La lunga estate che attende i Lakers, bisognosi di rifondazione

La lunga estate che attende i Lakers, bisognosi di rifondazione

La pessima stagione dei Lakers, il record negativo di franchigia di 21 vittorie e 61 sconfitte, è stato un fenomeno che è progredito con l'andare dei mesi al punto che la sconfitta nell'ultima di campionato contro i Kings non ha colto di sorpresa nè scandalizzato nessuno. Comincia così la lunga estate dei Lakers, che dal 1976 non mancavano i playoffs per due anni di fila.

La terra è venuta a mancare sotto i piedi di un roster composto da giovani imberbi, scarti di altre squadre, veterani stanchi se non cotti. Steve Nash è stato perso nella pre-season, Julius Randle è stato perduto nella serata inaugurale, a gennaio è venuto meno anche Kobe Bryant. Se la scorsa stagione era stata una tragedia con 319 uomini/partita perduti per infortunio, quest'anno è andata anche peggio con 339. Dov'è il problema?

Un top five dal draft 2015 e 25 milioni di spazio nel salary cup da investire nella free agency (continuando a tenersi Kobe) potrebbero essere le basi di una resurrezione Lakers. Un complesso gioco di cessione dei diritti con Philadelphia ci dirà il mese prossimo cosa potrà arrivare a Los Angeles dal draft.

Con una media di 16,9 punti e 3,5 assist su 59 partite la bella sorpresa è venuta dal rookie Jordan Clarkson e al training camp alle Hawaii dovrebbe arrivare anche Kobe Bryant, che secondo Byron Scott a già ricominciato ad alzare pesi in palestra. Co recupero di Randle e un nuovo rookie di un certo rilievo, i Lakers potrebbero tornare in pista: il nome avrà un appeal per qualche free agent importante?