L'intervento di Calvani in sala stampa

L'intervento di Calvani in sala stampa

Il coach della Dinamo Banco di Sardegna Marco Calvani: “Prima di parlare della gara vi informo che ho chiamato il presidente e il manager e ho rassegnato le dimissioni, perché credo che nel tempo in cui sono stato qui abbia trovato persone splendide come Stefano Sardara e Federico Pasquini, - e cito loro due per citare tutti - che mi hanno sempre messo nelle condizioni di lavorare bene e di intervenire sul mercato, e siccome io la mattina voglio continuare a guardarmi allo specchio, devo rispetto a questa gente. Dimissioni è un vocabolo che non rientra nel mio scenario ma quando ci si trova davanti a persone oneste che hanno fatto tutto ciò che hanno fatto per la Dinamo e per Sassari, credo che il minimo che possa fare è essere onesto con loro e quindi se io sono il problema, mi tiro indietro. Ho comunicato questo al presidente, che ha preso atto di quello che io gli ho detto ma si è riservato di dare una risposta”.  

Domanda dalla sala stampa: Ritiene di essere lei il problema?  “Io penso di no, qui ho trovato solo persone disponibili, molto, molto oneste. Ovunque sia stato ho dovuto sempre rispondere a proprietà e manager del mio operato, a volte dovendo anche combattere per cercare di dare ragione e per spiegare qualcosa. Qui ho avuto  Il presidente Sardara non si è mai permesso di farmi uno shampo per una partita persa o giocata male, mi ha sempre teso la mano. Questo mi ripaga parzialmente per  quello che ho fatto, per quello che è stato il mio impegno, del grande lavoro e dello spirito che ci ho messo. Non mi mancano le energie, l’ho detto anche al presidente, sono pieno di energie ma se comunque il problema dovessi essere io… A Sassari nonostante non riesca più a far vincere la squadra mi trovo bene, ho trovato persone splendide, magari a qualcuno non starò simpatico però questo è normale. E’ doveroso fare quello che ho fatto, nel rispetto delle persone, nel rispetto di Sassari, di chi mi ha accolto. Mi costa molto, perché dare le dimissioni è un’ammissione di sconfitta, dal punto di vista professionale è molto pesante”.