Claudio Toti "aumentare l'interesse verso il nostro sport"

Claudio Toti "aumentare l'interesse verso il nostro sport"

Prima di ogni stagione dice di voler mollare tutto, eppure anche stavolta è rimasto. Claudio toti spiega i suoi perché e il suo amore per il basket ad Andrea Barocci del Corriere dello Sport: «Perchè? Per un misto di autolesionismo e passione pei il basket. Ho cominciato per passione, l'unica vera molla che mi spinge ad andare avanti. Ma il peso degli anni si sente. Ora vorrei creare un futuro importante per la Virtus, con o senza di me. In 13 anni credo di aver fatto qualcosa di buono: abbiamo avuto un buon inizio, un periodo semibuio e una ripresa. Quest'estate c'è stato un momento di estrema incertezza: non sapevo se lo sponsor Acea sarebbe rimasto, se avremmo avuto ancora il Palazzetto, e dovevamo ricostruire la squadra: mi sono chieste se fosse giusto porre fine a questa avventura. Poi, dipanandosila matassa, ho ritrovato il coraggio di proseguire».

Quali difficoltà incontra chi vuole fare basket a Roma? «Nelle altre città succede sempre qualcosa di positivo: il comune è vicino ai club, arrivano sponsor nuovi. Da noi no. Perché Roma offre molte alternative, soprattutto due squadre di calcio. Poi esiste il problema distanze: chi va al Pala-Lottomatica non va al Palazzetto, e viceversa».

Cosa impedisce alla pallacanestro italiana di crescere? «Non ha ancora una Nazionale di grande richiamo. Non conosco lo share delle ultime gare dell'Italia in tv, ma credo sia basso... E poi il problema impianti. Dovremmo guardare all'estero e creare palazzi moderni: il pubblico oggi pretende di più, non solo in termini di risultati sportivi. Da noi, a parte pochi casi, posti attrezzati non ci sono. In Germania ad esempio hanno fatto un percorso che ha portato tutti i club ad avere impianti di alto livello. Meglio avere un palazzetto da 3000 posti ma dove si stia comodamente seduti, ci siano spazi di ristoro e per il merchandising: l'obiettivo è attirare le famiglie»

Quali sono stati i principali errori commessi dal basket italiano? «Non ha saputo crearsi una propria rete tv. Siamo usciti dal contratto con Sky: scelta forse giusta in quel momento per andare sul chiaro, ma poi non siamo riusciti ad aumentare il numeri degli spettatori. Inoltre non c'è stata la certezza delle regole, rendendo difficile ogni tipo di programmazione. La verità è una: senza visibilità, non si trovano sponsor».

Insieme con Vìllalta era stato l'unico ad opporsi alla nomina di Minucci a presidente della Lega. Ora che l'ex n.l di Siena risulta indagato per frode fiscale, cosa le rimane di tutta questa storia? «Mi ero opposto perché credevo che non fosse l'uomo giusto per condurre la nuova Lega, specie dopo le notizie uscite sulla stampa che lo riguardavano. Si doveva agire con più accortezza. Io mi sono dichiarato contrario anche all'elezione di un presidente di club, ma quando Marino ha vinto le elezioni, mi sono sentito in dovere di sostenerlo».

Lei ha lanciato una interessante iniziativa per la campagna abbonamenti: "arriviamo a 2400 tessere entro il 26 settembre e si torna al PalaLottomatica" Non è un azzardo proprio quando il budget si è dovuto adattare alla difficile situazione economica? «La mia è una provocazione, voglio capire quanto veramente la gente ama il basket a Roma, e se gli sforzi che sto facendo hanno un senso. Do l'opportunità di dimostrarlo con prezzi i he sono alla portata di tutti. Dopo anni di parole, adesso voglio vedere i fatti. Quanto accadrà mi aiuterà a prendere una decisione finale sulla Virtus. Sarebbe autolesionismo il mio continuare in una città dove non si dimostra interesse per questo sport».