Lega A - L'ad di Torino: "Non dobbiamo vincere lo scudetto, c'è troppa pressione su questa squadra, non ci serve"

24.10.2016 20:55 di  Pietro Battaglia   vedi letture
Fonte: Ufficio Stampa Auxilium CUS Torino
Lega A - L'ad di Torino: "Non dobbiamo vincere lo scudetto, c'è troppa pressione su questa squadra, non ci serve"

Dopo quattro giornate del massimo campionato, che hanno visto la Fiat Torino vincere i confronti casalinghi e perdere quelli in trasferta in piena sintonia con la fotografia complessiva della rassegna, l’AD della Società esprime due concetti chiarissimi, ovvero quello della soddisfazione ma anche della ricerca di equilibrio. Partiamo dal primo: “La soddisfazione è duplice – precisa Massimo Feira – e si basa in primo luogo sul confermato feeling con la nostra grande tifoseria. La media di 3500 spettatori per i primi due confronti alPalaRuffini è importante ed in linea con l’incremento fatto registrare dalla campagna abbonamenti 2016/2017. Siamo poi orgogliosi e soddisfatti della collaborazione con FCA, gruppo mondiale che sta contribuendo anche alla nostra crescita e maturazione professionale in virtù delle altissime competenze di cui dispone”. Fissiamo ora l’attenzione sul secondo: “Non mi pare che la Torino del basket negli ultimi 10 anni – prosegue Feira – sia scesa sul parquet per la vittoria del tricolore o abbia disputato cinque finali di Eurolega, né mi sembra che quest’anno ci siano le condizioni per arrivare alla finale scudetto. Non vogliamo vivere la stagione in corso con l’affanno costante che ha caratterizzato il 2015/2016, quando ogni partita rappresentava l’ultima spiaggia, quella da vincere a tutti i costi. Mi pare che invece si sia ripartiti proprio su questi toni. Dopo la sconfitta di Avellino, peraltro giunta al termine di una buona prestazione, eravamo chiamati a vincere per forza contro Pesaro. Poi ad andare a Capo d’Orlando ed espugnare il Palazzetto siciliano. Dopo la sconfitta, in questo caso arrivata dopo una partita sottotono, ecco un altro “ultimo” appello o quasi, la partita da vincere contro Cremona, in casa. L’abbiamo fatto, al termine di alcuni chiaroscuri ma oggi, leggendo qualche commento, sembra che a vincere siano stati gli altri. Più che sottolineare il successo conseguito dalla Fiat Torino, la prestazione di cuore ed il fatto di aver conquistato i due punti senza aver mollato fino all’ultimo secondo, è stato enfatizzato il fatto di aver perso il vantaggio di 18 punti, legittimamente e meritatamente costruito, con il quale si era chiuso il primo tempo. Quando lo abbiamo visto diminuire, prima a 10, poi a 7 punti, tutti noi presenti al Palazzetto siamo stati colti dalla sindrome del “braccino”, entrando un po’ nel panico. La squadra ne è però uscita alla grande. Non vinceremo lo scudetto e probabilmente non centreremo nemmeno la finale e non capisco da cosa derivi questa aspettativa. Siamo consapevoli del nostro potenziale e dei nostri limiti. Con entrambi conviviamo e ci alleniamo ogni giorno, con grande impegno da parte di tutti, per crescere. Vogliamo farlo in serenità, senza ansie da prestazione ed esasperazioni anche mediatiche che rimbalzano sui social come boomerang. Non esiste una storia che dica che siamo la squadra e la Società da battere. Non viviamo la sindrome di accerchiamento, ma vorremmo poter continuare la stagione di assestamento nella massima serie contando sull’apprezzamento del nostro lavoro e di quanti si impegnano nella nostra Società. Con la misura dei toni arriveranno anche i risultati auspicati e l’obiettivo playoff potrebbe veramente essere raggiunto. Con questa moderazione mi piacerebbe venissero presentati dagli addetti ai lavori i nostri prossimi e probanti impegni agonistici, sempre nel massimo rispetto della libertà di opinione e critica costruttiva. Ricordo solo che fare sempre dietrologia non serve a nessuno. Non è giusto rivivere ogni domenica il clima ansioso dello scorso anno. Questo per il bene della Fiat Torinoed il futuro del basket di alto livello in città, patrimonio di tutti. La nostra società è seria, composta da persone che credono nel progetto, da giocatori che gettano il cuore oltre l’ostacolo e stanno cercando in alcuni casi il logico adattamento ad un campionato che non conoscono”. E da domani si riparte con una doppia seduta di allenamento, con lo stesso spirito degli ultimi minuti di lotta contro Cremona e l’obiettivo, non assillante, di dare sempre e comunque il massimo.