contando i playoff), la striscia che vedeva l'ala segnare almeno 10 punti ad incontro.

LA (NON) PARTITA - Per la cronaca, la gara contro i Wizards è finita 112 a 108 per i padroni di casa. Risultato che ha tenuto sulle spine gli oltre ventimila di Washington, fino agli ultimissimi secondi di partita. Probabilmente saranno ancora di buon umore i tifosi della capitale, un po' meno quelli di Golden State, presenti in massa al Verizon Center. In tanti, sponda Wizards, non hanno avuto neanche il tempo di omaggiare/insultare il figliol prodigo. Un match comunque molto divertente, anche senza Durant. Che peccato però. "Durantula" avrebbe sicuramente alzato il livello dello spettacolo in campo, senza dimenticare che la sua presenza avrebbe reso affascinante il duello con il suo ex allenatore: Scott Brooks. Coach di Durant per otto anni tra Seattle e OKC. Kevin vs Scott, per le statistiche questa verrà considerata come la loro prima volta ma siamo sicuri che per entrambi avrà poco valore. Tutto da rimandare.

Focus a cura di Alessandro Palermo,
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