Tra Italia e USA, la JuveCaserta cerca la sua identità di squadra

02.11.2014 10:55 di Umberto De Santis   vedi letture
Tra Italia e USA, la JuveCaserta cerca la sua identità di squadra

Ho avuto il privilegio di assistere praticamente in esclusiva all’allenamento del sabato della Juve Caserta. Fa un certo effetto vedere in azione la strana coppia Molin-Esposito. Emanuele , il coach, veneto tutto d’un pezzo con Vincenzo, l’assistant, il casertano esuberante e verace: due grandi storie di pallacanestro. Tanta attenzione ai dettagli, nel Palamaggiò, per ritrovare l’affiatamento - come si diceva una volta, oggi si parla di chimica – dopo le diverse assenze dal campo per infortunio che hanno travagliato l’inizio del campionato, dopo una preseason che aveva acceso troppi fatui entusiasmi. Pur sapendo che le variabili nello sport sono talmente tante che nulla è mai garantito, tutto si deve conquistare giorno per giorno.

Vince l’aplomb del coach che ha uno stile pacato ma alquanto deciso quando corregge le posizioni in campo dei suoi giovanotti, certi movimenti affrettati, una tendenza all’anarchia di qualcuno dei giocatori USA. Il gruppo è una conquista che si rinnova ogni anno in qualsiasi team, l’atteggiamento positivo è fondamentale. Lo staff è tutto intorno in religioso silenzio, Marco Atripaldi dispensa sorrisi misurati, ma è attento a misurare anche gli umori dei ragazzi che spesso hanno bisogno di una parola o di un consiglio, specie quelli non ancora abituati alla vita da giramondo dei cestisti.

Farò un torto al grande poeta, ma oggi mi viene in mente la quiete PRIMA della tempesta. Guardo verso la curva dei tifosi casertani, sento già il suono e il frastuono del sesto uomo per spingere la squadra alla prima vittoria in campionato . Arriva Pistoia, un gruppo che sembra aver trovato già una sua identità benché presenti le stesse necessarie caratteristiche di ricerca di amalgama della Juve. Manca la profondità del budget nel basket italiano, non solo in termini di quantità di denaro a disposizione ma in quelli di programmazione e diventa difficile creare un nucleo costante di anno in anno dove innestare nuovi elementi. Ogni anno una nuova sfida, con Marco Mordente a fare da babbo con i suoi 35 anni a ragazzotti con 10 e più anni in meno, per vedere crescere talenti italiani come Sergio e Vitali.  

I cinque americani della Pasta Reggia sono anche i primi cinque marcatori della squadra. Un gruppo dall’anima a stelle e strisce, dunque. Un gruppo da amare e stimolare nell’orgoglio per tirarne fuori il meglio. Tanti USA hanno fatto dell’Europa il trampolino di lancio verso la NBA o una grande carriera nel vecchio continente, le aspettative individuali sono fortissime. Ci sono molti motivi per vedere un grande spettacolo al Palamaggiò, stasera e le motivazioni non mancano. Tutti a sedere, arriva la tempesta.