Gigli infastidito da da certe allusioni e a troppi giochetti della Virtus Bologna

Fonte: Stadio
Gigli infastidito da da certe allusioni e a troppi giochetti della Virtus Bologna

La grande Milano è una prospettiva golosa. L'avventura dell'Europeo, con una delle Nazionali italiane potenzialmente più forti degli ultimi anni, è il presente stimolante. La Virtus è il ricordo recente e il rimpianto non ancora del tutto sopito, una storia d'amore finita prima e peggio di come se l'era immaginato. E se il portone milanese si è aperto, nel cuore di Angelo Gigli - che prepara l'Europeo di settembre nel ritiro azzurro, il giorno dopo la vittoria contro la Georgia, test a cui non ha partecipato per le condizioni fisiche da perfezionare - uno spazio per la porticina bolognese è rimasto, nonostante i sospiri non appartengano a certi mondi. «Mi sarebbe piaciuto rimanere, ma è andata così. Ora con Milano ho una grande opportunità, sono un professionista e guardo avanti con l'orgoglio di essere stato scelto da un club così importante». Trent'anni e l'ultima grande chance di vincere qualcosa davanti, dopo aver salutato quella Virtus con la quale ci saranno ancora un pò di cose da discutere, nonostante il consumato addio. Ci voleva un po' dell'aria buona della Nazionale, dopo i tira e molla delle ultime settimane. «Grazie a Dio qua è sempre così, c'è un clima ottimo, remiamo tutti nella stessa direzione». E avete coscienza delle vostre possibilità. «Le otto vittorie consecutive dell'anno scorso ci hanno dato grande fiducia. Certo, sappiamo che all'Europeo il livello sarà diverso, e il girone molto complicato, però siamo consapevoli delle nostre qualità». Come sta fisicamente? «Ho avuto qualche problemino nei giorni scorsi, ma è tutto risolto, sono pronto». E' stato un finale di stagione complicato. «Si, abbiamo finito prima, non vedevo l'ora di tornare a giocare. E qui si sta bene». Poi è arrivata Milano. «Fa piacere essere chiamati da una squadra così ambiziosa, vuol dire che ho lavorato bene. Sono onorato di farne parte, e di essere stato scelto dalla società e dall'allenatore». Soldi, obiettivi, blasone, cosa la colpisce della nuova sistemazione? «L'ambizione, la voglia di giocare l'Eurolega da protagonista, per me è una sfida molto stimolante. Potevo andare in un club più "facile", avendo più minuti, invece parto da dietro e mi rimetto in discussione». Si può vincere subito? «Visto il budget, si punta in alto. Eppure Milano non vince da tanto tempo, nonostante la disponibilità economica. Avere la responsabilità di provarci dà una grossa carica». Veniamo alle ferite. Bologna? «Fino all'ultimo ho cercato di capire se c'era la possibilità di rimanere, nonostante alti e bassi, sono stato benissimo, e credevo di restare. Purtroppo non è stato così, si è chiuso un capitolo importante, se ne apre uno ugualmente affascinate -. La verità: perchè non è rimasto? «Non è stata una questione economica. Tutti mi hanno offerto più della Virtus, ma non era quello il problema. Non mi sono piaciute certe prese di posizione, dire o è così oppure te ne vai. O mettere in dubbio il mio attaccamento, la voglia di sbucciarmi le ginocchia. Mi ha dato fastidio, perchè io mi sono sempre comportato correttamente con la società». Si riferisce anche a Poeta? «Non mi va di entrare nello specifico. Dico solo che Peppe, per tutto quello che ha dato, merita rispetto». S'aspettava qualcosa di diverso dalla nuova gestione? «Non sono nessuno per avere delle aspettative, vedevamo le cose in maniera diversa, non si può sempre andare d'accordo». Però qualcosa l'ha delusa. «Durante le ultime vicende è stato detto che facevo certi giochetti, mentre li faceva qualcun altro. Io sono stato chiaro e coerente». Con chi ce l'ha? «Non ha importanza, non voglio polemizzare, ci siamo lasciati comunque bene e auguro alla società tutte le fortune». Ai tifosi bianconeri cosa dice? «Abbiamo avuto un rapporto stupendo, mi sono stati vicini anche quando era certo andassi via. E' un onore essere apprezzati da chi ha avuto certi giocatori di riferimento». Quando ha capito che era finita? «Quando ho visto che la società non avrebbe fatto nessuno sforzo per venirmi incontro. Avevano fatto i conti senza di me, ma sono scelte, è una cosa normale». La nuova Virtus che sta nascendo com'è? «Non conosco gli acquisti, spero sia competitiva, e i giovani facciano vedere le loro qualità». Chi si affermerà definitivamente? -Imbrò ha le caratteristiche giuste, anche Fontecchio, sono ragazzi intelligenti e umili. L'importante è non mettergli troppa pressione addosso, devono poter sbagliare». Bechi l'ha sentito? «Non più». Pensa sia stata anche una sua idea non trovarle uno spazio? «Non lo so, e anche se fosse, il nostro rapporto non ne risentirebbe, sarebbe stata una scelta come altre». Le sue condizioni fisiche, e i sacrifici in Nazionale, sono stati spesso evidenziati. «Ho fatto la migliore stagione in carriera, saltato due partite, di cosa parliamo? E poi la soluzione quale sarebbe, rinunciare alla Nazionale? Impossibile». A Bologna ci tornerà? «Non so se capiterà da giocatore, ma conserverò sempre un bellissimo ricordo».