Eurolega: Ettore Messina sogna la Final Four di Milano

L'ex c.t. insegue il quinto trionfo europeo. Con i russi ha già vinto due volte
17.10.2013 16:11 di Matteo Marrello Twitter:    vedi letture
Eurolega: Ettore Messina sogna la Final Four di Milano

All’inseguimento della quinta Eurolega. Potremmo definire così il film in cui far recitare da protagonista coach Ettore Messina. Il coach italiano è tornato alla guida della corazzata CSKA Mosca, club con il quale è gia salito sul tetto d’Europa nel 2006 e nel 2008, dopo una esperienza come assistente nella NBA ai Los Angeles Lakers. Dopo un prestagione in cui si è tolto lo sfizio di battere i Timbewolves e portare gli Spurs all’overtime, ora è pronta ad inseguire l’ennesima Final Four. Partenza da Nanterre con destinazione Milano, questo è il sogno del coach ex Bologna e Treviso. Non ne fa certamente un mistero parlandone a  Tuttosport.
 

Le amichevoli contro negli States “Due partite interessanti, giocate bene, sono contento. Chiaro, gli Spurs non hanno tenuto in campo per 40' su 48' i migliori . Però è vero che nella prima non avevamo Weems, acciaccato, e con San Antonio Sonny ha giocato 20'. Ma di là si gioca con concetti differenti, ora dobbiamo vincere nel nostro basket e ci aspettano”.

Messina in NBA da head coach? “La mia storia Nba è un po' quella della bella Cecilia, che tutti vogano e nessuno piglia. Faccio mia la frase di coach Popovich. ‘Per prendere un allenatore straniero ci vuole una franchigia con le palle’, in grado di assumersi il rischio”.

Il Cska ci riprova “Ci eravamo resi conto che serviva qualche innesto per avere una squadra mentalmente capace di resistere, più forte a rimbalzo in difesa, con atleti che vanno dentro e prendono fallo, più disposta a passarsi la palla e a difendere con la durezza mentale che ci è un po' mancata in semifinale con l'Olympiacos. Hines viene da lì, è un centro piccolo, ma grande rimbalzista offensivo, difensore super e ha durezza mentale pazzesca. Jeremy Pargo è concentrato sul ruolo di play e sinora ha scordato un po' le sue qualità. Fridzon e il tiratore che ci mancava”.

Vincerà la squadra che…”Vincerà chi avrà i giocatori più capaci di aspettare il turno, rinunciare un po' all'ego, e però pronti a rendere subito. Non è scontato, c'è chi ha bisogno di spazio. E ci sono titolari che con un pari livello alle spalle vanno in ansia. Vincerà chi riuscirà a rendere positivo un eventuale problema”.

Le Final Four a Milano “Segnale forte organizzare un simile evento 12 anni dopo Bologna. Andarci è un sogno personale, per il Cska è l'obiettivo. L'Armani? Attrezzata, come tante, deve darsi identità”.

L’avventura azzurra in Slovenia “Entusiasmante nella prima parte per finire con un po' di malinconia perché i ragazzi non ne avevano più. Ma il gruppo c'è, è interessante”.

Sette club italiani nelle coppe “Cambio di mentalità importante: dal timore di non farcela con le finanze alla voglia di esserci, mettersi alla prova”.

Daniel Hackett e Alessandro Gentile “Hackett mi ha impressionato per la crescita e la capacità di aggiungere sempre qualcosa nel bagaglio e se giochi bene più partite importanti, non è un caso. Mi auguro che la polemica tra lui e il presidente Fip Petrucci si ricomponga per il bene comune. Gentile? Lo conosco poco. A volte mi pare un po' cupo. In generale dico che ci sono i grandi giocatori e ci sono i campioni che sono grandi giocatori e grandi uomini. Vediamo cosa diventa lui”.