Sassari volta pagina. Sardara: 'Per vincere ancora'

Fonte: apicella - repubblica.it
Sassari volta pagina. Sardara: 'Per vincere ancora'

Sei colpi. Uno dietro l'altro. L'ultimo è Rakim Sanders, ala americana di 25 anni, scelto dal Maccabi nel 2012, ultima stagione in Germania al Bamberg. Ma prima erano arrivati Brooks, Logan, Sosa, Todic e Dyson, il folletto che nell'ultima stagione ha trascinato Brindisi ai play off. Squadra praticamente fatta (manca un centro, non sarà Anosike che ha firmato con Avellino), il modo migliore per inaugurare una stagione in cui Sassari dovrà confermarsi ad alti livelli. L'ultima per la Dinamo è stata un'annata super: prima la coppa Italia, poi la semifinale scudetto, per finire la ciliegina sulla torta della partecipazione all'Eurolega.

Presidente Sardara, il bilancio non può che essere positivo. ''Era un anno in cui avevamo ribaltato le nostre tradizionali caratteristiche passando da una squadra affidata ad un solo leader ad una in cui la leadership veniva data a più giocatori. Una svolta importante, una prova di maturità per l'ambiente, un esame superato a pieni voti. Sapevamo di crearci dei problemi perché nello sport gestire più personalità complesse non è una cosa facile, ma era uno step di crescita che non potevamo non fare''.

Proprio i vostri principali leader a fine stagione hanno salutato. Travis Diener ha scelto di ritirarsi, Drake ha deciso di cambiare aria. ''Una società non può sentirsi vincolata ad un solo personaggio, sia esso il presidente, un giocatore importante o l'allenatore. Non ci sentiremo smarriti se il prossimo anno chi è arrivato ora decidesse di fare altre esperienze. Il nostro ruolo è anche quello di lanciare giocatori, non abbiamo la forza del Cska, dobbiamo proporre ai nostri giocatori l'opportunità di rilanciarci o di lanciarsi, come abbiamo fatto con Caleb Green. Non pensavo che Travis smettesse perché comunque è ancora giovane, ma non ci siamo fatti cogliere impreparati. E' stata una botta perché in quel ruolo pensavamo di avere il nostro leader, oggi ne troviamo un altro e siamo sicuri che faremo comunque bene''.

In effetti non avete perso tempo firmando Brooks, Logan, Sosa, Todic, Dyson e proprio oggi l'ala americana Sanders. ''Siamo come la mamma che va al mercato la mattina presto per comprare meglio. Dobbiamo muoverci in anticipo giocandoci così qualche carta in più. Non siamo riusciti a far quadrare la casella sul 5+5 e abbiamo virato sull'altro progetto. Ogni giocatore che abbiamo scelto si incastra con gli altri''.

Chi la intriga di più dei nuovi arrivi? ''Come talento puro dico Dyson, come faro del gruppo senza dubbio Logan. Ma sono innamorato di tutti, dall'esplosività di Sosa a Brooks, un pallino di Sacchetti che avevamo provato a prendere già lo scorso anno''.

A questo punto cosa vi manca? ''Un palazzetto, stiamo lavorando su due-tre progetti. Oggi una società sportiva professionistica di livello non può avere un futuro importante senza una struttura che vive sette giorni su sette. La Germania è un esempio da imitare. Qualche anno fa si sono seduti attorno ad un tavolo ed hanno ridotto di una percentuale il monte ingaggi investendo quei soldi nella costruzione delle strutture. A Oldenburg, Bamberg, in sei mesi hanno costruito impianti che il Forum di Milano in confronto sembra una catapecchia".

Quest'anno giocherete per la prima volta l'Eurolega. Intanto il sorteggio non è andato male ''Poteva andarci sicuramente peggio, il nostro girone almeno sulla carta visto che parlaimo delle squadre più forti d'Europa è più fattibile rispetto a quello di Milano. L'Eurolega rappresenta per noi qualcosa di superbo se pensiamo che tre anni fa abbiamo preso il club dal fallimento. La nostra forza è stata quella di non immaginare di arrivare così lontano, quando abbiamo preso la società il primo obiettivo era mantenere il basket in Sardegna. Certo, ci vuole sempre un po' di fortuna e soprattutto programmazione. Grazie alla programmazione oggi spendiamo meno del primo anno di A1. L'unico modo per rimanere in piedi, oltre alla struttura di proprietà, è non fare mai il passo più lungo della gamba''.

Cambiano i giocatori ma la missione di Sassari resta la stessa. ''Chiaro che per vincere non basta solo la filosofia di gioco. Per noi però la filosofia di gioco di Sacchetti è imprescindibile. Perché funzioni veramente il gioco deve essere coerente con il territorio in cui si lavora. Nel nostro c'è bisogno di entusiasmo e l'entusiasmo lo crei solo se ti diverti. E poi si può vincere anche giocando il nostro basket, la coppa Italia vinta al Forum, battendo entrambe le finaliste scudetto, è la dimostrazione. Il prossimo passo? Restare ad alti livelli, ci troviamo bene e non vogliamo perdere questa opportunità. Non avremo il budget delle grandi ma il basket insegna che in campo si va in cinque e non sempre vince il più ricco. Con l'Eurolega faremo conoscere le bellezze della nostra terra in tutta Europa, sarà una grande esperienza''.