NBA - Belinelli sull'America, la Nazionale, il futuro

Intervista americana per Marco Belinelli fatta dal corrispondente de La Gazzetta dello Sport Massimo Lopes Pegna, dagli Hawks alla Nazionale. E del futuro da giocatore...

Hawks. Che le vittorie non sarebbero arrivate a grappoli, lo sapevamo dall'inizio. Ma lottiamo sempre fino in fondo. Non come a Sacramento, dove perdevamo senza metterci cuore. E abbiamo avuto tanti infortuni. Siamo un team giovane. Fa strano essere il più vecchio del gruppo a 31 anni. Ci alleniamo bene, tutti vogliono crescere. Ne mancano 59 alla fine e ho sotto gli occhi l'esempio dei Miami Heat dell'anno passato: la davano per spacciata, invece dopo l'Ali star game si sono trasformati e hanno rimontato, sfiorando la post-season".

Ritorno in Nazionale. "La Fiba ha commesso un grave errore con queste finestre e è dura esserci. Vediamo più avanti. Sono ancora giovane e la voglia di rispondere presente c'è. Bisogna sperare che l'Italia riesca a qualificarsi per i Mondiali".

NBA, chi per il titolo. "Golden State è in assoluto la più forte. Poi vedo Boston. In questo primo scorcio di campionato, Irving è il miglior giocatore: il leader che cercavano. E' un bravissimo ragazzo e se lo merita. San Antonio è sempre lì ed è difficile batterla. Cleveland resta una delle favorite, ma non a quell'altezza. I Rockets ci hanno rullato già una volta. In attacco vanno da Dio, però ai playoff devi difendere ed essere concreto e non mi convincono. Magari Chris Paul può far fare il salto".

Futuro. "E' un anno importante e non me lo voglio far scappare. Fa parte del ruolo che ho in squadra: la fiducia che mi viene concessa dal coach e dai compagni. Certo, il fatto che quest'estate sarò liber o mi dà maggiori incentivi: giochi con un pelo di aggressività in più. Sono convinto che alla mia età possa migliorare e diventare un giocatore più completo. Ho tanta passione per la pallacanestro e voglia di vincere ancora qualcosa. Da free-agent, mi aspetto di poter firmare un altro contratto con una buona squadra nella Nba".

Europa. "E' un'ipotesi che prenderò in considerazione in futuro. Sarebbe un epilogo normale, perché c'è sempre un pizzico di nostalgia. L'America, però, a me piace moltissimo: ho realizzato un grande sogno e ci lavoro bene. Ma l'Italia mi manca e ci tornerò a vivere".