Il presidente della Legabasket Marino: «Gli italiani non siano più una specie protetta»

Fonte: Sportitalia
Il presidente della Legabasket Marino: «Gli italiani non siano più una specie protetta»

Intervenuto questo pomeriggio negli studi televisivi di Sportitalia, il presidente di Lega Fernando Marino ha parlato del campionato di Serie A alle porte. Toccando diversi argomenti tra cui la web tv e lo spazio riservato ai giocatori italiani.

Ecco i passaggi principali delle parole del presidente Marino tratte dal sito ufficiale di Sportitalia:

Il basket in tv «Penso che il basket sia uno spettacolo che non sia mai stato sfruttato a pieno. Credo che il mio mandato sia iniziato con la finale della scorsa stagione, gara che ha raccolto il 5 % di share su un canale generalista è sicuramente un risultato importante da cui partire, è vero che si trattava della finale, ma ciò sottolinea quanti siano i telespettatori interessati a vedere il basket in tv e ribadisco, quello che state facendo da qualche mese qui a Sportitalia è molto sinergico per tutto il nostro movimento». 

Milano, ma non solo.... «Oggi come oggi, abbiamo un buon campionato, c'è Venezia che sta faecendo investimenti importanti, Reggio Emilia che ha fatto una campagna acquisti molto buona, realtà come l'Avellino, poi altre che stanno cercando di crescere pian piano, piazze come Varese e Cantù che sono piazze calde animate da ottimi propositi a livello dirigenziale. E' vero che Milano si trova qualche gradino più in alto, ma si trovava più in alto anche l'anno scorso ma ha dovuto comunque lottare fino alla settima partita per vincere il titolo. Per questo credo che nel basket, più che in altri sport, i valori in campo siano diversi da quelli che si trovano nei singoli contratti». 

Investiamo sugli Italiani «Credo che l'errore in passato sia stato di vedere i giocatori come "una specie protetta" e ciò non va bene, perché se il cestista italiano sa che deve giocare per forza e 5 in rosa, è chiaro che i procuratori giocano al rialzo. Il giocatore deve essere messo in campo per le vere qualità che possiede. Se riusciamo a creare un mercato differente, senza proteggere gli italiani ma investendo sugli italiani e chi fa giocare più italiani ha diritto ad un premio, come quello offerto dalla Lega, che adesso limita troppo con quel 5 su 5, credo che in quel caso si possa creare un movimento importante e dare così la possibilità ai club di investire sulle giovanili. Penso che i coach non guardino ai passaporti, penso che si guardi le capacità dei giocatori. Gli italiani in squadra possono creare gruppo e fare più spogliatoio, un dato necessario».