Ragland "in questa lega sono ancora un rookie"

Ragland "in questa lega sono ancora un rookie"

Il 31 di valutazione acquisito domenica da Joe Ragland ne fa il miglior giocatore della prima giornata di campionato. Conferma della bontà di un ragazzo che ha conquistato tutti, e non solo a Cantù, nei playoff 2013 ed è stato confermato con il gran lavoro della dirigenza questa estate.

Insomma, una performance totale quella del 24enne (i 25 li compirà a novembre) statunitense nativo di West Springfield ma liberiano di passaporto, intervistato da Fabio Cavagna per La Provincia. «Io l'Mvp di domenica? Non lo sapevo ma non sono sorpreso - commenta il giorno dopo Ragland -. Comunque, essere l'Mpv della prima giornata resta un po' fine a se stesso. L'importante, questo sì, era partire bene, con il piede giusto. E ce l'abbiamo fatta».

Per la verità, Ragland era stato votato Mvp anche al trofeo Lombardia, in virtù in particolare della sua prova nella finalissima con Milano. «Sì, è vero, ma lì contava ancora meno. Intendo dire che mi fa piacere ricevere questi riconoscimenti, ma mi sembra anche troppo presto per ritenerli un onore. Ciò detto, aggiungo che credo molto in me stesso così come confido ancor di più sui miei compagni di squadra. L'importante per me, sarà restare sempre concentrato».

Le diffrenze con la squadra di Trinchieri? «Sono senz'altro due modi diversi di porsi. Ora disponiamo di più bocche da fuoco, mentre nei playoff quasi tutto il peso offensivo ricadeva pressoché esclusivamente su me e su Aradori. Poi c'è sempre Leunen che aiuta tutti con la sua straordinaria capacità di leggere ogni situazione di gioco. Lui sì è uno che vede ciò che gli altri non riescono a scorgere. Sarà fondamentale cercare di stare tutti sulla stessa pagina anche perché al momento non ci conosciamo ancora bene».

Tyus o Uter? «Per me più o meno è la stessa cosa. Tyus era più verticale e con lui veniva bene l'alley oop sul pick'n'roll, Uter è più fisicato e sa chiudere efficacemente vicino a canestro».

Nella suaprecedente esperienza in Spagna, lei non andava oltre gli 11 punti di media mentre in Italia la sua produzione offensiva è decisamente più abbondante. Cos'è cambiato?«I minuti giocati fanno la differenza. Al Murcia eravamo divisi in due quintetti paritari che si dividevano in egual misura il minutaggio. Anche se facevi bene, non è che guadagnavi molti minuti aggiuntivi. Per dire, in Spagna non ho mai giocato 30 minuti...»

Leunen è il capitano, Aradori l'italiano di riferimento, eppure sembra che il pubblico canturino abbia eletto lei quale capo spirituale. «La leadership che mi viene riconosciuta deriva dal ruolo che interpreto perché è naturale che il play parli, si faccia sentire e indirizzi i compagni. Insomma, è un fatto del tutto naturale. Il bello di questa squadra, piuttosto, è che tutti sanno di avere un ruolo importante».

Ragland contro Pistoia ha scritto 25 punti, tirato 6/8 da tre, fornito 7 assist e preso 6 rimbalzi. Quali di questi numeri la fa più felice? «Non ho alcun dubbio: sono i 7 assist a rendermi più orgoglioso. All'intervallo, l'altra sera, avevo già realizzato 18 punti che sono tantissimi, ma la squadra è andata meglio nella ripresa. Il mio score non è fondamentale perché potrei realizzarne anche 35 di punti, ma se poi ai compagni non faccio toccare la palla che senso avrebbe?».

Si è già fatto un'idea del campionato italiano visto che lo frequenta dall'aprile scorso? «No, lo conosco poco e mi considero ancora un rookie di questa lega seppur con un'esperienza di playoff alle spalle. Mi resta molto da conoscere e da imparare».

Intanto domenica sfiderete Sassari, un'avversaria con la quale lei ha però già avuto modo di approfondire il rapporto. «Sarà un big game e mi attendo un'atmosfera da playoff. Li abbiamo eliminati la scorsa stagione e abbiamo vinto l'altra settimana da loro e contro loro in un torneo. Saranno carichi...».

Nel frattempo ci sarebbe l'Eurocup. «È la mia prima esperienza in una coppa europea, ci terrei tanto far bene, giocare duro e, soprattutto, vincere le partite».