Matthews Dellavedova, l'outsider che viene dall'altra parte del mondo

Matthews Dellavedova, l'outsider che viene dall'altra parte del mondo

Se vieni dal Saint Mary's College of California ci sono molte probabilità che tu sia australiano: è qui che arrivano i talenti dell'Australian Institute of Sport per tentare la carta americana. Sulla maglia porta l'8, ma per i Cavaliers è il numero 61. Non doveva che osservare da un posto privilegiato le evoluzioni dei campioni NBA (e senza pagare il biglietto), si è ritrovato protagonista sul parquet e, al termine di gara 3, è stata la prima persona che LeBron James ha voluto abbracciare per festeggiare il 2-1 ai Warriors.

Matthew Dellavedova, che aveva neutralizzato Curry, l'MVP della stagione, in gara-2 permettendogli solo 19 punti, si è ripetuto in gara 3 aggiungendo anche un ventello, ma al termine di Golden State vs. Cleveland è stato ricoverato d'urgenza in ospedale sofferente per crampi "estesi a tutto il corpo" e definiti seri dai medici. L'impatto del playmaker sulle Finals è stato devastante anche per lui, certamente.

Perchè 61? Undrafted nel 2013, era stato cercato lo stesso da Cavaliers per le buone referenze di Mike Brown, che lo aveva visto giocare quando era andato al Saint Mary's a iscrivere il figlio. Il GM dei Cavaliers Chris Grant gli offrì un biennale da 100.000 dollari l'anno. Il GM attuale David Griffin ammette: "sono fortunato, il fatto che Chris abbia creduto in Delly (soprannome di Matthews, ndr) mi ha fatto ereditare un'ottima scelta". Mark Dellavedova, il papà di Matt, è australiano di origini italiane da cinque generazioni, il cui cognome è poco diffuso in Italia, poco più di cinquecento famiglie stanziate soprattutto in Friuli e Lombardia.