Arrigoni: "Sundiata Gaines, play dalla forza tranquilla. Un trascinatore che non molla mai"

Il manager che lo portò in Italia, racconta il prossimo play della Scandone «Non è incompatibile con il gioco di Lakovic»
07.08.2014 16:35 di  Massimo Roca   vedi letture
Fonte: Il Mattino
Arrigoni: "Sundiata Gaines, play dalla forza tranquilla. Un trascinatore che non molla mai"

Tra i tanti talenti portati in Italia dall’ex gm di Cantù, Bruno Arrigoni, ora uomo mercato alla Virtus Bologna, c’è anche il prossimo play della Sidigas, Sundiata Gaines. Ad uno dei “Re Mida” del basket mercato italiano abbiamo chiesto qualche segreto del prossimo acquisto di Avellino.

Che giocatore è Gaines? Come finì sul suo taccuino?

“Era l’estate del 2008. Noi all’epoca eravamo “rookie oriented”e Gaines si era messo in evidenza al Georgia college. L’anno prima avevamo pescato Dashaun Wood nello stesso ruolo. Quell’anno, il secondo della gestione Dalmonte, optammo per un giocatore con caratteristiche diverse. Ci meravigliò subito la sua prestanza. Era assolutamente un toro, grande forza fisica, giocatore di’impatto, faceva discretamente bene tutto. Si dimostrò un buonissimo difensore ed in attacco era capace di adoperare bene i pick and roll. Non era uno specialista nel tiro da tre, ma le difese non potevano “battezzarlo” perché era sempre lì, pronto a mettere la sua zampata. L’unico neo era nella scarsa precisione dalla lunetta”.

Che ricordo ha di lui?

“Grande agonista, molto competitivo, traeva carica dal duello personale con il play avversario. Ho un ricordo di una persona molto tranquilla, silenziosa. Non ci siamo neanche accorti di averlo in squadra. Il massimo della trasgressione è stata una mattina in cui arrivò in ritardo all’allenamento a causa di una sveglia che non aveva suonato”.

Da Cantù è partita la sua avventura in Nba. Nelle ultime due stagioni le esperienze in Cina, Turchia e D-League: secondo lei è un cestista che ha ancora fame?

Da noi ebbe un finale di stagione in crescendo. Fini ben presto fuori dalle nostre possibilità. Ambiva a stipendi che non potevamo permetterci anche negli anni d’oro di Cantù. Ebbe l’opportunità a Utah e la colse al volo con quella tripla allo scadere nella gara contro Cleveland. Ora la sua onda Nba si è esaurita. Si ripresenta in Europa. E’ un giocatore competitivo, orgoglioso, di quelli che vogliono far bene a prescindere. I rookie generalmente alla fine di marzo mollano un po’, hanno voglia di tornare a casa. Lui, invece, quell’anno a Cantù, restò concentrato sull’obiettivo sino ai primi di giugno, nonostante non fosse mai ritornato a casa.

Potrebbe coesistere con Lakovic?

Sono scelte che non mi competono. In assoluto posso dire che sono due giocatori differenti. Jaka ha classe, esperienza e tiro. Non potrei biasimare qualcuno che ritenesse opportuna una sua collocazione sia al fianco che alle spalle di un giocatore con peculiarità differenti come quelle di Gaines.

Tempo di magra a Bologna. Come vi state muovendo?

Ragioniamo con un budget pari a meno della metà di quello che avevamo a disposizione lo scorso anno. Ciò non ci ha consentito conferme importanti come quella di Walsh ed Ebi, mentre Gaddefors è uscito dal contratto accusando la società di inadempienze contrattuali. Abbiamo scelto il 5+5. Stiamo cercando una guardia per chiudere il quintetto.

Tra i nuovi arrivi in serie A, c’è qualcuno su cui scommettere?

Mi piacciono i due elementi arrivati dalla A2. Mi riferisco a Sanders, andato a Trento, e Triche, preso da Roma. Sempre a Roma è arrivato Melvin Ejim, un rookie molto interessante, così come i nuovi acquisti di Cantù, DeQuan Jones e Damian Hollis, ed il nuovo play di Pesaro, Kendall Williams. Da tenere d’occhio anche Frank Gaines, la guardia mancina arrivata a Caserta.