Avellino, Fitipaldo è il primo acquisto

Ragland e Green aspettano, la Sidigas non li corteggia
23.06.2017 12:50 di Massimo Roca   vedi letture
Avellino, Fitipaldo è il primo acquisto

In principio furono Taurean Green e Janis Blums. Dopo arrivarono "loro" e la storia non fu più la stessa: Avellino si riscoprì improvvisamente grande. Potrebbe essere questo l’incipit narrativo delle ultime due stagioni della Sidigas. Marques Green e Joe Ragland, Joe Ragland e Marques Green: più di una coppia di play. Qualità, esperienza, un’alchimia caratteriale perfetta che ha fatto sfiorare per ben due volte la finale scudetto ed ha portato in dote una finale di Coppa Italia e di Supercoppa. In queste ore il loro destino sembra allontanarsi da Avellino. Ragioni di budget, di incastri nella costruzione del nuovo roster, le motivazioni che, ad una prima lettura, sembrano essere alla base del possibile doppio divorzio. Eppure c’è qualcosa che sfugge, che non si comprende appieno.

FITIPALDO – E’ di stamane la notizia dell’accordo con il play uruguayano, Bruno Fitipaldo, peraltro già raggiunto nella serata di mercoledì. Il giocatore di passaporto italiano (ma non formato) è stata la sorpresa nella sorpresa Orlandina. Anche grazie alla sua scoperta il ds Beppe Sindoni è stato nominato miglior dirigente della serie A. Il suo grande inizio di stagione in Sicilia ha portato in dote la chiamata in Eurolega (Galatasaray) proprio alla vigilia del match di campionato con la Sidigas che non l’ha mai avuto come avversario. Assist, grinta, difesa, ritmo, tiro da tre le sue credenziali.

RAGLAND ASPETTA – L’ingaggio di Fitipaldo sembrerebbe una sorta di polizza assicurativa della Sidigas che potrebbe portare alla rinuncia di uno tra Ragland e Green. Avellino mantiene Ragland ufficialmente in stand by considerandolo come un’aggiunta di lusso, magari successiva. Per la verità risulta difficile comprendere come una volta ingaggiato Fitipaldo, le mosse susseguenti che tale scelta comporterà, possano poi sposarsi anche con un’eventuale conferma finale di Ragland. Avellino, in realtà, ha deciso fin dal principio di operare il suo mercato senza Ragland, aldilà delle dichiarazioni di circostanza rilasciate durante i playoff che vedevano Ragland come primo nodo da sciogliere. Ancora oggi non è stata operata alcuna offerta per il giocatore. E’ vero che ci sono offerte dalla Russia, Grecia e Turchia, ma è anche vero che il campione americano ed il suo agente non hanno ancora abboccato a nessun amo. Anzi. Il Lokomotiv Kuban sembrerebbe disposto a far follie per il play americano avendo alzato anche la posta rispetto alla prima offerta di 650 mila dollari senza aver avuto risposta forse in attesa proprio di Avellino. In realtà la Sidigas non ha ancora prodotto una proposta. L’anno scorso l’americano finì per scegliere Avellino rifiutando proposte più danarose. La sensazione è che invece il duo Sacripanti-Alberani protenda per il quasi completo azzeramento del roster.

I VETERANI - Lo scorso anno, al di là della tempistica delle ufficialità, furono Green e Leunen i primi ad essere riconfermati. Quest’anno il discorso appare diverso soprattutto per il capitano, Marques Green. L’età, il rendimento nelle due semifinali perse, sono il capo d’accusa per i denigratori che ci sono sempre stati in loco, spesso ricacciati nell’ombra dalle sue prestazioni e pronti a saltare fuori all’occorrenza. Su Green resta l’anatema di essere arrivato in Irpinia in un periodo storico ben preciso con una società invisa e forse invidiata da taluni benpensanti che continuano ad avere ascendente su parte degli appassionati ed a fare opinione. Addossare le responsabilità del mancato approdo in finale a Green e/o Leunen sembra alquanto ingeneroso.

IL PASSATO INSEGNI A NON RIPETERE GLI ERRORI - Oggettivamente è difficile, alla luce dell’ultima stagione, trovare un play di scorta che offra garanzie tecniche, specificità nel ruolo e capacità di gestione del gruppo, superiori a Green. Sono abilità che hanno fatto da parafulmine ai tanti coach che hanno avuto la fortuna di allenarlo. Sappiamo bene cosa è successo quando, con lo stesso atteggiamento che si percepisce in questi giorni, fu coach Valli a privarsi del folletto di Philadelphia finendo poi per scegliere Shakur. Quanto a De Nicolao è un profilo che avrebbe senso in ottica di legame pluriennale per evitare di valorizzare un italiano e rischiare di ritrovarsene senza dopo appena un anno. Pensare a profili diversi rispetto a Green e/o Leunen è legittimo, ma con quali obiettivi? Lo scudetto? Milano, Venezia, Sassari, Torino e la papabile neopromossa Bologna sembrano avere più polvere da sparare. Ed allora, volendo parafrasare un noto spot di un’agenzia immobiliare, prima di inseguire sogni forse sarebbe meglio affidarsi a solide realtà.

GLI ALTRI MOVIMENTI – La questione italiani resta in cima. Si cerca l’accordo con Zerini cercato anche da Cantù. Cusin gioco forza potrebbe restare anche se sulle sue tracce c’è la  neopromossa Virtus Bologna. Nel caso di partenza del lungo di Pordenone sarebbero due le caselle da completare con giocatori di formazione italiana, atteso che l’undicesimo potrebbe essere il confermato Salvatore Parlato ed il dodicesimo un giovane di serie. L’arrivo di De Nicolao escluderebbe la conferma di Green. Sacchetti è l’altro chiave importante per allungare la panchina in luogo del partente Severini. Cantù è però in vantaggio sull’ex Sassari. Avellino si è mossa tardi per McKissic la guardia-ala esplosa a Pesaro alla fine del 2015 per poi volare in Cina e da qui in Turchia dove ha trascorso la scorsa stagione all’Usak. Il giocatore di passaporto azero si è accordato con il Gran Canaria in Spagna. Logan resta un’opzione da incastrare con Fitipaldo. Fesenko difficilmente resterà. Qui si valutano diversi profili. Quello dei passaportati si lascia preferire.  Su tutti c’è il nome del 28-enne centro americano di passaporto nigeriano Trevor Mbakwe. Scoperta di Nicola Alberani all’Acea Roma nel 2013-14: per lui tre stagioni con Bamberg, Maccabi Tel Aviv e Zenit San Pietroburgo. A Reggio Emilia si vocifera di un interessamento degli irpini per Julian Wright riportato in Italia proprio dalla Grissin Bon in chiusura di stagione.