Lega A - Milano, Curtis Jerrels pronto al'esordio: 'Il tiro, lo scudetto, il ritorno a casa'

Lega A - Milano, Curtis Jerrels pronto al'esordio: 'Il tiro, lo scudetto, il ritorno a casa'

Curtis Jerrells è stato tesserato anche per il campionato italiano ed è pronto per andare in campo, se non succederà domani a Trento, sarà mercoledì a Valencia. Ecco la sua prima intervista con Olimpia Milano Tv. 

LA STAGIONE 2013/14 – “Vincere il titolo è stato indescrivibile. Venivamo da una stagione con tante avversità. Ricordo che dopo aver perso la Coppa Italia i tifosi vennero in palestra… E’ stato come salire sulle montagne russe, tante emozioni. Ma alla fine vincere il titolo è stato come mettere una ciliegina sulla torta, ha reso tutto meritevole di essere vissuto”.

THE SHOT – “Sapevo che eravamo pari nel punteggio e se avessi sbagliato avremmo sempre potuto prendere il rimbalzo. Penso che Melli mi abbia consegnato la palla. A quel punto ho pensato che prendendo il tiro non avrei dovuto lasciare tempo sul cronometro. Gentile mi chiedeva la palla, ma io volevo essere sicuro che, prendendo quel tiro, avremmo vinto o saremmo andati all’overtime. Mi sono costruito un buon look, e quando il pallone è andato dentro ho cominciato a prepararmi per gara 7 contro Siena”. 

LA STAGIONE SCORSA – “E’ stata individualmente la mia stagione migliore ma anche come squadra. Avevamo tanti giocatori vincenti all’Hapoel e ci siamo trovati bene insieme, avevamo leadership e credevamo negli allenatori che erano anche loro vincenti. Alla fine è stato semplice perché il basket alla fine è uno sport semplice, è una questione di passione, di desiderio e di avere tutti lo stesso obiettivo in mente, chi deve segnare segna, chi deve prendere i rimbalzi o fare i blocchi e stoppare lo fa. Quando ci siamo trovati bene insieme e a nessuno interessava null’altro che il risultato finale è stato divertente. Sono stato fortunato perché avevo un paio compagni che volevano davvero vincere, hanno sostenuto me e io ho sostenuto loro”. 

COACH PIANIGIANI – “L’ho sempre conosciuto ma non come allenatore. Aveva questo look distinto, i capelli pettinati all’indietro. Poi quando mi ha allenato Luca Banchi qui a Milano, ho scoperto che Luca era stato il suo assistente a Siena e la mia conoscenza di Simone è aumentataQuando ha firmato per Gerusalemme mi ha chiamato e da lì abbiamo costruito una chimica, nel corso della stagione, grazie all’energia e alla mentalità. E’ stata una stagione con tanti alti e bassi, vittorie e sconfitte, ma siamo sempre rimasti in sintonia, con l’energia che serviva per creare positività per tutti. E da qui sono nate le nostre vittorie”.

IL RITORNO – “Non credo che la storia possa essere cambiata o rivissuta, puoi al massimo ripeterla ma la storia non si cambia. Quel tiro resta, quella stagione resta, la stagione di EuroLeague che riuscimmo a produrre è ancora lì, così il titolo. Non appena sono andato via ho avuto desiderio di tornare. Mi era dispiaciuto andare via e non poter tornare per difendere il titolo. Ma le cose sono andate così e adesso sono tornato e felice di avere la possibilità di giocare di nuovo su questo campo, davanti a queste gente, per questa città, questa grande città, e questa società. Non sono preoccupato di macchiare i ricordi, mi piace giocare, il basket è basket, vorrei che arrivassero i risultati”. 

JERRELLS 2017/18 – “Penso di essere un tantino differente dal punto di vista mentale, sono cresciuto, più intelligente, leggo meglio le situazioni, ma tutto deriva dalla testa e dall’esperienza, per il resto sono lo stesso giocatore”. 

LA WILD-CARD – “La squadra del 2014 era speciale, c’erano alcuni giocatori di talento come Keith Langford e Ale Gentile, due grandi nomi e due grandi giocatori. Fino a quel momento ovunque ero stato ero stato il giocatore di riferimento, la star, ma quando sono arrivato qui ho capito che non avevano bisogno di una star ma di qualcuno che li aiutasse a fare le loro cose, assisterli, una volta con l’attacco un’altra con la difesa. In quella squadra c’erano giocatori come David Moss, Bruno Cerella, Kristjan Kangur, CJ Wallace, tutti completamente disponibili a fare quello che serviva alla squadra ed è per questo che abbiamo vinto. Qui abbiamo tanto talento e una cosa che so di Coach Pianigiani è che a lui piace il talento e sa farlo giocare insieme, quindi tutto sarà più facile. Ma quello che voglio fare è vincere e sono sicuro che è così anche per gli altri, quindi faremo quello che serve”. 

MILANO – “Di tutti i posti in cui sono stato dove ho sentito maggior familiarità in termini di feeling è stato a Gerusalemme quando ci sono tornato dopo l’anno scorso, ma tornare qui adesso mi fa davvero sentire a casa. Solo camminare per le strade di Milano, sono stato già nella mia vecchia via, i ristoranti, tantissimi ricordi sono tornati a galla. E’ stata una bella sensazione. La differenza è che da Gerusalemme ero stato via qualche mesi e qui tre anni. Tornare dopo tre anni è totalmente diverso e toccante”.