Intervista ad Alessandro Nocera, coach della Stella Azzurra under15 Campione d’Italia

Parla il capo allenatore della formazione stellina campione d’Italia di categoria
Fonte: Ufficio Stampa Stella Azzurra Roma
Intervista ad Alessandro Nocera, coach della Stella Azzurra under15 Campione d’Italia

Alessandro Nocera, capo allenatore della formazione stellina campione d’Italia, si è espresso a pochi giorni dalla vittoria di quello che è il primo scudetto nella storia della Stella Azzurra. State ancora festeggiando o è già passata l’euforia?
L'euforia, sacrosanta, è esplosa nei festeggiamenti la sera stessa della vittoria. Ma ci tengo ad aggiungere che, in classico stile Stella Azzurra, la gioia per il risultato ottenuto si è subito trasformata in voglia di riprendere a lavorare per migliorarci. Basti dire che il giorno dopo eravamo già in viaggio per il Camp di Roccaporena. Perché se è bello -anzi bellissimo- alzare una coppa prestigiosa, ancora meglio è avere subito voglia di afferrarne un'altra.
 

E i ragazzi come si sono sentiti ad essere la prima squadra stellina Campione d’Italia?
Hanno realizzato al volo la responsabilità del traguardo raggiunto che poi è il metro di paragone con cui dovranno confrontarsi nella prossima stagione. Per questo a parte Trapani, Nikolic e Sikiras, impegnati con le rispettive nazionali, la squadra è subito tornata al lavoro. Chi pensa di trovarci con la pancia piena, dopo l'estate, sbaglia: al contrario, con umiltà e sacrificio sfrutteremo l'estate per caricarci al massimo.
 

Questa settimana tra l’altro si chiude il Camp.
E che Camp! mi viene da commentare... È stata davvero un'edizione speciale, con atleti provenienti da tante nazioni e di ogni età. Tutti riuniti da un unico slogan: lavorare insieme per vincere insieme.
 

Quali sono stati, durante la stagione, i momenti più significativi in questo cammino scudetto?
Più che di momenti significativi, parlerei di scelta vincente in partenza. Non soltanto, infatti, Germano D'Arcangeli e Giacomo Rossi mi hanno affidato una squadra composta da giocatori di valore ma ho potuto contare su uno staff di invidiabile qualità. Mi riferisco non soltanto ai tre assistenti allenatori Francesco Guida, Carlo Finetti e Mauro Bellini, ma anche a figure chiave come il preparatore Roberto Iezzi, il fisioterapista Francesco Alfatti e il direttore sportivo Giacomo Rossi. Un gruppo coeso attorno a un diktat imprescindibile: una squadra può diventare forte soltanto se è tale di testa. Poi vengono la difesa e tutti gli altri elementi tecnici.
 

Nikolic, nell’intervista alla FIP nel post partita, ha detto che il vero motivo per cui la Stella Azzurra ha vinto lo scudetto è perché non siete solo una squadra ma dei veri e propri fratelli. Quali sono stati gli episodi che vi hanno resi così uniti?
La prima tappa è stata la sconfitta con il Pool Eurobasket, nostro ottimo contendente laziale. Il giorno dopo non ci siamo persi nella depressione ma abbiamo scoperto invece che ci sentivamo ancora più uniti. Poi è arrivato il torneo di Casale Monferrato e in quella trasferta è cresciuta una fratellanza vera e propria. Ma attenzione: essere fratelli non significa soltanto sviluppare profonda empatia, bensì stimolarsi uno con l'altro per aumentare la competitività del gruppo.
 

Poi siete arrivati alle Finali Nazionali.
E qui, in particolare contro il San Lazzaro, a qualificazione già acquisita, è successo quello che ogni allenatore spera: vedere i giocatori titolari che dalla panchina sostengono con grande cuore i compagni in campo. Non conta che quella partita sia stata persa. Importa, piuttosto, l'accelerazione poi sfociata nella vittoria in semifinale contro Reggio Emilia. Il che, ancora una volta, dimostra come tutto nasca da una sincera condivisione d'intenti.
 

Dopo quella gara vi sentivate già di poter vincere?
Assolutamente no. Pesaro è una squadra che non rinuncia mai a lottare, caparbiamente, e per giunta è impreziosita dal talento di un giocatore come Serpilli. Diciamo che quando ci ha concesso soluzioni a distanza, abbiamo realizzato ciò che doveva essere realizzato. E così, alla fine, abbiamo colto senza paura la nostra preziosa occasione.
 

Inoltre come ciliegina sulla torta Trapani e Sikiras sono stati inseriti nel quintetto ideale delle Finali.
È naturale che sia stato per noi un motivo d'orgoglio. Ma cancellando dalle mie parole qualunque traccia di retorica, preferisco qui ricordare i sacrifici e la generosità dell'intero gruppo. Tutti i miei ragazzi meritano di essere ricordati, e per sempre, come la prima squadra della Stella Azzurra che ha vinto il campionato italiano. Un successo, ci tengo a precisare, in cui è incluso a pieno titolo l'impegno quotidiano di tutti i dirigenti, allenatori, giocatori e anche i genitori della nostra società. Dopodiché sono io il primo a essere infinitamente grato ai miei atleti per il loro impegno.
Visto che già si pensa alla prossima stagione, si possono svelare gli obiettivi futuri?
La Stella Azzurra continuerà a lavorare per diventare un vero e proprio club e come sempre in passato farà tutto il possibile per sviluppare il potenziale tecnico e umano di ciascun giocatore. Quanto a me, avrò il privilegio di allenare l'under 17 che prenderà parte al campionato italiano d'eccellenza con ragazzi nati negli anni '98 e '99.
In questi giorni è stato dato anche l’annuncio dell’arrivo di Michele Catalani, altro giovane allenatore con un’esperienza importante alla Mens Sana che arriverà ad impreziosire ulteriormente lo staff stellino.
L'arrivo di Michele arricchirà ancora di più la nostra società. È un collega che stimo e conosco bene, dato che per due anni abbiamo lavorato assieme a Siena. Oggi sono felice di complimentarmi con lui per l'incarico che ha ricevuto di guidare l'under 17 della Academy nella competizione europea EYBL. L'unione, come sempre, farà la forza.