Recalcati: «Cosa offriamo noi del basket alla tv?»

Recalcati: «Cosa offriamo noi del basket alla tv?»

Tutto è pronto al PalaWhirpool per accogliere il grande ex. Carlo Recalcati si prepara a tornare nuovamente  “a casa” da avversario con la Sutor. Il tecnico gialloblu oltre ad anticipare le emozioni che lo assaliranno domenica prossima, ha parlato alla Provincia di Varese soffermandosi sulla visibilità del nostro basket e sul ritiro in corsa per una wild card per i prossimi mondiali.

Queste le parole dell’ex c.t.

 

Più Basket in RAI: «Prima di chiedere più spazio dovremmo pensare a cosa offriamo noi del basket alle tv per renderci appetibili. Pozzecco era un personaggio a tutto tondo, tanto da meritarsi da Mediaset la chiamata per la conduzione di una trasmissione che nulla c'entrava con la pallacanestro (Candid Camera Show, ndr), ma la sua presenza in tv ebbe comunque il merito di avvicinare al nostro sport un pubblico che non ci conosceva. Stesso discorso si potrebbe fare per Carlton Myers, che seppe attirare su di sé l'attenzione del mondo della pubblicità. Oggi il basket italiano quali personaggi propone? Il rugby, tanto per fare un esempio, ha Martin Castrogiovanni, testimonial a 360 gradi, e a Roma le partite della Nazionale fanno più di 60mila spettatori. Al basket mancano perfino le strutture, nelle coppe europee vediamo squadre che appartengono a campionati meno prestigiosi del nostro eppure giocano in palazzetti moderni, all'avanguardia, roba che noi possiamo solo sognarci».

 

Rinunciare al mondiale scelta giusta?  «No. Le competizioni internazionali sono una vetrina peri nostri giocatori. Nel 2006 ai Mondiali andammo con la wild card. Io dico che se Belinelli non avesse fatto proprio in Giappone quella partita pazzesca, contro il Dream Team Usa, in Nba ci sarebbe comunque arrivato, ma ci sarebbe arrivato dopo».