Vitucci: "La Sidigas farà divertire"

Roster rinnovato, solo una conferma: "Meglio non insistere su situazioni difficilmente recuperabili". Il ritardo del raduno: "Controllo quello che posso controllare, ma ho fiducia di questa società"
28.08.2014 09:49 di  Massimo Roca   vedi letture
Fonte: Il Mattino
Vitucci: "La Sidigas farà divertire"

Vitucci è ad Avellino, ma la sua Scandone ancora non c’è. Il tecnico veneziano non dispera anche se è ormai evidente che il ritardo accumulato sarà di almeno una settimana.

Coach, come vive questa attesa?

“Mi attengo alle dichiarazioni di Marco Aloi e dell’ing. De Cesare. Come scrive Agassi, nel suo ottimo “Open”, Control what you can control, io controllo quello che posso controllare. Mi fido delle persone che stanno intorno a me. Concretamente penso che cominceremo lunedì. I ragazzi stanno seguendo un piano individuale e poi partiremo tutti insieme. Cercheremo di recuperare questo gap facendolo pesare il meno possibile. Non ho intenzione di iniziare con delle scusanti”.

La Scandone sarà una squadra rinnovata e ringiovanita ma non certo inesperta…

“E’ vero in parte. Mi sembra che le squadre di veterani siano altre. Noi non siamo andati sull’usato sicuro. Abbiamo cercato di rispettare alcuni parametri guardando alle motivazioni, all’età media, all’atletismo, compatibilmente con il budget a disposizione. Da questo punto di vista ci siamo allineati a molte altre squadre. Vedo quattro formazioni in pole, Reggio Emilia, Milano, Venezia, Sassari. Poi c’è un gruppone con cui dovremo competere”.

Quali le logiche dietro le scelte di mercato?

“Abbiamo cercato una poliedricità di opzioni offensive. Ogni giocatore deve essere capace di coprire più situazioni in campo. Specializzazioni sì, ma non eccessive. Si è poi cercata la combinazione migliore tra gli esterni, ma anche la giusta complementarietà con i lunghi. Atletismo sì, ma non fine a se stesso, bensì accompagnato da una buona dose di razionalità. Sono abbastanza fiducioso. Penso che ci si possa divertire”.

Dai sette confermati della scorsa estate, all’unica riconferma di Cavaliero. Ipotizza problemi di amalgama?

“E’ una questione che va affrontata con la disponibilità dei giocatori, sia mentale che tecnica. Nella mia esperienza a Varese non ebbi questo problema. Ritengo che qualche volta sia meglio cambiar tutto piuttosto che mantenere situazioni difficilmente recuperabili”.

Reparto lunghi giovanissimo: qualche remora per la mancata conferma di Ivanov?  

“Ho grande rispetto per il giocatore e per quello che ci ha dato insieme a Will Thomas. La necessità era quella di rinnovare. Magari si fa qualche scommessa, ci si assume qualche rischio in più, ma non ci lasciamo spaventare”.

La questione Lakovic…

“E’ una situazione di cui il club è cosciente e che viene affrontata con grande rispetto verso il giocatore. Sono situazioni tutt’altro che stravaganti. Abbiamo esempi anche in altri sport. Un giocatore è un dipendente così come un allenatore che viene mandato via a metà stagione. Balotelli è andato al Liverpool, da tifoso milanista sono incazzato nero, ma il Milan va avanti e Galliani pure, per cui…”

Tanti esordienti per il campionato italiano, diversi rookie, ben sette squadre hanno optato per il 5+5. Cosa significa?

“Sicuramente i cestisti europei sono mediamente più costosi di quelli di passaporto americano. Qualche club ha scelto il settimo comunitario tra i giovani per spalmare il budget solo su sei stranieri. Noi abbiamo cercato di sfruttare l’opportunità data dagli equiparati ai comunitari, i cosiddetti cotonou, in primis con Anosike”.

Può essere la stagione del rilancio per lei e per la Sidigas?

“Deve esserlo assolutamente. Non vogliamo vedere brutte prestazioni, né facce buie. Non abbiamo obblighi ed obiettivi imperativi da dover raggiungere se non quelli di fare il meglio possibile”.

Oltre all’ingrediente economico e quello di tecnico, cosa serve? Qualcuno parla di mancanza di entusiasmo, di una proprietà distaccata…

“Va fatta un’analisi realistica. Il prossimo sarà il 15-esimo anno consecutivo in serie A. E’ un record tenendo conto della situazione economica attuale. Di errori se ne possono fare, però è innegabile lo sforzo della proprietà per mantenere in alto questa realtà. Ciascuno ha il suo club ideale in mente che magari si arriverà anche a realizzare perché la progettualità di questa società è più concreta di quello che appare. A mio avviso bisogna esser più contenti che insoddisfatti. Sono rimasto ad Avellino, non solo per un contratto in essere, ma perché sono convinto delle potenzialità di questa società. C’è poi una città che ama questo sport e la sua squadra e che merita di più di ciò che si è visto nella passata stagione. In primis sotto l’aspetto dell’approccio e dell’impegno.

Nel frattempo?

“Nel frattempo mi alleno io – scherza Vitucci con una promessa – Sono stato nominato dal presidente Cosimo Sibilia per la campagna di solidarietà per la ricerca contro la SLA dell’Ice Bucket Challenge.Ho accettato volentieri l’invito (Vitucci ha nominato a sua volta Stefano Domenicali, Ettore Messina e Lele Molin - ndr). Ben venga l’aspetto ludico. Speriamo che sia l’input per parlare seriamente di questi problemi”.