Fightball: il nuovo spettacolo uno-contro-uno che mischia basket e lotta

Fonte: corriere dello sport
Fightball: il nuovo spettacolo uno-contro-uno che mischia basket e lotta

È l'uno-contro-uno portato all'estremo. Il basket che sembra, quasi, imparentato con l'UFC, l'Ultimate Fighting Championship, la sigla più famosa delle arti marziali miste. Si chiama Fightball, unione delle parole lotta e palla, la nuova, nuovissima nicchia del basket americano. Per ora a a New York, ma vista l'accoglienza, il futuro non ha limiti. Si gioca in una specie di arena che sembra una discoteca, il pubblico tutto attorno a questo piccolo campo lungo poco più di 12 metri, dentro al quale scendono i gladiatori del terzo millennio, quelli che giocano a basket. Tutto o quasi è concesso: vengono fischiati dall'arbitro solo i falli antisportivi, il resto fa parte del gioco. «Stiamo parlando della NBA degli Anni Ottanta - così la definisce Liron Reznik, israeliano, co-fondatore di Fightball - paragonata a quella attuale».

La schiacciata è premiata: vale 3 punti Due giocatori in un campo lungo 12,192 metri, poco meno della metà di uno regolamentare [che è 28 metri]. Una piccola arena con due canestri dove si disputano, in ogni evento, 7 incontri, con complessivamente 8 giocatori inseriti in un tabellone stile-tennis, dai quarti si arriva alla finale. Ogni partita dura 8', due tempi di 4' con un intervallo di 2'. Se in un incontro della NBA al tiro si deve andare entro 24", qui il limite è di 8". Ogni canestro vale un punto, la schiacciata 3, mentre a metà campo c'è la linea tirando oltre la quale ci sono i 2 punti.  L'arbitro fischia solo i falli antisportivi (i flagrant della NBA), tutti gli altri sono ammessi. Ogni giocatore ha un bonus di 2 falli, una volta superato il quale all'avversario è concessso il tiro libero dalla linea dei 2 punti, ma visto che l'essenza del fightball è la velocità, oltre al gioco duro, se l'arbitro ritiene che un giocatore stia perdendo tempo lo può punire con un fallo. Nel caso di infortunio di uno dei due giocatori, l'arbitro può chiamare il time out (che si va ad aggiungere a quello regolamentare da 30" che ogni atleta ha a disposizione durante l'incontro] che in questo caso può durare al massimo 2', al termine del quale, se non c'è la possibilità di riprendere la partita, c'è il ritiro e la vittoria dell'avversario, un successo per ko, come nella boxe. Ma c'è un limite al gioco duro anche nel fightball: se l'arbitro ritiene che il fallo sia "super flagrant", cioè effettuato con l'intenzione di far male all'avversario, può decidere per la squalifica di chi ha commesso l'infrazione. E se dovesse succedere che tra infortunio e squalifica nessuno dei due giocatori può accedere al turno sucessivo, entra in campo la wild card, la riserva. Velocità, gioco duro, tutto fa parte del fightball, ma non ci si può avvicinare all'arbitro, le proteste e anche solo il minimo accenno di violenza portano all'automatica squalifica.