Sassari, Meo Sacchetti: "Aspettiamo Travis, ancora per poco". Il coach in partenza per gli Usa

Fonte: La Nuova Sardegna
Sassari, Meo Sacchetti: "Aspettiamo Travis, ancora per poco". Il coach in partenza per gli Usa

Dalla brezza di Alghero all'afa della Florida, passando per l'aria salubre della Valsesia. L'estate a spiccili di Meo Sacchetti è fatta di camp estivi, un po' di riposo e molte ore a bordocampo a studiare i migliori prospetti dei tornei estivi americani. Con in mezzo un bel po' di punti interrogativi sulla composizione del prossimo roster. «Ora sono al mio camp in Valsesia insieme a Brian - dice il coach della Dinamo -, tra due giorni partirò per gli Stati Uniti. Una tappa alle summer league è d'obbligo. Pasquini l'ho spedito a Las Vegas, io andrò a Orlando, che mi piace dipiù...». Aggiornamento, ricerca di qualche stella, contatti. Sono tanti i motivi che portano i coach europei a trasferirsi negli Usa per l'estate. Cosa spera di trovare la Dinamo? «Un po' di tutto questo - sottolinea Sacchetti -. E' molto difficile pescare un jolly alle summer league, ma non si sa mai. E in ogni caso esserci è fondamentale, perché si stringono rapporti con agenti e dirigenti che poi torneranno utilissimi in futuro». I due "emissari" del Banco di Sardegna partono comunque con qualche idea in testa sulla squadra di domani. «Sì, certo, qualche idea ce l'abbiamo in testa - assicura Meo - perché ormai siamo a luglio e non possiamo farci trovare impreparati. Certo, abbiamo ancora qualche situazione in stand-by e quindi dobbiamo ancora valutare il da farsi». Dietro l'espressione stand-by c'è soprattutto un nome: Travis Diener. «Sto leggendo che andrà sicuramente via, che andrà a Milano o chi sa dove - dice l'allenatore biancoblù -. Quello che so è che in questo momento noi siamo qua e lui ancora non è andato da nessuna parte. Stiamo ancora aspettando e, come ho detto, siamo ormai a luglio e abbiamo bisogno di risposte. Lui resta la nostra prima scelta? In un certo senso sì, ma il tempo passa e la squadra va fatta. In questa partita ognuno ha il suo ruolo e noi in qualche modo dobbiamo fare la squadra». Se Travis non dovesse rimanere, partirebbe di fatto una vera e propria rifondazione. In sostanza è così. Anche perché, ammettendo che lui vada via, si ripartirebbe da un'impostazione molto diversa, perché è praticamente impossibile prendere un clone, o comunque un altro play con le sue identiche caratteristiche». Si aspettava a questo punto dell'estate di vedere i due Diener già sistemati? «Onestamente sì, in un senso o nell'altro - ammette Sacchetti -, ma il mercato sembra muoversi un po' a rilento. In Italia ho letto che forse Avellino ha un buon budget e può spendere. All'estero tirano Turchia e Russia e la Germania sta emergendo. Pensavo che Drake avesse qualcosa di pronto dietro l'angolo, da qualche parte in Europa, e invece non si è ancora sistemato. Lui è un grande giocatore, è tutt'altro che il cugino scarso di Travis, quindi può fare comodo davvero a tutti». Trattenere Drew Gordon invece resta solo un sogno? «Lui è il classico prospetto in grande ascesa che si giocherà tutte le carte nella summer league, con la speranza di entrare in qualche modo nel giro dell'Nba. Un po' come Dunston di Varese». Impossibile dunque pescare un jolly negli Usa? «Diciamo un'altra cosa - conclude Sacchetti -. Prima andavamo noi a cercare i giocatori e invece ora c'è la fila dei procuratori che propongono giocatori alla Dinamo. Significa che la serietà, il lavoro e la programmazione hanno fatto diventare Sassari una piazza importante e ambita».