Houston e New Orleans: problemi di gestione e di incomprensioni

Houston e New Orleans: problemi di gestione e di incomprensioni

(di Giovanni Rinaldi). Con l'inizio della regular season, si comincia a delineare l'andamento delle squadre al comando nella Eastern e nella Western Conference. Tra le varie sorprese, notiamo la situazione alquanto disastrosa di due franchigie da cui ci si aspettava ben altro a inizio stagione. Stiamo parlando degli Houston Rockets e dei New Orleans Pelicans, rispettivamente penultima e ultima (14° e 15°) a ovest.

Nell'ultimo periodo dev'esserci qualcosa che non va a Houston. Dopo la finale di Conference persa 4-1 contro i Golden State Warriors, le aspettative per la nuova stagione erano molte. C'era bisogno di qualche ritocco al roster per consolidarsi come forza ad Ovest, e puntare a risultati migliori della scorsa stagione. Si comincia così con la partenza di alcuni giocatori, tra cui Josh Smith, per aggiungere giocatori del calibro di Ty Lawson e Marcus Thornton. Proprio a Lawson sono affidate le chiavi della regia, per rendere Houston una potenziale rivale di Golden State. Nelle prime 15 partite della regular season però i risultati sperati non sono arrivati: dopo le 10 giocate in casa (con un record di 3 vinte e 7 perse) e 5 lontano dalle mura amiche del Toyota Center (con il record di 2 vinte e 3 perse), di nuovo c'è stato l'esonero di Kevin McHale. Ora i Rockets sono nelle mani del vice allenatore JB Bickerstraff, e per il momento la speranza playoff è svanita quasi del tutto. Nonostante la richiesta esplicita dell'ex allenatore McHale di ottenere un playmaker di spessore, dopo averlo accontentato in estate con Lawson, i risultati non sono cambiati ma bensì peggiorati rispetto la scorsa stagione. A tutto ciò c'è d'aggiungere un inizio di stagione non molto convincente nelle prime partite da parte di James Harden.

Dopo le prime tre partite perse di fila, con la percentuale al tiro più elevata di Harden che si aggirava intorno al 29%, sono seguite quattro vittorie di fila in cui la media di punti a partita per Harden era di 38,5 punti. Nelle otto partite successive solo una vittoria. JB Bickerstraff ha deciso di mischiare le carte in tavola con il cambiamento delle rotazioni. In cabina di regia largo al veterano Jason Terry e più spazio a Patrick Beverley, mentre un utilizzo sempre minore viene dato a Lawson. Nella partita del 25 novembre persa contro i Memphis Grizzlies, Lawson è sceso in campo solo 3 minuti senza andare a referto. Lawson si è dimostrato comprensivo riguardo queste scelte del nuovo allenatore, anzi è d'accordo con le nuove decisioni, purché si torni a vincere. Sui rumors relativi allo scarso utilizzo di Lawson nelle ultime partite coach Bickerstraff si è schierato dalla parte di Lawson, definendolo un giocatore importante che deve esprimere al meglio le sue potenzialità e avente un ruolo importante nei Rockets. Per il momento il playmaker ex Denver Nuggets non sta lasciando il segno nella sua nuova squadra, scrivendo 7.2 punti e 4.6 assist a partita in 30 minuti di utilizzo.

C'è comunque chi sta peggio rispetto a Houston. Stiamo parlando dei New Orleans Pelicans, capitanati dalla stella Anthony Davis. La franchigia ha un record di 4-11, e occupa l'ultimo posto della Western Conference. Una situazione di sicuro non prevedibile per Davis e Co, che l'anno scorso con un dignitoso 47-35 hanno fatto la loro seppur breve apparizione ai playoff venendo asfaltati con un inesorabile 4-0 dai futuri campioni NBA 2014-2015 Golden State Warriors. Il tabellino di marcia parla chiaro, i Pelicans hanno un record altalenante in casa con 3 vinte e 4 perse, ma è in trasferta che sono davvero disastrosi, con una sola vittoria e sette sconfitte. A tutto ciò vanno aggiunti anche gli infortuni che hanno colpito alcuni giocatori: Quincy Pondexter si è infortunato al ginocchio, Kendrick Perkins sarà fuori tre mesi per un problema al pettorale destro, Tyreke Evans dovrebbe tornare probabilmente in campo venerdì contro i Clippers per un intervento al ginocchio, e Norris Cole messo fuorigioco da una distorsione alla caviglia sinistra.

Probabilmente l'errore dei Pelicans è stato quello di non variare molto il roster della passata stagione, con la speranza che la chimica di squadra potesse consolidarsi maggiormente e raggiungere gli stessi obiettivi, se non ancora più ambiziosi. Anche se il talento del giovane prodotto dell'università del Kentucky Anthony Davis è smisurato, tant'è che ha passato l'estate  a colmare la lacuna del tiro dalla lunga distanza per diventare ancora più completo, evidentemente New Orleans non ha creato un sistema di supporting cast necessario a coadiuvare l'esplosività di Davis.

Una cosa è certa, dietro l'inadeguatezza delle due franchigie si cela una sbagliata campagna acquisti in entrambi i casi. Anche se Bickerstraff smentisce, a Houston Ty Lawson non è riuscito per il momento a dare il contributo richiesto e necessario alla squadra per effettuare il salto di qualità e poter diventare a tutti gli effetti una seria contender per il titolo. A New Orleans invece avranno optato per la formula “squadra che vince non si cambia”, evidentemente senza considerare variabili non trascurabili, quali la sempre più marcata competitività delle squadre a Ovest e il non poter dipendere sempre e solo da Anthony Davis.