Il presidente Petrucci: "Troppi finanziamenti al pallone, che ritorni a rispettare le regole"

Il presidente Petrucci: "Troppi finanziamenti al pallone, che ritorni a rispettare le regole"

Torna il presidente della FIP Gianni Petrucci a parlare dei troppi soldi che lo Stato concede al calcio, anche a danno delle altre federazioni del CONI, senza averne titolo. E lo fa oggi anche rispondendo in una intervista che non riesce, con domande evasive, a spostare il focus su altri aspetti del nuovo quadriennio che attende Petrucci alla guida pressoché unanime della pallacanestro italiana. Ecco le considerazioni sull'affaire pallone dettati a Flavio Vanetti per il Corriere della Sera:

"Il calcio sosteneva lo sport tramite il Totocalcio, per legge e non per "concessione". Quando diventai presidente del Coni, il sistema andò in crisi e il governo Berlusconi finanziò lo sport in ragione di 450 miliardi di lire, la metà dei soldi che entravano al Coni negli anni floridi. Avendo il calcio il 5,5% dei proventi del concorso, fu impossibile tagliare. Accordammo pertanto l'equivalente di 80 milioni di euro, diventati poi 60 a causa della crisi. Dieci anni dopo, il mio erede Giovanni Malagò istituì una commissione per rivedere i parametri e dare contributi alle federazioni. Tornato al basket, io dissi che era preferibile una distribuzione fatta dalla giunta del Coni. La commissione varò un sistema in cui ogni federazione riceveva fondi in funzione della sua realtà. Perché oggi il calcio, che non dà nulla allo sport, deve prendersi un contributo fisso e non entrare nel meccanismo comune?".

Il calcio alimenta le scommesse sportive, gli viene chiesto: "Però lo fa non per scelta, ma per legge dello Stato. Quindi sarò l'unico in consiglio nazionale a votare contro: c'è una norma che governa il finanziamento dello sport, il pallone deve rispettarla".