Lega A - Galbiati e l'impresa di Torino: 'Grande gioia, ora viene il difficile'

Fonte: apicella via legabasket
Lega A - Galbiati e l'impresa di Torino: 'Grande gioia, ora viene il difficile'

Emozionato? Di più. Sicuramente felice ma anche frastornato. "Devo ancora realizzare quello che è successo" racconta Paolo Galbiati, 34 anni, da neanche due settimane allenatore della Fiat Torino. E' toccato a lui, arrivato quest'anno dal settore giovanile dell'Olimpia, prendere la squadra dopo le dimissioni di Recalcati. Da assistente a capo allenatore, tutto così veloce, tutto così strano. Ma bello. Terribilmente bello. Ringrazia i suoi assistenti, quelli che fino a pochi giorni fa erano suoi colleghi: ''Un lavoro devastante a questi livelli''. Un pensiero a mamma e babbo (''subito dopo la partita gli ho dato un bacio, per scaramanzia non volevano venire") e poi il racconto della finale vinta con Brescia. "Eravamo stanchi, la terza partita in quattro giorni, si spiegano così alcuni soluzioni affrettate. Ci hanno dato tre-quattro spallate ma siamo rimasti sempre attaccati. La loro zona ci ha bloccati, quando siamo riusciti a giocare con più serenità, a fare le cose che volevamo e quando abbiamo deciso di compattarci in difesa l'abbiamo vinta". 
Un pensiero per i suoi ragazzi. Da Washington ("meriterebbe una statua nella piazza più importante di Torino") a Mazzola ("mi ha scritto un messaggio bellissimo, si chiedeva se non fosse stato più utile Pelle in questo momento'') passando per Poeta, il capitano ("mi ha pregato di farlo giocare anche se era a rischio infortunio, sono contento per lui"). A Torino lo ha voluto Banchi, il coach che ha lasciato dopo aver guidato la Fiat alla seconda fase di Eurocup e alla F8: "Non finirò mai di ringraziarlo, se sono a Torino lo devo a lui. Luca è il miglior allenatore italiano in circolazione, tra i migliori tre in Europa. Spero trovi presto una squadra fortissima da guidare. L'ho chiamato prima della partita di Pesaro, avevo bisogno di una coccola. Lo sentirò sicuramente nei prossimi giorni. Recalcati? Una persona eccezionale, da lui ho imparato che si può parlare ai giocatori in modo diverso, purtroppo non è riuscito a creare un legame con la squadra. Qualche trucchetto comunque io e Stefano (Comazzi, l'assistente) glielo abbiamo rubato". E adesso come cambia la stagione di Torino? "Qui c'è passione, c'è voglia di pallacanestro. Ci aspettano undici finali, per andare ai play off servono 30-32 punti, sono ancora tanti, la strada è lunghissima. Dobbiamo lavorare per tenere la squadra umile, non abbiamo fatto nulla, questa è una coppa nostra che nessuno ci toglierà, ma se vogliamo essere qualcosa dobbiamo ripartire da questo e fare meglio".

Nicola Apicella

Repubblica.it