Vincenzo Esposito si gode il momento da numero 1 con Pistoia

Vincenzo Esposito si gode il momento da numero 1 con Pistoia

E' l'uomo del momento, passato in una calda estate dall'aver mancato all'ultimo tuffo la salvezza alla guida della Juvecaserta, al primo posto solitario in classifica di seria A Beko con Pistoia di questo autunno inoltrato. Vincenzo Esposito viene intervistato da Massimo Oriani per la Gazzetta dello Sport, ed ecco le sue risposte.

Premeditazione? «Non l'ho fatto apposta, giuro. Ma non è che posso cambiare la classifica. Siamo un ambiente a conduzione famigliare, ci godiamo la posizione senza neppure parlarne troppo. Guardiamo solo alla prossima partita, non lo dico per nascondermi, siamo davvero fatti così».

Consapevolezza? «Dopo che le vittorie in prestagione si sommavano. Due o tre potevano essere un caso, magari giocavamo con squadre che non avevano gli americani, eccetera. Ma quando arrivi a nove, vuol dire che qualcosa funziona. Certo, da lì a pensare di essere primi da soli dopo 7 giornate ce ne passa. Mi sono reso conto che avevamo un buon gruppo, non solo tecnicamente. E poi qui si lavora in serenità, senza pressioni».

From Las Vegas to Pistoia. «Io e il gm Iozzelli abbiamo lavorato in estate per due mesi in sintonia, anche se io stavo a Las Vegas. Ho notato subito che c'era feeling tra di noi, non abbiamo mai perso tempo in discussioni, eravamo quasi sempre d'accordo su tutto. Abbiamo voluto bravi ragazzi, senza fermarci all'aspetto tecnico».

Tutti sopra le attese. «Tutti, per svariati motivi. Chi cercava conferme come Filloy, chi riscatto come Moore e Antonutti. E poi c'è Kirk. Quando è arrivato la gente storceva il naso: un bianco di 2.12 col faccione da contadino del Kansas. Invece avevamo colto che c'era qualcosa in più. Su questo mi piace lavorare. Quando scelgo un giocatore ci parlo e lo faccio parlare. Non basta guardare i video su internet, ti deve trasmettere qualcosa che poi ritrovi sul campo. Guardate Czyz: non è solo un agonista, un lottatore. Bisogna andare oltre le apparenze».

Bene Pistoia e male il basket italiano. «Abbastanza. Non è pessimismo ma la realtà. Bisogna avere la forza di ammetterlo. Qualcosa non va. Gli altri Paesi vanno avanti, noi no. Ci siamo infilati in un vicolo cieco. E per curare il male non basta l'antibiotico, ci vuole una terapia d'urto. Dobbiamo riazzerare tutto. Cercare di dare una sistemata alle regole per promozioni e retrocessioni. So che non è semplice. E poi dare un taglio agli stranieri. Servono 2-3 stagioni nelle quali investire sugli italiani, i proprietari devono avere pazienza, senza volere tutto subito. Non serva la fretta senza produrre ma la pazienza sperando di farlo»