Pozzecco, bilancio di un campionato e di se stesso: "non so se allenerò più"

Pozzecco, bilancio di un campionato e di se stesso: "non so se allenerò più"

Prima di cominciare i playoff Nicola Apicella, per La Repubblica, è andato ad intervistare il grande escluso di questa postseason, quel Gianmarco Pozzecco che tanta considerazione aveva dagli addetti ai lavori come nuovo allenatore della Pallacanestro Varese e invece ha segnato un tratto indelebile su questo campionato con le sue performance e le sue dimissioni.

Gianmarco Pozzecco, chi è l'intrusa di questi play off? "In assoluto la squadra che a detta di tutti non doveva esserci è Bologna".

Perché Bologna? "Penso che il lavoro di Valli sia stato un po' sottovalutato, da me per primo. Secondo quanto avevo percepito ad inizio stagione la Virtus a detta dei più era la squadra che doveva retrocedere. Invece, al di là dei due punti di penalizzazione che pure ne hanno condizionato il cammino, è arrivata ottava da sola e rispetto al budget e alla risorse di cui disponeva è quella che secondo me ha fatto un campionato al di sopra delle aspettative".

E il quarto posto di Trento? "Non dico che mi aspettavo un campionato simile, ma ero sicuro che avrebbe fatto bene. Conoscevo il valore del gruppo di italiani avendoli affrontati nei play off dello scorso anno in A2 con Capo d'Orlando, il ds Trainotti ha agito benissimo sul mercato degli americani e coach Buscaglia ha fatto il resto. Devo invece fare mea culpa su una squadra".

Quale? "Reggio Emilia. Ad inizio anno non mi faceva impazzire, semplicemente perché non avevo capito nulla di questo campionato. Pensavo che il talento anche atletico e fisico fosse indispensabile e invece è molto più importante avere conoscenza, dedizione e connessione e Reggio Emilia ha giocatori di questo tipo".

Milano-Bologna, è il quarto più scontato? "Sulla carta Bologna non ha possibilità. Per fisicità, esperienza, talento e lunghezza di roster Milano è nettamente avanti. La Virtus non ha nulla da perdere e quindi avrà la testa libera, ha comunque talento, giocatori come Ray, White e soprattutto Hazell che non pensavo fosse così forte. È una serie dall'esito scontato, ma penso che una partita la Virtus, a Bologna, può vincerla".

Trento-Sassari che serie sarà? "Trento resta una neopromossa ma non credo che subirà l'impatto con i play off, dall'altra parte Sassari quando arrivano le partite che contano difficilmente sbaglia. È il quarto più incerto, da un lato il talento di Sassari - piazza che negli ultimi tempi per certi versi si è un po' imborghesita -, dall'altro un gruppo solido, che ha dimostrato di stare bene assieme. Dico 51 a 49 per la Dinamo, un vantaggio minimo dovuto alla presenza sulla panchina di Sassari di Sacchetti. È Meo il valore aggiunto, la sua grande capacità di non far pesare la pressione che comunque davanti a certi appuntamenti importanti c'è. Ci fosse stato un altro allenatore avrei detto senza dubbio Trento".

Da Sacchetti a Recalcati, altro allenatore che lei conosce molto bene e che ha portato Venezia al secondo posto in stagione regolare. Che sfida sarà quella con Cantù? "Nella mia top five di tecnici Recalcati è senza dubbio al primo posto. Lui, Banchi e Buscaglia sono gli allenatori che hanno fatto meglio in questa stagione, insieme a Pancotto che avrebbe portato Cremona ai play off se non avesse perso per infortunio Cusin. Cantù ha fatto benissimo a prendere Metta World Peace, per se stessa e per il movimento italiano. Erano anni che non si vedeva un personaggio così dalle nostre parti, un professionista vero, che in campo sa cosa serve, che sa parlare ai compagni, un giocatore di un altro livello. Venezia resta favorita, è una squadra costruita benissimo, che ha talento ed esperienza, giocatori come Ress, Ortner e Viggiano che hanno vinto a Siena e sanno cosa significa giocare certe partite".

Brindisi può dare filo da torcere a Reggio Emilia? "Di Reggio ho già detto che non mi aspettavo, sbagliando, fosse così forte. Brindisi è un po' come Sassari, ha tanto talento, ha avuto la sfortuna di perdere un giocatore chiave come Simmons, un collante importante. Secondo me la spunterà Reggio Emilia, più quadrata rispetto all'Enel che in campionato non ha avuto grande costanza di rendimento".

Lo scudetto può perderlo solo Milano? "Non vedo proprio chi possa vincerlo al posto dell'Olimpia, anche se poi le partite le devi vincere e c'è un avversario che devi battere".

L'esperienza di Varese cosa le ha insegnato? "Di sicuro a soffrire e anche tanto. Sono enormemente dispiaciuto per come è andata. Penso di aver fatto una sola cosa giusta quest'anno, capire che era arrivato il momento per il bene di Varese di farmi da parte. L'ho fatto e sono felice che la stagione, grazie al lavoro di Caja e della società che è stata brava a gestire anche le dimissioni di Vescovi, si sia chiusa bene".

Cosa farà adesso Pozzecco? "Mi piacerebbe continuare a lavorare a Varese, ma non so se allenerò più. Potrei ripartire dai giovani e poi un giorno magari fare il direttore sportivo, vedremo. Sono certo però che l'esperienza che ho vissuto quest'anno mi sarà utile. Oggi farei scelte completamente diverse da quelle fatte lo scorso anno, tornassi indietro a Vescovi chiederei di fare il vice almeno per due anni. In A2 ho avuto la fortuna di arrivare in corsa, di avere quei tre-quattro mesi che mi sono stati sufficienti per capire di cosa c'era bisogno per competere ai massimi livelli. In serie A non ho avuto la possibilità di fare lo stesso percorso, mi piacerebbe farlo e dare una mano, anche piccola, ad un club che è un pezzo del mio cuore".