Roma e la volata play off. Dalmonte: 'Ci siamo regalati una possibilita''

Fonte: legabasket - Nicola Apicella (repubblica.it)
Luca Dalmonte
Luca Dalmonte

A sei giornate dalla fine della stagione regolare solo Milano (cataclismi permettendo) può essere sicura della posizione che occuperà nella griglia che assegnerà lo scudetto. L'Olimpia (42 punti con una partita da recuperare) finirà prima mentre Venezia (36), Sassari e Reggio (34) si giocheranno verosimilmente le posizioni dalla seconda alla quarta e Brindisi e Trento (28) si divideranno quinta e sesta poltrona. L'incertezza riguarda gli ultimi due posti con sei squadre - da Bologna a quota 22 ad Avellino con 18 - in lotta. Tra queste c'è anche Roma. Un mese fa la Virtus sembrava tagliata fuori dalla lotta play off, le ultime tre vittorie consecutive - l'ultima domenica a Cremona è valsa l'aggancio alla Vanoli e il 2-0 negli scontri diretti - l'hanno rimessa in corsa per un obiettivo che oggi, complice un calendario non semplice, appare ancora difficile ma non impossibile.

Coach Dalmonte, che peso ha il successo di Cremona? "Nell'economia del campionato è un successo che ha un valore forse più alto delle partite giocate finora. Questo perché la stagione regolare sta scivolando verso la stretta finale e quindi oggi le partite assumono un valore sempre più decisivo. E' una vittoria che ha un'importanza doppia perché ci consente di continuare la nostra striscia positiva e fa sì che a questo punto la partita più importante diventa quella di domenica contro Avellino". Che è il primo dei tre scontri diretti che vi attendono nelle ultime sei giornate. "Ma conti non possiamo farne. Vincere la prossima significa non perdere la possibilità di giocare poi quelle che saranno le altre partite decisive".

In poche settimane siete passati dal penultimo posto alla possibilità di lottare concretamente per i play off. Cosa è successo? "Un mese fa stavamo vivendo il momento più critico della nostra stagione, in coincidenza dei play off di Eurocup e di alcune partite che potevano cambiare il nostro percorso in campionato siamo rimasti orfani di due giocatori (Triche e Gibson). Oggi abbiamo superato queste problematiche, questa mini striscia di vittorie ci ha regalato la possibilità di rimanere vivi e avere le motivazioni per giocarci al massimo le prossime partite. L'obiettivo è ancora molto lontano e di una difficoltà pazzesca, ma almeno possiamo vedere una luce piccola di possibilità. Per questo motivo la sfida con Avellino diventa un passaggio ancora più importante di Cremona".

Come va l'inserimento di Curry? "Ramel ha ancora margini di alzare il suo impatto sulla squadra, margini che sono legati solo al tempo. E' un giocatore di grande intelligenza cestistica, con un grandissimo bagaglio di esperienza di alto livello che lo aiuta a capire nel breve tempo cosa necessita e cosa può dare alla squadra. Non è tanto lui che deve conoscere noi, siamo noi che dobbiamo imparare a conoscere lui per portarlo ad essere funzionale il più possibile alla squadra. Già a Cremona ha dato un contributo diverso, è stato più incisivo, alla fine per la giocata decisiva siamo andati da lui".

L'ha delusa il comportamento di Triche? "Per me è un argomento chiuso. Ci ha lasciato senza spiegazioni in un momento molto delicato della stagione creandoci non pochi problemi''.

Cosa è mancato alla stagione della Virtus? "Abbiamo giocato una doppia competizione che per esperienza e anche per profondità di roster probabilmente non ci potevamo permettere. La doppia competizione l'abbiamo scontata in campionato arrivando ad alcune partite scarichi di energia mentale e fisica. Ma io vorrei che la stagione fosse analizzata nel suo globale, abbiamo giocato finora 40 partite e fanno parte tutte della stessa stagione. Non eravamo pronti a reggere le due competizioni, ma era nella logica per la tipologia di squadra che avevamo costruito. C'è il rammarico per qualche partita di campionato che oggi ci avrebbe potuto regalare uno scenario sicuramente diverso".

Lei che è allenatore di club e vice di Pianigiani in nazionale cosa pensa della questione italiani? "Il problema numero uno è trovare il modo di costruire i giocatori e non soffermarsi tanto sulle regole per dare loro spazio. Inutile avere le norme ma non disporre di giocatori. I club e la federazione devono puntare a investire sulla qualità degli istruttori in modo da avere un prodotto di livello. Allo stesso tempo è importante che il giocatore italiano faccia un salto mentale cominciando a lottare per essere competitivo attraverso il suo lavoro e la volontà di imporsi".