EA7 Milano, Hackett parla dopo la grazia: «Torno più maturo e migliorato»

La stella dell'Olimpia a cuore aperto
Fonte: EA7 Olimpia Milano
Daniel Hackett
Daniel Hackett

Dopo tre mesi Daniel Hackett è tornato. E’ tornato non solo in Eurolega da dove non era mai andato via ma anche in campionato dove potrà debuttare, contro Cremona domenica, in occasione dell’inizio del girone di ritorno, una volta cancellata l’inibizione che l’ha tenuto fermo per tre mesi. Ecco cos’ha detto Hackett dopo il primo allenamento della settimana in cui l’Olimpia giocherà una sfida cruciale in Eurolega contro il Fenerbahce e poi ospiterà Cremona.

Sul suo momento - “E’ stato un periodo abbastanza particolare della mia carriera, che ho cercato di usare per migliorare a livello personale, come essere umano, devo dire con grande aiuto da parte dei compagni di squadra, Coach Banchi e gli assistenti che hanno avuto la pazienza di starmi dietro. E’ stato un periodo che ora posso mettermi alle spalle e usare per migliorare in futuro. Di morali ce ne sono tante. Ma spero che questo periodo possa aiutarmi a maturare ulteriormente, ho capito quanto siano importanti le piccole cose e crescere”

L’Olimpia - “La squadra è stata molto, molto forte in campionato, è andata molto bene. Io mi sono sentito partecipe perché i compagni hanno voluto che lo fossi. Io sono stato vicino a loro dandogli tutto il supporto morale che potevo dare. In Eurolega secondo me abbiamo atto ottime cose, superando un girone difficilissimo e ora navighiamo in una Top 16 complicata dalla quale cercheremo di venire fuori. La Nazionale? Io spero si possa chiudere qui il capitolo relativo a cos’è successo. Non ho cicatrici, non ho odio, non ho rabbia contro nessuno. Il giorno della grazia dopo Alessandro e Nicolò tutti i ragazzi della Nazionale si sono fatti vivi, mi hanno invitato nella chat di gruppo, ho scambiato messaggi con tutti loro. E’ ovvio che dovremo parlarci a quattr’occhi ma è un buon inizio”.

Esempio di piccole cose - “La vicinanza dei tifosi, una cosa che a Milano non sentivo particolarmente forte quando sono arrivato da Siena. Quest’anno, forse perché mi vedevano in difficoltà, ho sentito davvero la spinta della curva, l’affetto dei tifosi, ho sentito i giovani che scalpitavano per rivedermi in campo in campionato. Un’altra cosa che mi ha aiutato è stata osservare le partite, guardarle dal di fuori. Non capita spesso di vedere le gare dall’esterno, vedere come si muovono e comportano i compagni. E infine il lavoro svolto a livello di fondamentali con Coach Fioretti e Coach Cancellieri. Quello è stato pane per i miei denti, mi ha aiutato tanto”.

Sul ritorno in campionato - “Scalpito. Mi manca il fascino della partita di domenica, mi manca non andare in trasferta e dover lottare contro la squadra di casa, contro i tifosi, contro un ambientge magari ostile. Mi manca il campionato. Il palcoscenico europeo è bello, spettacolare ma lo è anche il profumo di campi tosti, come Cremona, Cantù, Avellino. Mi mancavano”.

Sul ritorno a tempo pieno - “Sono stato una bella palla al piede per tutti, mi rendo conto. Non dev’essere stato facile per allenatori e compagni gestire questa situazione. Conto di reinserirmi con calma in campionato perché ci sono gerarchie chiare e non sarà immediato l’inserimento. Conto di aiutare la squadra anche se ha fatto un grandissimo lavoro senza di me. In generale, trovare un equilibrio tra Eurolega e campionato penso sia fondamentale in questo mese che poi culminerà con l’arrivo della Coppa Italia”.

L’inserimento dei nuovi - “Penso sia normale per una società blasonata come Milano cercare di mantenere un nucleo forte, solido, vincente, perché questo è quanto abbiamo fatto, per poi inserire giocatori pronti per il grande lancio. Non parlo di Linas Kleiza perché lui ormai è un giocatore storico, mi riferisco a Joe Ragland, a Shawn James che era inattivo da un anno, soprattutto di MarShon Brooks che ha le potenzialità per essere una star assoluta a livello europeo. E’ normale ci sia voluto un po’ di tempo per amalgamarsi ma i riusltati si sono visti: primi in campionato con due sole sconfitte, abbiamo superato il turno in Eurolega senza dover aspettare l’ultima partita in Polonia che poteva essere perciolosissima… Nelle Top 16 abbiamo sprecato una buona occasione con Novgorod, abbiamo preso una scoppola ad Atene ma ci siamo rialzati a Malaga. Nel complesso penso il bilancio sia stato positivo”.

Le Top 16 - “Ogni partita è come un enigma. Dalla prima all’ottava squadra non vedo partite scontate. Novgorod ha vinto a Milano, l’Olympiacos ha vinto in Turchia, Malaga ha rischiato di vincere con l’Efes, è stato avanti di 15, noi abbiamo vinto a Malaga. E’ tutto più equilibrato. Lo scorso anno c’era una spaccatura tra le prime e le altre, ora penso sia guerra vera fino alla fine. L’importante è stare lì, stare lì tra le prime quattro, poi si vedrà”.

La squadra di quest’anno - “Abbiamo un punto di riferimento notevole a livello di punte, Alessandro Gentile. Ci sta dando leadership, punti, difesa e carisma in campo. La sua evolzuione è sotto gli occhi di tutti. Per il resto ci affidiamo a chi è in forma, a chi sente la partita, ci sono sere in cui MarShon è caldo come a Varese, altre sere possono essere Samuels e Moss o magari Bruno Cerella. Non lo possiamo prevedere, questo è il bello di questa squadra. A Malaga, Kleiza è esploso nel secondo tempo e magari nessuno se lo aspettava. Abbiamo tante armi a disposizione ed è questo, ripeto, il bello di questa Olimpia”.